Power - Two Free Spirits

Capitolo 22

"Avevo intenzione di arrestare quella corsa, di spiegarle tutto, di riavere la mia migliore amica."

Capitolo dedicato a SaraBayles ❤️

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I raggi, del sole si appropriò della mia pelle rendendola calda e, in un certo senso, anche morbida sotto il tocco della mie dita.
Seduta sulla spiaggia, tenevo le braccia conserte, i capelli sciolti sulla schiena.
Mossi piedi nella sabbia bollente, come a voler scavare una buca.
Appoggiai la testa sul braccio e guardai la mia mano accarezzare i granelli di sabbia.
Le onde del mare si infrangevano sul bagnasciuga con un ritmo regolare.
Il loro rumore sembrava essere l'unico suono esistente in quel momento.
Alzai gli occhi verso il mare e pensai che per un attimo avessi dimenticato quanto fosse infinito.
Un brivido mi percorse la schiena.
Lo stare seduta lì, sulla sabbia, con il rumore delle onde nelle orecchie mi aveva completamente svuotata.
Come se il mare avesse catturato ogni mio pensiero e lo avesse portato via da me, lontano, sul fondo marino.

Le mie labbra si piegarono in un sorriso non appena vidi la più affascinante di tutte le creature.
Galoppava lungo la spiaggia con una velocità impressionante e, sotto al sole, riuscii a cogliere il fascio dei muscoli sotto la sua pelle che si contraeva per lo sforzo.
Anche se sforzo proprio non sembrava.
Gli zoccoli toccavano terra in un modo così elegante e, al loro contatto improvviso con l'acqua, migliaia di goccioline venivano lanciate in aria come fossero state sparate da cannoni.
E anche quella scena causò in me miliardi di piccoli brividi che mi costrinsero a scuotere il corpo in preda a mille emozioni.

«Power», sussurrai incapace di fare altro di fronte a quella scena mozzafiato.

Lui che mi galoppava davanti come a manifestare tutta la sua bellezza, la sua forza, la sua energia.
Come se non ne fossi già consapevole, me lo mostrava sempre, in continuazione.
Rimaneva impresso nella mia mente, lo ricordavo ogni volta che chiudevo gli occhi, lo sapevo anche se non ci riflettevo.
E non era possibile rimuovere quella consapevolezza: lui era forte, lui era libero.
E lo sarebbe stato per sempre, anche senza di me.
Anche senza la mia presenza, senza la mia anima.
In quel momento mi resi conto della realtà: noi due ci facevamo compagnia a vicenda, ci capivamo e per questo ci eravamo uniti.
Per essere libera davvero, io avevo bisogno di lui; d'altronde ero solo un'essere umana.
Power, invece, era uno spirito libero nella sua essenza, non aveva bisogno di altre anime per esserlo.
D'altronde lui era un cavallo, una creatura creata per essere libera per principio.

Al mio lieve sussurro, come se Power l'avesse sentito nell'anima, voltò la testa verso di me e la sua criniera si appiattì sul collo a causa del rallentamento dell'andatura.
Si mise al passo e procedette lentamente verso di me, l'incollatura distesa e rilassata.
Riuscivo a sentire il suo cuore battere velocemente tramite il suo respiro affannoso.

Appena mi raggiunse, avvicinò lentamente il muso al me, che subito fui invasa dal fiato caldo.
Quando faceva così, sentivo tutto il suo affetto.
Non riusciva a comunicarlo a parole, ma in ogni istante, con il suo fiato, lo sentivo arrivare alle mie vene e poi al mio cuore.

Alzai la mano lentamente e la posai sul suo musino morbido.
Quando la feci scorrere sulla fronte, lui socchiuse gli occhi fino a chiuderli definitivamente, completamente rilassato.
Amavo il fatto che gli piacessero le coccole, ma amavo ancora di più il fatto che gli piacessero soltanto le mie coccole.
Pian piano scese con la testa verso il basso e, in uno scatto, poggiò le zampe anteriori a terra facendo lo stesso anche con quelle posteriori.
Si distese a terra, accanto a me, mantenendo i suoi occhi chiusi, il corpo totalmente rilassato.
E così feci anche io, accanto a lui, i capelli nella sabbia, le braccia distese e il volto rivolto verso il sole.
Strinsi gli occhi a causa della luce forte del sole, ma non mi importava.
Lì, con Power, era un paradiso.