Chapter VII: memories that kill.

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Tirai su con il naso. <<Ma io non voglio che voi ve ne andiate!>> dissi abbracciando mia madre.

<<Tesoro, ora devo andare. Tu stai tranquilla, domani ci vedremo e potremo stare un po' insieme. Ora va a metterti il pigiama e vai a letto, okay?>> disse mettendosi alla mia altezza e mettendomi una mano in testa.
Annuì e lei mi diede un bacio sulla fronte.

<<Mamma e papà ti vogliono bene>>

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<<Hey Lucy!>>
Uscì dalla mia cameretta e corsi verso la sala.
Era mattina presto e mio padre era appena tornato da lavoro.

<<Papà!>> dissi abbracciando mio padre.
Lui ricambiò il gesto, dopo si levò il cappotto e infilò una mano nella tasca.

<<Ho una sorpresa per te>> disse sorridendo.

<<Una sorpresa? E cosa??>> chiesi emozionata.

Mio padre tirò fuori dalla tasca un coniglietto bianco di pezza.

<<Tieni, lui si chiama Lippy>> disse porgendomi il giocattolo.

Afferrai il coniglietto e abbracciai mio padre, scoppiando a piangere.

<<Grazie papà!>>

<<Di niente>> disse lui accarezzandomi i capelli.

-

All'epoca avevo solo sei anni, quelli si che erano bei tempi.
Certo, non eravamo ricchi.
Non vivevamo in una di quelle case lussuose che si permettono i ricchi.
Non avevo tutto quello che volevo.
Avete presente quelle piccole casette nelle periferie delle città? quelle nei quartieri mal ridotti? quelle in cui i vostri genitori dicono di non avventurarvi? Ecco, io abitavo proprio lì.
I miei genitori passavano la maggior parte del loro tempo a lavorare, e io restavo a casa, e quando crebbi un po', cominciai ad uscire di casa con gli amici della periferia, a combinare un guaio dietro l'altro.
Dopotutto non era una brutta vita, avevo i miei amici, la mia casa, i miei genitori...fin quando non arrivò quel giorno.

-

Io, mia madre e mio padre eravamo in macchina.
Era estate, il sole batteva davvero forte e quel giorno saremmo dovuti andare al mare.
Io ero seduta dietro, assieme al mio coniglietto, e guardavo fuori dal finestrino le case del mio quartiere che pian piano si allontanavano.
Ero elettrizzata all'idea di andare al mare, come lo poteva essere una bambina di nove anni.
I miei genitori stavano parlando di lavoro, mentre una musichetta allegra rieccheggiava nella vettura.
Sembrava tutto tranquillo, tutto allegro.
Ad un tratto, il suono di un clacson mi risvegliò dai miei pensieri, e guardando avanti mi accorsi della situazione.
Riuscì a scorgere solo un camion che, venendo dalla parte opposta, aveva occupato la nostra corsia.
Mio padre tentò in tutti i modi di evitare il camion, ma l'impatto fu inevitabile.
Terrorizzata, afferrai il mio coniglietto e mi rannicchiai sul sedile posteriore.
Ricordo le grida dei miei genitori, il rumore delle lamiere...poi il buio.

Dopo un po', sentì delle voci femminili

<<La bambina mostra segni di vita>>

Where are you now? ||Nalu||Où les histoires vivent. Découvrez maintenant