Jenna

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- Jimmy Page.

Avevo diciassette anni, me lo ricordo come se fosse passato solo un mese.
Stavo camminando per le strade fredde e bagnate di Londra, i taxi e i vari autobus correvano veloci sull'asfalto e avevo paura che se qualche ruota maledetta fosse passata su una pozzanghera e mi avesse affogato, io avrei perso per sempre quel bellissimo paio di jeans che avevo messo per la prima volta quel giorno.
Mentre camminavo velocemente, pensando alle eventualità, ho visto una massa informe di gente avvicinarsi ad un locale molto piccolo, attratti da un ragazzo che stava parlando:

«...e quindi vorrei presentare questa band con il nome di Led Zeppelin, conosciuti precedentemente come Yardbirds.»

Mi sono bloccata di botto e mi sono avvicinata, cercando di passare tra la folla inglese per arrivare davanti ai ragazzi che stavano suonando. Conoscevo gli Yardbirds e adoravo la loro musica, quella storia della nuova band non la sapevo e volevo capirne di più su quei Led Zeppelin. Appena sono riuscita ad arrivare davanti alla band, ho subito notato i quattro ragazzi che la formavano: il chitarrista, che già conoscevo per via degli Yardbirds, Jimmy Page, anche se non ricordavo bene il suo nome; il cantante, alto, biondo, con i boccoli e la voce angelica di cui non sapevo il nome; il bassista, anche lui biondo, ma a differenza del suo compagno era molto magro; e il batterista, un vero colosso con i capelli scuri e dei lunghi baffi.

«Qui abbiamo il nostro chitarrista Jimmy Page...John Paul Jones al basso e alla tastiera» ha detto il cantante indicando il ragazzo biondo e magro alla sua destra «...il mitico John Bonzo Bonham alla batteria, e me stesso, Robert Plant.»

Ho osservato con attenzione ogni singolo particolare di quei quattro ragazzi, erano molto presi da ciò che facevano, erano completamente trasportati dalla musica e Robert Plant era una specie di angelo del rock. Alla fine della piccola esibizione, Jimmy Page ha posato la chitarra e si è inginocchiato per staccare l'amplificatore, io mi trovavo proprio davanti a lui. Senza farlo apposta, mi sono ritrovata a fissarlo intensamente, quasi se fossi rimasta con la mente alle sue note perfette con la chitarra.
Lui se ne è accorto e, dopo aver sorriso, mi ha teso la mano e ha detto:

«Piacere, Jimmy Page.»

Io ho strabuzzato gli occhi e gli ho stretto la mano con impaccio, ho sorriso e ho detto:

«Oh, ehm, piacere...Jenna Wright.»

Lui ha ammiccato verso di me, stava per dire qualcos'altro, ma il batterista di cui al momento non mi ricordavo il nome, lo ha preso per un braccio e gli ha detto che era ora di andare. Jimmy mi ha sorriso e ha alzato la mano in segno di saluto, io ho sorriso di rimando e sono rimasta a guardarlo mentre sgusciava via dalla strada, seguito da Robert Plant, John Paul Jones e Bonzo.
Mentre tornavo a casa, ho pensato a Jimmy Page, ai Led Zeppelin e a quanto fosse stato magico quel piccolo istante della mia vita. Non sapevo cosa fosse successo, ma ero certa che avrei rivisto quel chitarrista e la sua band.

Dopo parecchi giorni da quell'incontro, a scuola ho parlato con le mie amiche dei Led Zeppelin, loro pensavano si chiamassero ancora Yardbirds ed io ero così felice di aver detto a tutti della loro nuova formazione:

«Te lo giuro, li ho incontrati qualche giorno fa, stavo tornando a casa!» ho detto, quasi con emozione.

«Ma davvero?» Sierra, una mia amica, mi ha sorriso e poi si è avvicinata, volendo saperne di più «E come erano? Belli? Jimmy? Gli altri chi sono?»

«Quante domande...» mi sono portata una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Beh, erano fantastici, il cantante si chiama Robert Plant, il bassista John Paul Jones e il batterista qualcosa come Bonzo...»

«Bonzo?» ha riso, poi ha assottigliato gli occhi e ha continuato «E Jimmy? Ancora non me ne hai parlato...»

«Jimmy...» ho sospirato, non sapevo se volerglielo dire o no «Jimmy è qualcosa di innaturale, divino. Ma un po' distaccato, non è stato socievole come gli altri.»

Alla fine ho mentito, non mi sentivo di dirglielo, era come se avessi fatto una cosa che non era né sbagliata e né giusta, ma che sapevo di non poterla dire in giro. Sierra ha abbassato lo sguardo, un po' delusa dalla mia falsa dichiarazione, poi siamo uscite da scuola.
Devo dire la verità, ogni volta che passavo per quella strada, speravo di incontrare di nuovo i Led Zeppelin, ma più mi rendevo conto di quanto famosi stessero diventando, più capivo che sarebbe stato impossibile che Jimmy Page si fosse ricordato di me. Mi sbagliavo.

Una sera, prima di prendere il treno per tornare a Leicester Square, sono entrata in un bar per prendere una cioccolata calda. Quando mi sono chiusa la porta dietro le spalle, ho visto un sacco di ragazze intorno ad un tavolo, mentre qualcuno firmava gli autografi, mi sono avvicinata con cautela e mi sono alzata in punta di piedi: una chioma nera e un'altra bionda stavano bevendo tè mentre firmavano autografi e chiacchieravano con delle ragazze. Erano Jimmy e Robert.
Sono arrancata verso di loro a forza di gomitate, quelle ragazze erano davvero determinate nell'ottenere quegli autografi, mi sono messa a guardare Jimmy, come se fossi stata rapita di nuovo dal suo sguardo:

«Jenna?»

Quando ho sentito la sua voce chiamarmi, ho strabuzzato gli occhi e mi sono guardata intorno, come se non fossi io Jenna. Lui si è alzato, superando le ragazze e avvicinandosi a me, dicendo a Robert di aspettare lì un attimo. Si è fermato davanti a me e ha sorriso:

«Come stai?»

«Bene, tu?» non credevo ai miei occhi, stavo parlando tranquillamente con Jimmy Page mentre altre ragazze stavano facendo letteralmente la fila per farsi firmare un autografo da lui.

«Bene, grazie. Vuoi prendere qualcosa?»

«Stavo per prendere una cioccolata calda, ma penso che adesso andrò via...» ho detto, ammiccando verso le ragazze che volevano uccidermi.

«Oh, mi dispiace...» ha detto sospirando, mentre guardava anche lui le ragazze dietro di lui.

«Ma...» ho iniziato «Come hai fatto a ricordati di me?»

Lui ha riso e poi ha detto, prendendomi la mano delicatamente:

«Perché non mi sarei dovuto ricordare di te?»

Ho sorriso.

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