14. Truth or Dare?

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Stupida, era solo una stupida.

Anna fece di corsa il breve tratto che separava i motorhome Honda da quelli della Suzuki, ma dovette fermarsi sotto le scale, in una zona appartata, prima di salire in quello di Andrea perché era abbastanza convinta di avere su un'espressione sconvolta che il fiatone, le guance arrossate e gli occhi lucidi contribuivano solo a peggiorare.

Si resse la milza dolente con una mano, l'altra era tremante e serrata al mancorrente.

Doveva essere tutto un grosso malinteso. Doveva per forza... niente di così trascendentale come invece la sua mente voleva farle credere.

Alex le aveva detto che quelle due ragazze, Odette e Sandra, fossero amiche d'infanzia di Marc. Essendo loro in Spagna, era ovvio che fossero andate a trovarli, non c'era nulla di strano in tutto ciò, giusto? Era come se degli amici di suo fratello fossero andati a trovare loro nel motorhome di Andrea, quando erano al Mugello o a Misano. Se quelle erano veramente delle amiche, forse la sua reazione era stata da completa sciocca, oltre che completamente spropositata.

Era solo che... cavolo, la loro presenza l'aveva colta del tutto alla sprovvista, non era di certo preparata.

E poi... perché Alex aveva avuto quell'atteggiamento nervoso, come se fosse a disagio di fronte a lei? E perché aveva un'aria da latin lover sconvolto?

Anna scosse la testa, cercando di cancellare quelle considerazioni dalla sua mente prima che cominciassero a vorticare troppo veloce perché lei potesse fermarne il flusso. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, cercando di calmarsi e di far tornare il suo cuore a un battito regolare.

Se Andrea avesse percepito anche la minima avvisaglia di malessere (fosse esso a causa della sua stupida malattia oppure del più comune mal d'amore), avrebbe di certo revocato il suo permesso e non l'avrebbe lasciata andare alla festa... e lei invece voleva andarci.

Voleva andarci? Voleva conoscere Sandra? E vedere Alex con lei?

Non ne era proprio convinta.

Magari è una racchia. – le suggerì una voce maligna nella testa, nella quale non si riconobbe e che la fece sentire un pochino in colpa per il sorriso che le aveva tirato le labbra.

O magari è una strafiga, considerando com'è la sorella. – aggiunse un'altra voce, se possibile ancora più cattiva della precedente.

Anna le scacciò entrambe con uno sbuffò sonoro e si diede un pizzicotto. «Smettila.» si redarguì da sola con un brontolio cupo, mentre si decideva finalmente a salire le scale.

Si introdusse nel motorhome quasi in sordina, sperando forse che Andrea non la notasse, anche se ben sapeva che, quando si trattava di lei, i sensi di suo fratello si facevano improvvisamente ipersviluppati.

«Nina!».

Appunto.

«Già di ritorno? Pensavo avessi detto che andavi direttamente con Marquez alla festicciola.» Non chiamava mai Alex per nome, come se gli desse ancora un po' fastidio l'idea di lui con sua sorella, e il modo in cui aveva pronunciato il termine festicciola faceva intendere quanto ancora fosse contrariato per averla lasciata andare.

«Dovevo...», tergiversò Anna, senza guardarlo, «andare in bagno! Bisogno impellente, sai?» Gli mostrò un sorriso così fugace che Andrea non ebbe nemmeno il tempo di domandarsi se fosse vero o meno, poi sparì in bagno.

Di fronte al suo riflesso, Anna si rivolse un'occhiata mesta e un po' contrariata: stava decisamente reagendo male. Glielo confermò Giorgia poco dopo quando, dopo averle inviato un vocal su WhatsApp, l'amica le aveva metaforicamente tirato le orecchie, asserendo che si stesse comportando come una stupida e che, sicuramente, avesse travisato l'intera situazione.

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