12. Cosa mi succede?

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Schiuse le labbra per ribattere, ma lo bloccai, alzando una mano a pochi centimetri dalla sua faccia. - E mi spieghi chi ti ha dato il mio numero? -.

- Dylan Martin -. Scrollò le spalle, prima di congiungere le mani e appoggiare i gomiti sulle ginocchia. Aprii la bocca, incredula.

- Comunque. Sono andato da tutti i tabaccai della città. - iniziò con calma - Due non ordinano Dunhill, uno mi ha detto che le ordina su richiesta -.

- E...? -.

- Non mi ha voluto dire i nomi dei clienti abituali - sbuffò, alzando gli occhi verso di me, ancora in piedi davanti a lui.

Alzai le braccia per poi farle ricadere lungo il busto. - Fantastico - ironizzai.

- Ho pensato che potremmo scrivere una lista dei sospettati - aggiunse.

- E magari indagare su cosa stava facendo ognuno di loro quella notte - conclusi, sorridendo nella sua direzione. Poi mi voltai, non aspettandomi di certo un sorriso da parte sua, e andai a recuperare un quaderno e una penna.

Tornai verso di lui, che mi fece spazio sul materasso. Mi sedetti alla sua sinistra, con il cuore che batteva ad un ritmo esorbitante, e stappai la biro blu. - È stato ucciso in una casa abbandonata.- dissi, scrivendo il primo punto - L'assassino ha cercato di inscenare un suicidio. Probabilmente è un uomo e... -.

- Aspetta. - mi interruppe bruscamente - Chi dice che sia stato un uomo e non una donna? -.

Mi voltai verso di lui, guardandolo negli occhi. - Stephen era alto e ben messo. Una donna non avrebbe potuto sostenerlo e attaccarlo lassù -.

Annuì, passandosi le dita sulle labbra asciutte e ben serrate. - Ah, fuma Dunhill - dettai a me stessa.

- Chi mettiamo nella lista dei sospettati? - chiesi in un secondo momento.

- La sua ragazza. Non ha parlato con nessuno dell'omicidio, se non è stata lei ad ucciderlo, potrebbe essere comunque complice -.

Lo guardai poco convinta, prima di scrivere Carrie Hamilton. Era già un inizio.

- Sai se non andava d'accordo con qualcuno? - domandò.

Stropicciai le labbra, negando. - Era il classico ragazzo ben visto da tutti - constatai con un sospiro.

- Non esattamente simile a me - commentò sarcastico, strappandomi un sorriso amaro. Tornai con gli occhi sul quaderno, picchiettando il tappo sul foglio. Chi altro poteva essere aggiunto alla lista?

- È come cercare un ago in un pagliaio - borbottò pensieroso.

Scattai in piedi come una molla, mettendomi proprio davanti a lui. - Dobbiamo essere ottimisti! - esultai con un sorriso brillante e fiducioso. Mi guadagnai l'ennesima occhiataccia di disapprovazione. Lasciai perdere, recuperando il telefono e cercando il numero di Jennifer nella rubrica. Inoltrai la telefonata immediatamente, sperando che rispondesse.

- Wendy? -.

- Sì. Ciao, Jenny. Sono io. Ehm... - esitai nervosa.

- Dimmi -. Presi un sospiro e mi sforzai di sorridere, anche se non poteva vedermi.

- Ricordi che mi devi un favore? -.

- Oh, certo - ridacchiò. Non poteva immaginarsi quello che le avrei chiesto.

- Bene. Ho bisogno di parlare con tua sorella -.

***

In quel momento avrei solo voluto uccidere Aiden per aver dato inizio a tutto e uccidermi per aver avuto quella pessima idea. Eravamo scappati dalla finestra per poter raggiungere il cortile della scuola, dove mi aspettavano Carrie e Jennifer. Parlare con Carrie sarebbe stato forse l'unico modo per avere altri indizi.

Come la peceWhere stories live. Discover now