Chapter 11: Nyck De Vries

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Alessandria, 2019

"Cecilia, hai forse intenzione di passare tutti i tuoi giorni di riposo a letto?".

"Me lo lasceresti fare?".

"Assolutamente no".

Con uno sbuffo, faccio sbucare la testa da sotto la coperta leggera che mia madre ha gentilmente messo il giorno del mio arrivo, lamentandosi di come abbia lasciato in disordine la stanza l'ultima volta che sono stata qui per le feste natalizie.

Nadia sorride non appena mi vede, parlando poi nuovamente: "buongiorno, raggio di sole. Dormito bene?".

"Bene, ma non abbastanza" sospiro, spostandomi nel letto per fare spazio anche a lei di sdraiarsi.

Da bambine passavamo i pomeriggi così, sdraiate nel letto a dirci segreti che per noi all'epoca erano inconfessabili ad altri, fingendo di non sapere che mia madre era nascosta dietro la porta a controllarci e ad ascoltarci, scegliendo sempre il momento meno adatto per dirci che la merenda era pronta.

Sono passati anni, ma nulla è cambiato davvero.

Stropiccio piano gli occhi, spostando poi i capelli dal viso, aspettando pazientemente che Nadia cominci il suo interrogatorio, e la prima domanda non si fa attendere poi molto.

"Allora... Nyck De Vries, eh? Devo dire che è un bel bocconcino, Ceci, ma non mi aspettavo uno del genere da te. Semmai mi aspettavo Charles".

Alzo gli occhi al cielo alle sue parole, perché non importa quante volte le abbia detto che tra me e Charles c'è solo un'amicizia, lei continuerà sempre a pensare che in realtà siamo perdutamente innamorati l'uno dell'altra.

Ha anche detto che saremmo una coppia perfetta, ma secondo me finiremmo per scannarci dopo una settimana.

Charles è troppo dolce e romantico per una come me, che trova l'apoteosi del romanticismo nel rombo dei motori.

"Niente Charles e soprattutto niente Nyck De Vries. Mi si è avvicinato a Baku, siamo amici, tutto qui. Così come sono amica di Ocon e Boccolacci" rispondo, facendo inarcare un sopracciglio a Nadia.

"Sei amica di tutti questi fighi e nemmeno uno che ti stimoli l'ormone? Cecilia, ma ce li hai gli occhi? No, perchè inizio a nutrire seri dubbi" ribatte lei, guardandomi scettica, ed io sorrido perchè, malgrado questa sete di gossip, Nadia riesce sempre a farmi sorridere e a risollevarmi l'umore.

"Ce li ho, e so che sono dei bei ragazzi. Soprattutto Charles. Ma in questo momento sono troppo presa dalla carriera e dalla Mercedes e dalle macchine...".

"E da Ashton" conclude lei con un sorriso sornione, facendomi capire subito che era esattamente ad Ashton che voleva arrivare.

"Sì, ma non nel senso che intendi tu. Sono presa da lui per il semplice motivo che sono il suo ingegnere".

"Certo... Peccato che le fanpage su Instagram non siano d'accordo" mi rimbecca lei con sguardo eloquente, e sotto i suoi occhi sento le guance farsi rosse, soprattutto ripensando a cosa è successo a Barcellona.

Se la notte delle qualifiche potevo dare almeno in parte la colpa all'alcol, il giorno dopo, una volta finita la gara, non posso dare la colpa che a me stessa, alla mia lucidità e a quella smania che mi ha preso.

Ho baciato Ashton come non avevo mai baciato nessuno, abbiamo pomiciato come non facevo nemmeno a sedici anni, almeno finchè uno dei meccanici non ha bussato, facendomi rinsavire e scappare a gambe levate.

Prima di Monaco sarei dovuta rimanere tutto il tempo a Brackley al quartiere generale a studiare i dati del simulatore e a guardare le statistiche della macchina dopo il Gran Premio di Barcellona, ma alla fine ho praticamente supplicato Toto per avere quattro giorni di riposo, decidendo di tornare ad Alessandria nella speranza che l'amore Ferrarista e l'odio verso la Mercedes di nonno Tino mi facessero rinsavire.

Undercut || 5SoS & F1Where stories live. Discover now