Capitolo 29

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Changbin ci provò. Ci provò con tutto se stesso. Ma non appena sembrò essere migliorato, la sua condizione peggiorò tutto d'un tratto. I suoi anticorpi non riuscivano nemmeno più a combattere i virus.

Il 2 settembre, alle 23:47, Changbin fu sconfitto dalla sua malattia.

Felix era con lui. Stavano parlando di dove avrebbero voluto sposarsi. Felix voleva una cerimonia in chiesa, Changbin in un giardino o un grande prato. Il più grande continuava ad insistere di volere dei fiori neri al matrimonio e ogni volta Felix rispondeva «Devi smetterla con questa aria così dark, amore».

Changbin gli aveva detto che, dopotutto, gli andava bene adottare un gatto, ma gli sarebbe piaciuto avere anche un cagnolino. Felix aveva commentato che solitamente cani e gatti non vanno molto d'accordo e di certo non voleva correre il rischio. Entrambi volevano il lato sinistro del letto.

Ma ad un certo punto Changbin si era fermato e aveva detto: «Sinceramente, Felix, non mi interessa come sarà il matrimonio o chi di noi riuscirà ad usare il bagno per primo al mattino. Già solo il fatto di poterti sposare e poter stare con te è abbastanza.»

[Nda. Sto piangendo solo io? Ditemi di no vi prego.]

Fu in quel momento che Felix cominciò a percepire i suoi occhi farsi lucidi e pensò "non posso davvero vivere senza di te, stupido, quindi Changbin, ti prego, vivi affianco a me per almeno altri dieci anni".

Dieci minuti dopo Changbin aveva cominciato a lamentarsi, dicendo che gli sembrava che il suo petto fosse stato risucchiato in un buco nero, ed era stato portato d'emergenza in sala operatoria. Dieci minuti più tardi, i medici avevano annunciato il decesso. Non era riuscito a sopravvivere alla terza infezione polmonare acuta a causa degli organi gravemente danneggiati.

Era stato strano sentirsi dire che Changbin non ce l'aveva fatta. Felix aveva cercato di prepararsi a quell'eventualità, immaginandosi come sarebbe stato se il fidanzato se ne fosse andato per sempre. Ma quello che stava provando in quel momento non si avvicinava minimamente a ciò che aveva immaginato.

Gli sembrava di essere da solo, in bilico sull'orlo di un precipizio, con delle immense onde che si abbattevano violentemente contro le rocce ai suoi piedi, il vento che ululava il suo nome dolorosamente, incitandolo a saltare nell'acqua sotto di lui. Ma ancora prima che potesse prendere una decisione, il mare lo inghiottiva completamente, trascinandolo fin nell'oscurità degli abissi.

Felix voleva solo piangere. Voleva urlare al mondo che non era giusto. Voleva pretendere di poter vedere Changbin e constatare con i suoi occhi che era tutto vero. Voleva tornare indietro nel tempo e bloccarsi nel passato, un passato in cui Changbin era ancora vivo.

Ma rimase in silenzio, fissando il vuoto davanti sé, rifiutandosi di credere a qualsiasi cosa il dottore stesse dicendo prima di averlo verificato di persona.

«N-no, voglio...voglio vederlo. Devo vederlo» mormorò incoerentemente, superando il medico – ignorando le sue proteste – e spingendosi oltre la porta girevole.

Riuscì a vedere la pelle pallida di Changbin, prima che due infermiere lo coprirono con un lenzuolo bianco. I suoi occhi si spostarono immediatamente sul monitor accanto al suo corpo inerte. Una sola linea piatta fu tutto ciò che vide.

Era tutto vero. Felix non riuscì più a reggersi sulle sue stesse gambe e crollò a terra. Delle infermiere gli corsero incontro e gli chiesero se stesse bene, ma non riusciva a rispondere.

«Perché» sussurrò, con la voce spezzata e la vista annebbiata. «Avevi detto che non mi avresti lasciato di nuovo».

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The Marriage Pact || Changlix [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now