Daisy

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Daisy.



I corridoi della scuola erano completamente vuoti, deserti, e Lydia ci camminava con la massima tranquillità, senza fretta e con calma.

Non c'erano ragazzi che avrebbero potuto spintonarla facilmente mentre lei andava verso il suo armadietto. Ora, era come se quel piano superiore della scuola, quel corridoio, fosse solo suo e se avesse voluto, avrebbe potuto urlare o lanciare qualsiasi cosa per aria perchè, tanto, nessuno le avrebbe detto di non farlo. Era sola.

O almeno così credeva.

Svoltò l'angolo e prima che potesse allontanarsi maggiormente, una voce la fece voltare.

«Ciao, Lydia.»

Davanti ai suoi occhi c'era Jake McCall, con un sorriso beffardo e malizioso stampato sul volto e i suoi occhi sempre carichi di odio, vendetta, rabbia. Avanzava verso di lei, mentre Lydia indietreggiava spaventata. Voleva correre, il piu' lontano possibile da lui e rifugiarsi da qualsiasi altra parte, ma sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta. Jake l'avrebbe presa.

Il suo cuore batteva forte contro il suo petto, per l'immensa paura che stava provando. Temeva, e ne era anche sicura, che McCall le avrebbe fatto del male. Ma si ricredette quando vide che lui posò il coltellino che aveva in mano, nella tasca dei suoi jeans.

Aveva qualcos'altro in mente e Lydia lo sapeva, aveva gia' capito tutto.

Iniziò a tremare e sperò con tutta se stessa di non trovarsi contro il muro da un momento all'altro mentre continuava ad indietreggiare.

I suoi occhi erano fissi in quelli di lui perchè temeva che se avesse distolto lo sguardo anche solo per un attimo, lui ne avrebbe approfittato avvicinandosi velocemente a lei in un attimo.

Era come se lei fosse la sua preda.

Il leone e l'agnello; solo che, a differenza di Twilight, il predatore non si sarebbe innamorato della sua vittima, ma l'avrebbe usata e forse poco dopo uccisa.

D'improvviso, vide Jake fermarsi e guardare dietro di lei. Il suo sguardo da rabbioso passò a di sfida e anche impaurito. E lentamente, tornò indietro, scomparendo nell'oscurità.

Cosa c'era di così pauroso da spaventare il suo predatore, il suo leone?

Lydia lentamente si voltò e il suo cuore, dallo battere forte per via dello spavento, era passato allo battere forte per la contentezza, la gioia, la felicità.

«Zayn...»

Lui le sorrise. «Ciao piccola.»

Come al solito, il rossore sulle sue guance non tardò ad arrivare. Eppure lei, seppure fosse una cosa che accedeva oramai sempre visto che lui la chiamava così, non ci era ancora abituata. E anche sorridere spontaneamente a quel nomignolo, era ancora una cosa nuova per lei.

Camminò verso di lui ma quando stava per essere quasi ad un metro di distanza dal moro, i piedi, di nuovo, erano come se fossero attaccati al pavimento. Non riusciva a camminare, non riusciva ad andare oltre, non riusciva ad avvicinarsi a lui.

«Perchè non posso avvicinarmi piu' di così a te?»

«Perchè potresti farti del male.»

«Come potrei farmi del male standoti solo accanto?»

«Perchè potrei fartene io.»

When my eyes met yours.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora