20. Date in Lugano

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Avevano passeggiato un po' per il centro, guardando dall'esterno le vetrine dei negozi e commentando questa o quella cosa del tutto superflua. Ogni tanto ci inserivano qualche nozione più personale, ogni tanto si sbottonavano un po', cercando di sciogliere il ghiaccio che sembrava aver annodato le loro lingue e i loro stomaci.

Nessuno dei due aveva la più pallida idea di che diavolo stessero combinando.

Anna non riusciva a capire perché Jorge avesse accettato di uscire con lei per mostrarle Lugano.

Jorge non riusciva a comprendere perché il suo cervello continuasse a dirgli di stare lontano da lei, ma ogni volta che la vedeva prendeva decisioni di pancia che non erano proprio nel suo stile.

«Entonces... non eri mai stata a Lugano, prima?» domandò Jorge, mentre si fermavano di fronte alla vetrina di Balmelli Sport, un negozio nel quale spesso e volentieri andava a comprare abbigliamento sportivo.

«In realtà sì.» rispose Anna. «Ma Andrea non mi ha mai portato a fare una visita guidata: a volte temo non l'abbia mai fatta nemmeno lui.» ridacchiò, scuotendo il capo. «Ogni tanto mi domando perché abbia scelto proprio Lugano. Insomma, è così lontana da Vasto... così diversa.» mormorò pensierosa, sollevando lo sguardo sugli alti palazzi grigi che li circondavano, freddi nella loro architettura ultramoderna.

«Qui si sta bene.» commentò Jorge, scrollando le spalle. «E' una città calma, dove hai tutto a portata di mano e non c'è molto da fare. Quando sei abituato a fare una vita frenetica come la nostra, poter stare un po' in pace eres un regalo del cielo.» Le sorrise e Anna annuì, distogliendo subito lo sguardo e riportandolo con particolare interesse su un paio di sneakers bianche. «Inoltre qui è più tranquillo che in Italia: la gente non ti ferma per strada ogni due per tre e posso andare in giro senza essere assalito dai fan».

«Già... a Vasto, quando si sparge la voce che Andrea e Belén sono a casa, c'è la fila al cancello. Odio quando succede.» borbottò pensierosa, cacciandosi le mani nella tasche dei jeans e calciando un piccolo sassolino con la punta delle Dr. Martins.

«Non deve essere semplice, essere la sorella di Iannone, eh?» commentò Jorge divertito.

Anna ridacchiò. «Non è facile, no: ma non scambierei il mio posto con nessun altro.» chiarì, con un sorriso sincero.

«Tu e tuo fratello vi volete molto bene, si vede».

«Già, ma ancora non capisco perché abbia deciso di venire a vivere qui.» riprese di nuovo, mentre svoltavano in una via che era esattamente uguale alla prima. «Vasto è un piccolo paese, con mura antiche, dove tutti conoscono tutti e la vita è semplice. Qui... mi sembra tutto così rigido e complicato. Non è un posto per un tipo caciarone come lui... è più un posto per...» Si voltò verso Lorenzo, che la aspettava al varco con un sopracciglio sollevato e un sorriso sghembo. «Per un tipo come te, ecco!».

Jorge scoppiò in una risata allegra. «Non so si prenderlo come un complido o cosa».

«No! Nel senso che tu sembri il tipo di persona che ama starsene in tranquillità, senza attirare troppo attenzioni mediatiche, quando non sei in pista. Andrea è tutto il contrario.» Anna scosse il capo. «Evidentemente questa città ha lati che ancora non ho scoperto, ma finora non mi piace... senza offesa!».

«Nessuna offesa: vivo a Lugano, ma non è di certo la mia città.» dismise Jorge. «Pero si tu vuoi farti una famiglia e stare tranquillo, Lugano è fantastica.» aggiunse, adocchiando una coppia con un bambino piccolo che passò loro accanto. Forse l'uomo lo riconobbe, ma non si fermò a chiedere autografi né lo assillò per una foto con lui, una foto con la moglie, una foto col bambino. Si limitò a rivolgergli un sorriso, che Jorge ricambiò volentieri.

CRASHWhere stories live. Discover now