Jada

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- Slash.

Kathleen mi aveva detto che sarebbe stata una serata fantastica, e sinceramente non me l'aspettavo. Mi aveva trascinata al Ritz di New York per sentire una nuova band di pazzi da Los Angeles, quella città che puzzava più del gabinetto nel mio appartamento squallido. Il gruppo si chiamava Guns N' Roses, erano nuovi nel mondo del rock ma stavano già spopolando, quando si trattava di musica non sapevo mai dire di no.
Eravamo appena scese dal taxi, stavamo entrando nel locale e subito mi sono accorta degli sguardi che la mia amica stava lanciando ad un ragazzo con i capelli neri e l'aria trasandata, sembrava un barbone ubriaco:

«Kat, smettila.» le ho intimato tra i denti.

«Ma non ci penso proprio...quello è veramente un bocconcino.»

«Ma stai scherzando? Guardalo» l'ho indicato con gli occhi senza farmi notare «è un tossico ubriaco.»

«Mh...i miei preferiti.» ha sorriso lei in modo malizioso, poi è sgattaiolata verso di lui.

Dopo qualche minuto è iniziato il concerto e il cantante ha presentato la formazione della band, intanto avevo perso di vista Kathleen e mi stavo guardando intorno con aria preoccupata:

«Alla chitarra ritmica...Izzy Stradlin!» ho sentito dal palcoscenico, mi sono girata a guardare e ho riconosciuto il ragazzo trasandato che aveva fatto colpo su Kat, ho sgranato gli occhi, dove era finita? «Al basso, Duff McKagan! Alla batteria, Steven Adler! E alla chitarra solista...mezzo uomo, mezza bestia...Slash!»

Il chitarrista che aveva presentato per ultimo aveva una chioma di ricci indomabili, era un po' mulatto e aveva una tensione sessuale attorno che condizionava tutte le ragazze nel locale. Compresa me. Il soprannominato Slash, dopo aver sorriso verso il pubblico, ha preso il microfono in mano e ha detto:

«Ultimo ma non ultimo, il ragazzo più incazzato che io abbia mai conosciuto...Axl Rose!» la sua voce era roca e aveva dei picchi molto acuti, sicuramente a causa del fumo, era completamente diversa dalla voce più profonda del cantante.

Durante tutto il concerto non ho più visto la mia amica e, di conseguenza, non mi sono goduta appieno la musica. Anche se, solo dopo la prima canzone, mi ero già innamorata di quella band e, soprattutto, del chitarrista. Mi aveva completamente stupito sia per le doti da musicista che quelle da ragazzo in sé per sé.
Alla fine dell'esibizione, sono andata direttamente nel backstage per chiedere informazioni su Kathleen, dopotutto ancora non si era fatta viva e io stavo morendo dall'agitazione:

«Mi scusi? Sto cercando una ragazza.» ho detto ad un bodyguard davanti all'ingresso dei camerini.

«Mi dispiace ma non posso farla entrare. Ordine restrittivo.»

«La prego, non so dove sia andata! Almeno mi dica se l'ha vista...ha i capelli biondi raccolti—» mi ha subito bloccata.

«No non l'ho vista, adesso per favore lasci libero il passaggio.»

Stavo letteralmente andando a fuoco, lo avrei preso a pugni se non fosse stato così enorme. Un ragazzo con i capelli ricci è spuntato alle sue spalle: era Slash.

«Nick? Che succede?»

«Questa ragazza sta cercando la sua amica e vuole entrare.»

«E quindi? Falla entrare, forse ho capito chi cerca.»

Ho sorriso per la felicità e ho guardato male il colosso, quando mi sono messa davanti a Slash ho perso diversi battiti:

«Io sono Slash, penso tu lo abbia capito.» mi ha guardato di sbieco, con gli occhi completamente coperti dai ricci.

«Io sono Jada, sto cercando una ragazza bionda—»

«Lo so chi stai cercando. È con Izzy.»

Esattamente. Allora era stata tutto il tempo nel backstage, ad aspettare l'altro chitarrista, beh, avrebbe potuto avvertirmi.
Quando sono entrata nel camerino della band, ho visto Kathleen seduta su una poltrona, sotto di lei c'era Izzy che stava fumando una sigaretta:

«Kat! Mi hai fatto prendere un colpo!» mi sono avvicinata a lei e l'ho abbracciata, lei era tanto sorpresa quanto me.

«Jada, ti giuro volevo venire a chiamarti, ma Izzy mi ha detto che se fossi uscita, nessuno mi avrebbe fatto rientrare...»

«Izzy?» ho detto io, sorpresa da tutta quella confidenza.

«Oh sì, lui è Izzy» mi ha detto, indicandolo e sorridendo come se stesse vivendo il momento più felice della sua vita «è il chitarrista dei Guns N' Roses.»

Ho alzato un sopracciglio, davvero pensava non lo sapessi? Mi sono guardata intorno: c'erano diversi vestiti sparsi, qualche cicca e qualche posacenere, Steven Adler che beveva appoggiato ad un mobile, Duff McKagan che fumava seduto su uno sgabello, e Slash poggiato allo stipite della porta mentre osservava la scena. Mi sono schiarita la gola, imbarazzata, e mi sono avvicinata alla porta:

«Kat, vogliamo andare?»

«Mh no, io resto qui.» ha detto lei, mentre accarezzava il braccio di Izzy.

«Cosa? Non puoi.» l'ho guardata male e mi sono avvicinata ancora di più all'uscita.

«Perché no? Sto con loro, mica mi mangiano.» ha riso, io li ho guardati uno ad uno e sinceramente mettevano una strana paura.

Dalla porta è entrato il cantante, con i suoi capelli rossicci che svolazzavano appena lavati, Slash si è spostato per farlo passare. Appena ha visto me e Kat, ha assottigliato gli occhi:

«Chi sono?»

«Quella è la groupie di Izzy, lei è una sua amica e sta cercando di portarsela via.» ha riassunto Slash con tono strascicato.

«Lei non è una groupie!» ho chiarito io, sentendomi offesa per Kat, anche se a lei sembrava andare bene.

«Ah no?» mi ha risposto Slash, avvicinandosi a me, io sono rimasta ferma dove stavo.

«Va bene, Kat se vuoi seguimi, altrimenti resta con questi matti.» ho lanciato uno sguardo pieno di orrore al ragazzo riccio davanti a me «Io non ci resto neanche un altro secondo.»

Ho guardato un'ultima volta Slash e poi me ne sono andata con passi molto pesanti e nervosi, quella stupida di Kat si stava comportando come una groupie. E quella era l'unica cosa che ci eravamo promesse il giorno in cui abbiamo iniziato la nostra avventura tra i concerti: non essere groupies.
Quando sono uscita dal backstage, una mano mi ha bloccato il braccio, facendomi girare:

«Domani mattina vieni al Sunny Palace, staremo lì.» aveva detto Slash, alludendo al fatto di dover riprendere Kat la mattina seguente. Ho annuito e ho abbassato la testa, senza dire niente, per poi andarmene.

Groupies stories Where stories live. Discover now