Capitolo 11

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Dopo i primi tre bicchieri di alcool, che ancora non avevo del tutto identificato, iniziai a sentirmi più leggera e spensierata e con la sicurezza di Ryan al mio fianco mi sembrò davvero di poter fare di tutto

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Dopo i primi tre bicchieri di alcool, che ancora non avevo del tutto identificato, iniziai a sentirmi più leggera e spensierata e con la sicurezza di Ryan al mio fianco mi sembrò davvero di poter fare di tutto. Aveva riacquistato un po' di punti dopo avermi difesa davanti a quelle cornacchie.

«Ti piace la festa?» mi chiese Ryan all'orecchio per sovrastare la musica ad alto volume.

Appena sentii la sua voce lontana anni luce sobbalzai.

«La domanda giusta non è questa, devi chiedermi se c'è qualcos'altro da fare per poterla migliorare». Gli feci l'occhiolino e presi a ballare insieme ad altri ragazzi che si scatenavano nel soggiorno ormai reso un disastro.

«Allora credo che dovrò andare a prendere altro da bere». Ridacchiò e finalmente tolse la mano dal mio fianco.

«Boom, baby! Ci hai preso!»

Ma come diavolo parlavo? Forse dovevo smetterla di bere...

Almeno le "figuracce" erano limitate a quel tipo e non coinvolgevano un numero di persone al di fuori della norma.

Rossa in viso mi sedetti sul bracciolo del divano, ma scelsi quello pieno di coppiette che per quanto fossero avvinghiate mancava poco scopassero lì, davanti a tutti.

«Prendetevi una camera», dissi a bassa voce, dandogli le spalle.

Mi ritrovai davanti Crystal e le sue amiche che mi guardavano davvero come avvoltoi, ne mancava uno per formare il quartetto della Disney nel film de "Il libro della giungla", ma erano davvero tonte come loro.

«Perché non vieni con noi per il gioco della bottiglia?»

A quel punto nella mia mente suonarono campanelli d'allarme, luci rosse a led e sirene con tanto di macchina della polizia. Non dovevo andarci, assolutamente no, era una fottuta trappola.

«Sto aspettando una persona», mi imposi di far uscire quelle parole dalla mia bocca senza compromettermi in altro modo.

«Chi, Ryan?»

«Credo che sia impegnato».

«Lo stesso che sta pomiciando con Lory Steward?» Parlarono tutte e tre all'unisono, come fossero un cazzo di marziano a tre teste con il rossetto sulle labbra.

Mio Dio, solo tre drink e già stavo uscendo pazza?

Mi confusero, ma un dito mi indicò la cucina che si riusciva a intravedere anche dal divano ed effettivamente c'era Ryan e una tizia con i capelli rossi che ci davano dentro a forza di toccate e quant'altro.

«Gli uomini sono tutti uguali». Kylie mi prese sotto braccio ed io la guardai con una faccia schifata e allo stresso tempo sbigottita da quel contatto. Lei mi lasciò subito, rendendosi conto di quello che stesse facendo, ma non si scollò dal mio fianco, incitandomi a seguire le altre due. «Dai, andiamo, ti divertirai!»

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