Capitolo 23

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*spazio autrice*
Raga mi sono accorta di aver pubblicato il 24 prima del 23, ecco a voi

Tony's P.O.V.

Non avevo il coraggio di guardare Peter e magari farlo stare ancora male, quindi feci quello che mi veniva spontaneo fare con lui da quando lo conoscevo: lo spiai tramite il costume.

Quando tornò a casa, se lo infilò, poi andò davanti allo specchio e, togliendosi la maschera, disse, a bassa voce << forse dovrei restituire anche questo, Spider-Man dovrebbe tornare alla prima versione >> se lo tolse, lanciandolo sulla sedia, zia May non era in casa.

Si sedette sul letto e rimase pensieroso per qualche minuto, dopo di che prese una busta... la busta dentro la quale gli avevo dato il costume, e lo mise dentro, chiudendola.

A quel punto non vidi più niente.

Capì che forse stava venendo a restituirlo, quindi chiesi a Happy una cortesia.

<< Happy, quando Peter verrà a restituire il costume, digli di portarlo nel laboratorio, dagli il codice di accesso, e digli che io non ci sono >>

<< Certo, Signor Stark >> rispose lui

Sentì qualcuno entrare in casa, probabilmente Martine, tornata da fare shopping con Natasha.

<< Tony! Sono tornata! >> mi chiamò << ho fatto la spesa, ti ho preso quei dolci al cioccolato che ti piacciono tanto! >>

<< Sei la migliore! >> salì al piano di sopra, dove la bionda stava sistemando le cose comprate nei vari cassetti

Si girò verso di me e, dopo avermi guardato storto, chiese << Che hai? E non provare a dirmi "no, non ho niente, sono un genio, miliardario e BLA BLA BLA" >>

<< Io non parlo così! >>

<< Certo, certo >> salì sul tavolo << dimmi, che ti prende? >>

<< Si tratta di Peter >> mi massaggiai nervosamente il collo << Era... impaurito... dal fatto che un giorno potremmo avere un figlio e io non lo considererò più... >>

<< Ha ragione >> disse solo lei

<< Come!? Io non smetterei mai di comsiderarlo! >> dissi

<< Ma lui non lo sa, insomma, crede che non potrà mai essere completamente felice, una parte di lui pensa che tutti prima o poi lo abbandoneranno, te compreso, la sua nuova figura paterna >> mi spiegò lei

<< E tu come fai a saperlo? >>

<< È successo anche a me >> disse << quando me ne andai di casa e venni in America per far parte dello S.H.I.E.L.D., un agente mi prese sotto la sua ala, fino a che non si sposò ed ebbe un figlio... mi sentì abbandonata, fu dura senza di lui... non voglio che accada con Peter >>

<< Anche a me è successo, allora, ma sono abbastanza chiuso sull'argomento, inoltre anche le circostanze sono diverse >>

<< Ora me la dovrai raccontare, bello mio >> Martine si piegò in avanti << prego >>

<< Obadiah Stane, vicenda molto famosa di cui tu saprai già tutto >> le dissi, cercando di concludere

<< Esatto, so ogni minimo dettaglio >> confermò la bionda << ma voglio che me lo racconti tu >>

<< Non me la sento... >>

<< Conosco svariati modi per estorcerti informazioni, quindi o con le buone o... >> mi si avvicinò all'orecchio << con le cattive >> mi sussurrò sensualmente

<< Preferirei con le cattive, ma, dato che fra poco Peter verrà qui, per oggi con le buone >> le dissi, abbastanza dispiaciuto << Obadiah era uno dei migliori amici di mio padre e, come ben sai, per me era un degno sostituto del mio vecchio, ma, come sempre tu sai, pagò dei terroristi per imprigionarmi, io creai Iron Man e il resto beh... è storia >> spiegai velocemente

<< Credo che tutti qui abbiamo gravi problemi con le figure paterne >> disse lei, e io non potei fare altro che annuire

Sentimmo il rumore dell'ascensore e, dalle telecamere, vidi che era Peter.

<< Io vado a nascondermi, così vi lascio soli >> Martine mi diede un veloce bacio, andandosene poi sulla terrazza

Io invece mi nascosi in laboratorio.

Peter, come previsto, entrò, ma quando lo fece, le luci si accesero e, al posto di una stanza vuota, trovò me.

<< Happy mi aveva detto che... mi dispiace, tolgo il disturbo >> fece per andarsene, imbarazzato, ma io lo fermai, toccandogli il braccio

<< Peter, ho capito cosa intendevi... mi dispiace di averti dato questa impressione e di averti fatto piangere... io tengo a te, sei come un figlio, anche se mi costa ammetterlo dato il mio orgoglio eccessivo, ma non voglio che ti senta trascurato, io ti vorrò sempre bene e ti tratterò sempre come un figlio, anche quando (forse) ne avrò uno con Martine >> gli dissi, aprendo le braccia per farmi abbracciare

Gli occhi gli tornarono lucidi e, subito, mi abbracciò forte, cominciando a piangere sulla mia maglietta, inzuppandomela tutta.

Ok, questo non me l'aspettavo.

È molto sensibile il ragazzo.

<< Ehm >> feci un colpo di tosse, per fargli capire che era il momento di staccarsi, e lui, subito, lo fece, asgiugandosi gli occhi e sorridendo

<< Le voglio bene, Signor Stark >> disse

<< Anche io, bimbo-ragno >> sorrisi, anche se il tutto era parecchio imbarazzante

Behind the mask || Tony StarkWhere stories live. Discover now