2.3 La Papessa - L'Abilità del Ladro

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  • Dedicata a Beatrice Bongini
                                    

Trinity College, Dublino 21 Luglio 2011.

Michael depositò la valigetta sul nastro trasportatore per il controllo ai radiografico mentre lui oltrepassava il metal detector. Allargò le gambe permettendo alle guardie dell’archivio di perquisirlo. La fibbia della cintura e la montatura degli occhiali finti avevano fatto suonare il macchinario attirando l’attenzione delle guardie, ma solo perché lo aveva voluto lui. Aveva bisogno di sapere quanto fosse sensibile.

Mentre i due uomini gli diedero un’occhiata veloce tra le gambe, Michael ridacchiò. – Vacci piano, amico. – esclamò imitando l’accento americano. – I gioielli mi servono ancora.

L’uomo gli diede un’altra scrollata, stavolta con più zelo, ribadendo che il padrone di casa lì era lui e poi gli permise di riprendere la valigetta e di raggiungere la guida che gli era stata messa a disposizione.

Il metal detector era sensibile come aveva immaginato, ma Michael non aveva notato sensori di peso e le guardie poco attente non gli avevano fatto domande. Una guardava ai raggi x il contenuto della valigetta di pelle e le altre due lo avevano esaminato. Tutto come aveva previsto.

La ragazza castana gli fece un sorriso incoraggiante prima di allungare la mano. – Buongiorno. – disse un accento strano. Non era inglese e nemmeno irlandese, parlava con la stessa cadenza di Verity quando imprecava. – Sono Carolina Ciarelli, oggi le farò da assistente nelle sue ricerche.

Michael gliela strinse, studiando la ragazza. La gonna larga e la camicetta gli fecero venire mal di testa per i colori accesi e le ciocche dei capelli le sfuggivano dalla coda che si stava disfacendo. Era la personificazione del disordine, ma mascherò il disappunto dietro un sorriso affabile. Di quella ragazza non gli importava nulla, gli bastava che lo conducesse al libro. – Piacere mio. – rispose stringendogliela.

La ragazza guardò le loro mani corrucciata. – Tirate di scherma, signor Keller?

Michael non si aspettava una domanda tanto diretta e ritrasse la mano, sottraendosi allo studio della ragazza. Non poteva sottovalutare l’intelligenza di quella ragazza. Solo toccandolo aveva scoperto più di quanto lui volesse far sapere. – Ogni tanto. Mi aiuta a rilassarmi. – e la lista di persone che immaginava infilzare si allungava ogni giorno di più. All’attivo aveva ne aveva circa una ventina e in cima c’era Duchessa.

La ragazza annuì facendogli cenno di seguirlo. – Ho letto dei manuali di scherma. È interessante.

Si stavano addentrando su un terreno pericoloso. Michael non era un esperto di scherma, non aveva mai frequentato una scuola o una palestra. Ciò che sapeva derivava dalle nozioni imparate dai suoi avi e quando impugnava una spada o una sciabola i suoi ricordi gli dicevano come muoversi. Non avrebbe mai potuto sostenere un incontro o un discorso contro qualcuno che ne conosceva più di lui a meno che non avessero parlato di storia della scherma.

Cambiò discorso mentre lei gli faceva strada attraverso i corridoi disseminati di schedari. – Da quanto lavorate per il  Trinity? – domandò. Dentro uno solo di quegli schedari doveva esserci un tesoro di conoscenza immenso: l’ubicazione dei testi antichi e moderni.

– Un anno circa. Da quando il mio professore di letteratura inglese si è accorto che mi bastava leggere qualcosa per memorizzarne il contenuto. – si picchettò la fronte con un dito. – La chiamano memoria fotografica.

Michael sorrise sotto i baffi. Le aveva stretto la mano e da lei non aveva percepito nulla di particolare. Era una ragazza normale che camminava intralciata dalla lunga gonna di velluto verde brillante. Mise alla prova le sue capacità deciso a smascherare le sue bugie. – Quanto ancor più bella sembra la bellezza, per quel ricco ornamento che virtù le dona! Bella ci appar la rosa, ma più bella la pensiamo per la soave essenza che vive dentro a lei...

La Regina di SpadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora