Parte 12

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Essere a casa, per Zayn, era come riuscire a respirare di nuovo. Anche se il viaggio di ritorno non era stato dei più piacevoli. Quattro ore in macchina con Doniya e la sua musica di merda e il suo continuo massaggiare. Zayn a un certo punto le aveva perfino confiscato il telefono perché era illegale e pericoloso e non era l'ideale per nessuno. Ma nel momento in cui arrivò a casa, sua madre lo abbracciò e si dimenticò di tutto il resto.

Poi finalmente andò a dormire. Non importava quanto fosse comodo il suo letto nel dormitorio, non era comunque lo stesso che stare nel suo letto. Avere un'intera stanza per sè. Senza il russare di Liam nelle orecchie. Beatamente, felicemente, magnificamente, completamente solo. Non riusciva a pensare a niente di meglio.

Quello era quello che diceva a se stesso, per lo meno, ma la prima notte, anche se era arrivato a casa all'una, rimase fermo nel letto sveglio per ore. il silenzio della sua stanza era insopportabile.

"Come sono andati gli esami?" gli chiese sua madre a colazione.

Zayn sbadigliò e sorseggiò il suo caffè, che era infinitamente più buono di quella roba che gli servivano alla caffetteria del campus. "Meglio di quanto pensassi. Sono ancora stressato al pensiero, ma penso che siano andati bene."

"Ovviamente." disse lei, con quel tipo di orgoglio e sincera convinzione che solo una madre poteva avere. "E come stanno i tuoi amici? Quei due di cui mi hai parlato?"

"Matti." disse Zayn, ridendo al suo caffè. " Ma stanno bene. Forse verranno qua quest'estate."

"Mi piacerebbe!" Probabilmente perché Zayn non aveva mai portato nessuno a casa, mai. A parte Max, una volta o due, ma si imbucavano sempre senza farsi vedere, e lui non aveva mai voluto incontrare la famiglia di Zayn, non importava quante volte Zayn glielo avesse chiesto. Il che, ripensandoci, non era poi così sorprendente.

Come faceva sempre, Zayn si rifiutò di permettere al treno di pensieri che stava attraversando la sua mente di spingersi oltre. Tirò il freno e si dimenticò che Max gli fosse passato per la mente.

"E il tuo compagno di stanza?" continuò sua madre. " Siete finalmente riusciti ad andare d'accordo?"

Se andare d'accordo significava scopare per dimenticare l'odio che provavano l'uno per l'altro finchè Zayn accidentalmente non aveva iniziato a provare dei sentimenti per lui, sentimenti che non voleva ancora affrontare perché gli facevano stringer lo stomaco, allora si. Andavano d'accordo. "Qualcosa del genere." mormorò Zayn.

"Sono felice di sentirlo." disse sua madre. "Sono felice che tu sia a casa."

"Anche io" ammise Zayn. "Davvero felice."

Lui e sua madre erano sempre i primi a svegliarsi, ma non ci volle molto prima che le sue sorelle scesero le scale, sfregandosi gli occhi per il sonno. Sua padre era già al lavoro, ma sarebbe tornato più tardi. E avrebbero passato tutti e quattro la mattina e il pomeriggio, prima mangiando la colazione, e poi andando al supermercato (Zayn si era offerto di andare, solo per uscire di casa e avere qualcosa da fare), e poi Saafa lo aveva distratto mostrandogli alcuni lavori che aveva fatto a scuola.

Passò la serata in cucina, aiutando sua madre a cucinare, e poi al tavolo, facero una grande cena di famiglia come al loro solito. Dopodiché il padre di Zayn lo invitò a guardare lo sport, e Zayn gli chiese di spiegargli il football (cosa che fece, ma Zayn era ancora un po' perso a riguardo).

Quando andò a letto quella notte, rimase sveglio per ore, finché non prese uno dei suoi libri. Quando si addormentò, lo fece con le luci accese e il libro aperto sul suo petto.

*

La vigilia di Natale chiamò Louis, come aveva promesso. Louis era un po' ubriaco però e passò i sei minuti della conversazione a ridere con sua sorella e dicendo a Zayn quanto lo amasse, e quanto era felice del fatto che erano amici, e di come non aveva minimamente pensato di diventare così amico con qualcuno dell'università ma era felice che le cose fossero andate diversamente. Zayn passò la conversazione ad annuire e mordersi le unghie.

Not happening.Where stories live. Discover now