Chapter Fifteen

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Quando il resto del branco andò via, Alysea si avvicinò a Jacob, prima che il piano potesse iniziare aveva bisogno di chiarire ciò che c'era stato prima fra i due.
"Ei" disse lei mettendo una mano sulla sua spalla, poteva avvertire quanto egli fosse preoccupato.
"E se anche stavolta non dovessimo vincere? E se morissi anche stavolta?" Disse lui guardandola.
"Se dovessi morire non avrà importanza, basta che voi tutti vivrete" rispose Alysea.
"Come fai a dire una cosa del genere? Se dovessi morire io..." il ragazzo si trattenne da ciò che stava per dire.
"A proposito di questo, è giusto che parliamo di quanto successo prima" lo incitò la ragazza.
"Alysea non mi priverò dei miei sentimenti, ti ho baciato perché ne avevo voglia...per me non sei una semplice amica, mi sembra ovvio" disse Jacob mentre cercava di non mostrare l'imbarazzo che si era impossessato del suo corpo.
"Per me è diverso" disse lievemente la ragazza abbassando lo sguardo.
"Lo so" guardò fisso un punto l'alpha. Sapeva che anche se lei non ricordava, il suo cuore non avrebbe mai dimenticato.
"Sono confusa Jacob, non mi posso permettere di pensare all'amore in questo momento. Ho bisogno di portare a termine questa missione e se dopo avrò compreso i miei sentimenti, saprò di certo cosa vorrò" disse rialzando lo sguardo.
"So anche questo" la tranquillizzò il ragazzo.
"Grazie" lo abbracciò Alysea e l'alpha non poteva far altro che ricambiare dolcemente
quell'abbraccio che gli riempiva l'anima.

Alysea si fece un lungo bagno, dopo di che sarebbe andata con il resto del branco a trovare i lupi mangia morte.
Quando uscì dalla vasca si guardò allo specchio. Quei lunghi capelli fucsia erano ormai diventati delle punte rosa e si riusciva a vedere chiaramente  il biondo che per tanti anni aveva cercato di nascondere era tornato a far parte della sua vita. Prese una forbice e iniziò a tagliare quelle punte rosa, seppur corti, quelli erano i capelli che la rappresentavano; era come una rinascita, non aveva più bisogno di dimostrare agli altri di essere ribelle, ne tantomeno aveva bisogno di nascondere il colore dei capelli tanto simile a quello della madre.
Era andata avanti, sapeva che ormai quella vita non le apparteneva più. Quello che era diventata, gli amici di cui si era circondata era la vera famiglia che le restava e avrebbe combattuto affinché restassero tutti vivi.
All'improvviso Alysea accusò un forte mal di testa e altre immagini riaffioravano la sua mente, comprendevano quelle di una ragazza che correva al fianco di un ragazzo.
Non riusciva a vederne il volto, ma anche in quest'occasione sapeva che si trattava di residui della sua memoria.
Quando il dolore diminuì cerco di ricordare anche solo un minimo particolare che avesse potuto associare a qualcuno ma l'unica cosa che ricordava era la palestra in cui si trovavano e corrispondeva a quella della sua scuola e i suoi capelli fucsia.
Era anche inutile sforzare la sua memoria perché più cercava di ricordare più sembrava che stesse dimenticando altri particolari, questa situazione era diventata snervante dal momento in cui si sentiva vuota come se avesse perso qualcosa d'importante quella sera, oltre alla sua migliore amica.
Prese dei vestiti dall'armadio e andò a cambiarsi, tutti sotto l'aspettavano ed ora doveva solo concentrarsi su ciò che doveva affrontare: un tu per tu con i carnefici della morte dei suoi genitori.

"Credevo che fosse solo una diceria che le ragazza stanno molto... oh cazzo, che fine hanno fatto i capelli!" Disse sorpreso Miles, alla fine non erano poi così corti, raggiungevano appena sopra le spalle ma rispetto a quanto fossero lunghi prima, l'effetto sorpresa c'era lo stesso e Alysea, ne era contenta.
"Ti donano" gli sussurrò Jacob.
"Bene, andiamo!" Disse la ragazza mentre cercava di non mostrare le guance rosse, tutti la guardavano e non era abituata a tutti quegli sguardi.

"Ragazzi voglio che stiate attenti e non che non rispondiate ad alcuna provocazione, perché fidatevi ce ne saranno un sacco" avvertì l'alpha.
Si trovavano di fronte ad un Hotel disastrato ed abbandonato, dentro si trovava tutto il branco dei mangia morte che contava un numero maggiore rispetto agli altri due clan. Molti dei lupi che si trasformavano non riuscivano a privarsi del sangue umano e della voglia di cacciare le persone.
In realtà fu proprio a causa di Clifford che la pace fra umani e lupi fu interrotta.
I mangia morte credevano che i genitori di Alysea fossero venuti per ucciderli e quindi erano convinti che fossero stati loro i primi ad aver infranto il loro patto. E non avevano del tutto torto, ma ciò non toglieva il fatto che fossero dei mostri.
"Alysea invece voglio che tu sappia che ti trovi letteralmente nella tana dei lupi, riconosceranno il tuo odore e lo assoceranno a quello dei tuoi genitori quindi per favore, mantieni la calma" le disse l'alpha. La ragazza annuì, sapeva che avrebbero fatto di tutto per ferirla e lei non avrebbe dovuto cedere.
Jacob, con affianco Alysea e il resto del branco dietro di loro, si diresse all'entrata del Hotel per poi bussare. Le porte si aprirono da sole e una ventata di polvere li raggiunse.
"Sicuro che vivono ancora qua?" Chiese Dylan.
"Shh è una trappola, è per attirare i turisti e poi mangiarli" li avvertì il capo.
"Avevo sentito odore di umani, ma non credevo che fosse quello di una Davis" Sogghignò qualcuno dietro di loro, Alysea si girò di scatto.
"Una cacciatrice accompagnata da un branco di lupi, sembra quasi una barzelletta" disse il ragazzo accanto.
"Non sono una cacciatrice" ringhiò la ragazza.
"Beh...Forse non più" la corresse un altro lupo che spuntò dietro di loro.
"Come fai a saperlo" Chiese la ragazza.
"Sono l'alpha, credi che non sappia ciò che succede in città?" Rise quest'ultimo.
"Comunque, venite con me" gli suggerì, era l'alpha del clan dei lupi mangia morte ed Alysea non faceva altro che pensare alla morte dei suoi genitori e che quel lupo fosse proprio colui che li aveva sbranati.
"Benvenuti nella nostra dimora, ora se vorreste dirci il motivo per il quale i lupi guaritori ed una ex cacciatrice che porta il cognome Davis, si trovino qua... ne sarei felicissimo" l'alpha prese posto nel suo trono. Alla ragazza venne da ridere ma cercò di sembrare più seria possibile.
"Siamo venuti a chiedervi un favore. Vi andrebbe di unirvi alla nostra battaglia contro Clifford e i suoi cacciatori?" Gli disse Jacob.
A quelle parole l'alpha che prendeva il nome di James, rise grossamente.
Alysea si avvicinò di fronte al l'alpha e lo guardò seria.
"Me lo devi, tu e la tua specie me lo dovete" James smise di ridere e ricambiò lo sguardo serio.
"Sai allora quanto tu e i cacciatori ci dovete a noi lupi? Quante famiglie i tuoi genitori hanno sterminato?" Quelle parole per Alysea furono come una doccia fredda. Da sempre era convinta che i buoni fossero loro, che proteggevano gli umani da chi li voleva morti ma mai si era resa conto che in questa storia non esistevano buoni e cattivi, ma erano solo punti di vista.
"Bene, entrambi abbiamo qualcosa per cui combattere. È la vostra occasione per vendicarvi" disse la ragazza.
"E tu cacciatrice, cos'hai da vendicare?" Sogghignò l'alpha.
"Non sono una cacciatrice" sussurrò lei ad un centimetro dal suo viso mostrando il colore degli occhi diverso.
Era riuscita quasi a controllare quel potere immenso che possedeva e se il branco non aveva intenzione di combattere al loro fianco, lo avrebbero fatto per il bene del potere che Alysea che possedeva; perché nonostante fosse l'arma della loro distruzione era anche quella che li avrebbe protetti.
James sorrise.
"Bene, noi ci saremo."

"Come stai?" Chiese Jacob ad Alysea al loro ritorno a casa. Era preoccupato che l'aver avuto un incontro ravvicinato con chi aveva sbranato i suoi genitori l'avesse scossa.
"Bene" disse semplicemente lei. Ed era vero, stava bene, l'unico nemico in questo momento a cui doveva pensare era solo ed esclusivamente uno, e lo avrebbe sconfitto.

Alysea si allontanò dal resto del gruppo tornando nel luogo in cui aveva incontrato Cris, sperava d'incontrarlo di nuovo perché la sua presenza le dava un che di pace.
E come sperava, lui era là, seduto nel posto di ieri con i suoi capelli ricci e lo sguardo perso nel vuoto, si mangiucchiava le unghie come se fosse agitato per qualcosa e la ragazza non vedeva l'ora di scoprire per cosa fosse preoccupato.
"Ei" disse lei sedendosi, lui istintivamente l'abbracciò. La ragazza non capì, non erano neanche in così stretto contatto e quel gesto, seppur semplice, era troppo.
Ma non lo allontanò, era ovvio che ne avesse bisogno e anche se quel ragazzo non lo conosceva proprio, si fidava.
"Se ti va di parlare.." iniziò a dire la ragazza quando si staccarono.
"Ero solo preoccupato per te" confessò lui. Forse non ci pensò abbastanza, perché sapeva che non era qualcosa da dire a qualcuno che "conosceva" da poco.
La ragazza sorrise "E di cosa dovresti essere preoccupato? Non mi conosci neanche"
"Eppure è come se ti conoscessi da una vita Alysea Davis" quelle parole le provocarono tanta confusione e scompiglio.
Non capiva realmente come questo ragazzo che si era da poco trasferito in città potesse provocargli queste sensazioni. Era così surreale.
"Allora Cristopher, se è come se mi conoscessi da una vita, raccontami qualcosa che non sia una bugia." Cris sorrise, inconsciamente Alysea aveva detto la stessa frase che il ragazzo le aveva detto quando la conobbe... anche se non lo ricordava, Cristopher aveva lasciato dei residui nella memoria di Alysea ed ora lui ne era consapevole e non aspettava altro di giocare la prossima mossa, perché stavolta non l'avrebbe fatta scappare.

Completa- You Are My Eternal LoveWhere stories live. Discover now