Poi Felix parlò. «Ti manca la tua famiglia? Non poter festeggiare il tuo compleanno con loro?»

Changbin non rispose, inizialmente, e Felix lo lasciò pensare.

«Certo che mi manca» disse. «Ma va bene così, mi chiamano spesso. Non è che abbiamo perso completamente i contatti. Mi hanno scritto stamattina, per farmi gli auguri.»

Felix annuì, contento per il suo fidanzato. Nonostante tutto, la famiglia era sempre importante.

«Oh, e mia sorella ha detto che mi manderà il suo regalo per posta, quindi sono un po' eccitato» aggiunse Changbin, sorridendo leggermente. Felix sapeva quanto Changbin amasse la sorella, tanto che si scrivevano tutti i giorni.

«Quindi, che desiderio hai espresso?» chiese Felix.

Changbin batté le ciglia. «Intendi per il mio compleanno?». Felix annuì di nuovo in risposta.

«Hmm...di migliorare.»

Felix corrugò le sopracciglia. «In cosa?»

«Nello spegnere le candeline perché, Gesù, ho dovuto soffiare tre volte prima che si spegnessero tutte!»

Felix alzò gli occhi al cielo.

«Dai, sai che non posso dirti il vero desiderio altrimenti non si realizzerà...» scherzò Changbin, per poi circondare le spalle del fidanzato con un braccio e tirarselo più vicino.

Poi sospirò. «Non ci credo che ho ventisette anni. Sono tanti, wow...»

Felix ridacchiò, guardando Changbin con gli occhi pieni d'amore. «Vero. Non ci credo che ci siamo incontrati alle superiori. Sembra una vita fa.»

«Sì? Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati, però» disse Changbin con un sorriso pensieroso in faccia, ripensando a quando di anni ne aveva solo diciassette.

10 anni fa

Changbin stava percorrendo il corridoio velocemente, insultandosi mentalmente per aver dimenticato il portafoglio nell'aula di musica. Lo trovò appoggiato sul pianoforte, con tutto ancora al suo posto, e sospirò per il sollievo.

Mentre stava uscendo, per niente desideroso di restare a scuola dopo il suono dell'ultima campanella, della musica hip hop a basso volume catturò la sua attenzione. Proveniva da una delle sale di danza, a poche aule di distanza da quella di musica.

Changbin raggiunse l'unica sala prove con le luci accese e, quando si intrufolò al suo interno, vide un ragazzo biondo ballare, totalmente concentrato. Si guardava allo specchio mentre muoveva i fianchi al ritmo della musica, con un tempo perfetto ed emanando grande sicurezza.

Aveva i capelli appiccicati al volto in uno stile per niente attraente, la maglia bianca gli aderiva alla schiena a causa delle gocce di sudore che scivolavano e indossava dei semplici pantaloni di tuta grigi; eppure Changbin non riusciva a distogliere lo sguardo da quello sconosciuto.

Il modo in cui si muoveva a ritmo. Il modo in cui si passava le dita tra i capelli sudati. Il modo in cui cadde a terrà quando tentò una capriola in aria all'indietro ­–

Changbin sussultò e spinse la porta senza pensarci, correndo verso il ragazzo per poi chiedergli se stesse bene.

Il ballerino biondo stava gemendo a causa del dolore, con una mano appoggiata sulla schiena e il volto colorato da una smorfia.

«Starò bene, non credo di essermi rotto qualcosa...oltre il mio orgoglio, ovviamente» scherzò, sedendosi e lanciando uno sguardo allo sconosciuto che era corso in suo soccorso. «E proprio davanti ad un ragazzo carino, lasciami dire. Complimenti a me, che tempismo.»

The Marriage Pact || Changlix [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now