28. Avrei potuto dirle che ero diventata un boss mafioso internazionale.

1.4K 59 2
                                    

-Verrò, tranquilla. dobbiamo solo decidere il giorno. A proposito, a che punto sei con lo studio? Devi uscire con il massimo dei voti, altrimenti non ti assumeranno mai! Stiamo parlando di Washington, non di un agenzia giornalistica sperduta nel Wisconsin.- dice mia sorella. Sta parlando ininterrottamente da più di mezz'ora. Sono stata per ben due volte sul punto di addormentarmi, ma lei non se ne è accorta, fortunatamente.

-Tranquilla, Vicky. Harley mi sta aiutando a studiare e sono sicura che me la caverò.- rispondo. Non ho mai accennato a mia sorella di Harley, ma credo che sia arrivato il momento di dirle che probabilmente non sentirà più parlare di Mavis da parte mia.

Sono passate ormai settimane dalla notizia che mi ha dato Andrew, ma rabbrividisco ancora al pensiero delle parole che mi ha detto e al fatto che Mavis mi abbia lasciato una lettera davanti alla porta della mia stanza.

Non l'ho ancora letta, non so se ho il coraggio. Ho appena iniziato a rialzarmi, e non so se voglio leggere quella che potrebbe essere una bomba a mano scagliata contro di me.

In ogni caso, anche se cerco di non farlo notare o dico a me stessa che non è così, la persona per la quale sto più male in assoluto è una: Andrew. È il mio pensiero fisso. Cerco di occupare le mie giornate, ma ci sono sempre momenti in cui mi sento morire dentro. A comunicazione per esempio. Un vuoto allo stomaco si fa spazio dentro di me ogni volta che lo vedo. È così bello. Due pozze blu al posto degli occhi, dalle quali ho visto uscire lacrime, mi guardano fisso per tutta la durata delle lezioni. Prova a parlare con me ogni volta che McLaren termina le spiegazioni, ma io già sono schizzata fuori alla velocità della luce.

E mi chiedo perché io stia così male. Non conosco molto il suo passato, non so nemmeno come si chiamava suo fratello o suo padre. Non ho idea di che faccia abbia sia madre. Non so che nome aveva dato al suo pupazzo preferito quando era piccolo. Non ho idea di cosa lo attraeva interiormente di Ally. Non so qual è il suo colore preferito. Non mi ha mai detto direttamente che vuole stare con me. E, per finire, non siamo mai andati oltre ad un bacio. Perché diavolo ci sto così male? Qualsiasi altra ragazza sulla faccia della Terra si sarebbe già rialzata, fregandosene di quello appena successo e iniziando un nuovo capitolo della sua vita. Ma non io.

-Polly, ci sei?- la voce di mia sorella interrompe, solo per un attimo, il mio pensiero fisso.

Mi premo le dita sulle tempie e mi accovacciò contro il letto. Quando mia sorella straparla, proprio non la sopporto.

-Sì, sì, ci sono. Dicevi?-

La sento sospirare. -Ma che hai? Sei distratta ultimamente. Senti, non importa. Quello che importa è che tra poco avrai gli esami e io sto qui a parlarti per ore. Quindi ora ti saluto e ti lascio studiare. Ci sentiamo presto, ciao Polly.-

Sono sollevata. Finalmente la voce che mi torturava da più di mezz'ora si è spenta. Sono contenta che non mi abbia chiesto di Harley, ma dovevo aspettarmela. Quando mia sorella è interessata a qualcosa non sente niente di ciò che non la riguardi. Avrei tranquillamente potuto dirle che ero diventata un boss mafioso internazionale, che lei non mi avrebbe sentita e mi avrebbe chiesto se sto studiando o no per l'esame.

La verità è che Vicky è la persona più menefreghista ed egoista del mondo, e mi dispiace dirlo perché è mia sorella. Mi ha aiutato con lo stage a Washington solo perché così è riuscita a licenziarsi dal suo lavoro nel nostro minuscolo paesino, per potersi trasferire in una metropoli abbastanza grande per i suoi sogni, e in questo modo non pagherà da sola l'affitto e il resto delle spese, visto che saremo in due.

Mentre mi sto cambiando per andare in biblioteca, mi squilla nuovamente il cellulare. Questa volta però non è Vicky, ma Andrew, di nuovo.

WITH YOU? - COMPLETA  -IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora