2.2 La Papessa - Notti Insonni

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– Sai che a Chris non piace che tu stia sveglia fino a tardi. – proseguì Verity. Un’altra occhiata spaventata da parte di Nyvie e un altro biscotto sparito alla velocità della luce. Forse la preoccupava che lei andasse a dire a Christian che aveva trovato Nyvie in cucina da sola di notte. Del resto, anche lei era sveglia nell’enorme villa di Christian. Era un’ospite trattata bene, non poteva negarlo. Aveva la sua stanza con il bagno privato e tutti i comfort. E Christian aveva inviato anche il suo maggiordomo a comprarle degli abiti nuovi il giorno stesso che era arrivata. Ora aveva il cassettone color abete pieno di costosissimi pantaloni di lino, cargo e jeans, shorts e canotte colorate. Maglie e camice con i bottoni di madreperla ben stirate e appese in ordine per colore. I pigiami estivi erano coordinati con quelli di Nyvie su desiderio di Christian e nel grande armadio a specchio erano stati sistemati più abiti di quanti lei ne avesse mai portati. E tutto era stato completato da decine di scarpe, sandali e anfibi in ecopelle.

Tutto quello di cui lei poteva aver bisogno, Chris glielo procurava o chiamava qualcuno che glielo procurasse per lui, ma c’erano delle cose che lei non poteva fare: gironzolare per la villa da sola senza che qualcuno dei domestici la guardasse male e non poteva uscire senza che Mikelich la seguisse. Chris le aveva detto che era per la sua sicurezza e per impedire che si perdesse, in realtà si sentiva una prigioniera speciale sotto sorveglianza.

Nyvie fece sparire altri due biscotti e Verity le sorrise. – Non glielo dirò. Tu mangia in fretta e torna a letto.

Nyvie scese dalla sedia con il bricco del succo in mano e aggirò il tavolo sedendosi accanto a lei in silenzio. Gli unici suoni in cucina furono quelli della ghiacciaia e Nyvie che beveva rumorosamente tenendo il succo alla pesca con due mani.

Verity rimase in silenzio godendosi il tè che si era preparata. In quella villa tutto veniva fatto dal personale, le bastava suonare il citofono e la cameriera del turno di notte le avrebbe preparato tutto ciò che desiderava. Scherzando aveva chiesto se potesse avere una pizza alle tre del mattino e loro si erano mossi per preparargliela spiegandole che Chris aveva dato loro delle indicazioni precise. Farsi quel piccolo tè in cucina, senza avvertire nessuno le dava un senso di cupa soddisfazione. Chris poteva anche mettere una fila di piccoli punti chirurgici su un braccio, ma non sapeva nemmeno fare un caffè, doveva sempre affidarsi a qualcun altro. E Verity considerava di importanza vitale saper preparare un buon caffè.

Finiti i rispettivi spuntini le due ragazze fecero sparire le prove del misfatto e si scambiarono uno sguardo di intesa prima si separarsi sulla porta della cucina. Christian e Mikelich non avrebbero mai dovuto saperlo.

Salì le scale a chiocciola che portavano verso la sua stanza ricordandosi dove fosse la camera rispetto al resto della villa. Chris le aveva fatto fare un giro veloce dei luoghi che potevano interessarle fermandosi sulla biblioteca di famiglia e la piscina coperta. Quando aveva guardato il padiglione della piscina la prima volta Verity si era chiesta quanti soldi avesse Christian e come potesse pensare che la gente comune potesse permettersi una piscina come quella. Poteva ignorare i mosaici sul fondo della vasca, ma non poteva fingere di non vedere il complesso di statue da cui usciva acqua bollente che percorreva dei rigagnoli prima di gettarsi nella piscina. Chris le aveva detto che sua madre aveva fatto costruire quelle statue quando era nato per festeggiare la nascita di un Arcano in famiglia. La statua centrale, la donna che teneva spalancata la bocca del leone rappresentava lui: La Forza. Le altre statue più piccole rappresentavano gli altri Arcani Maggiori. Ventidue statue diverse e ognuna aveva uno sbocco per l’acqua calda. Riconobbe tra esse la Temperanza, il Sole e la Luna. Erano tutte rappresentate come apparivano nelle carte classiche e Verity non osava avvicinarsi alla piscina. Era inquietante fare il bagno con ventidue paia di occhi puntati contro.

Se Chris si fosse fermato a mostrarle solo la piscina lei avrebbe continuato a pensare lui fosse un ragazzo po’ eccentrico e viziato, ma più lui proseguiva con la visita, più Verity si chiedeva da dove Christian fosse saltato fuori. Non solo il parco della villa poteva concorrere con quello di Villa Borghese, ma aveva anche la sua chiesa personale costruita in fondo a un viale di querce e nella cripta c’erano sepolti i suoi antenati. Decine e decine di nomi scritti su marmo bianco e otto sarcofagi con i volti dei capostipiti scolpiti nella pietra e lo stemma di famiglia con il motto inciso sul soffitto.

La Regina di SpadeWhere stories live. Discover now