Capitolo 9

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Il rumore delle lame che scivolavano sul ghiaccio, tagliandolo e creando disegni astratti, mi rilassava in un modo incredibile

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Il rumore delle lame che scivolavano sul ghiaccio, tagliandolo e creando disegni astratti, mi rilassava in un modo incredibile.

Ondeggiavo e andavo a ritmo di musica dopo che l'insegnate ci aveva lasciato qualche minuto libero dopo la lezione per svagarci un po' e mettere in atto tutta la nostra creatività.

Cercavo di non guardare i miei compagni di corso, anche perché erano veramente più bravi di me, e provavo a concentrarmi solo su me stessa.

Non c'era nessuna gara, o almeno non con gli altri, dovevo solo riprendere fiducia in me stessa, nei pattini e sul ghiaccio. Un tempo la pista era stata la mia seconda casa, ora la vedevo come una vecchia amica con la quale sfidarmi fino all'ultimo colpo.

Andava tutto bene in fondo, ero racchiusa nel mio mondo, e piano piano sarei ritornata a fare i salti che tanto mi piacevano.

Provai con un toe loop e schivai all'ultimo una ragazza che non si era accorta che mi stava venendo addosso, poi ci riprovai ancora e ancora, sentendomi bene e allo stesso tempo imbranata per il fatto che quello fosse uno dei salti più semplici che ci fossero.

Mi sentivo una bambina, ma dovevo imparare a fregarmene.

Il problema però non fu quando decisi di passare al livello successivo e fare un flip, ma quando con la coda dell'occhio vidi tutta la squadra di hockey ammassarsi proprio fuori la pista, aspettando il loro turno per gli allenamenti.

Sbuffai incrociando per un secondo lo sguardo con Seth e innervosita ripresi con il mio allenamento, provando ad eseguire un flip. Odiavo dovermi rendere ridicola sotto i suoi occhi, ormai non pattinavo da molto tempo e avevo perso l'allenamento. Per non parlare del fatto che avessi il terrore di cadere e non volevo dargli un motivo in più per prendermi in giro.

Presi un po' di rincorsa, mentre tutti gli altri miei compagni si cimentavano in coreografie il doppio più difficili delle mie. Mi posizionai e puntai il piede destro, saltai e mi staccai dal ghiaccio, raccogliendo le braccia e ruotando. Feci un giro completo e atterrai sulla stessa gamba con la quale avevo iniziato, visto che il filp si eseguiva proprio in quel modo ed era quella la difficoltà in più rispetto al toe loop.

Ma all'ultimo secondo, proprio quando stavo iniziando a sorridere come un'ebete per esserci riuscita, alzando anche la gamba opposta sulla quale ero atterrata per l'equilibrio, fui travolta per terra.

Un corpo il doppio del mio entrò in collisione con me, spedendomi a terra e facendomi graffiare tutto il gomito scoperto contro il ghiaccio.

Dopo aver scivolato per qualche secondo, mi resi conto che era un ragazzo del mio corso e che era finito addosso a me, facendomi un male cane e andando a premere sulle zone già piene di lividi per tutti gli allenamenti e le cadute che avevo fatto.

«Oh, cazzo, scusami». I suoi capelli neri mi finirono in faccia e poi si sollevò, mentre tutto il suo corpo era ancora premuto sul mio e la mia schiena iniziava a raffreddarsi sempre di più.

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