15 - came whiffling through the tulgey wood,

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- Senti... Sto cercando di essere una madre comprensiva e di lasciarti prendere le tue decisioni autonomamente, per quanto le tue scelte siano indubbiamente discutibili, ma se non ti decidi a togliere il silenziatore al tuo cellulare, ti riporto subito a casa con me. -

Senza dire una parola, il diciassettenne sfilò il proprio cellulare dalla tasca dei pantaloni e, sotto lo sguardo divertito dei presenti (in particolare quello di Hajime, il quale sembrava essere sul punto di esplodere per quanta fatica stava facendo nel tentativo di non scoppiare a ridere), lo accese e alzò il volume della suoneria di due tacchette.
Eriko tossì un paio di volte e sollevò il sopracciglio destro.
Satoshi sospirò e alzò il volume al massimo.

- Perfetto. - Sorrise la donna, per poi attirare il figlio a sè e abbracciarlo con forza, lasciandogli un rapido bacio sulla fronte. - Allora ci rivediamo tra una settimana al Wonderland. Sappi che se non rispondi o ignori volutamente le mie chiamate, sei finito. - Poi sollevò lo sguardo, osservando uno ad uno tutti i presenti e sorridendo candidamente. - Invece se gli succede qualcosa, siete voi ad essere finiti... Tutto chiaro? -

Gli altri si affrettarono ad annuire, quindi la donna abbracciò il figlio ancora una volta, salutò tutti i presenti, rivolse un'occhiata da "sappi che ti tengo d'occhio" ad Hajime, una da "ti perdono perché ti voglio bene, ma che non accada più niente del genere" alla sorella (sì, si può dire che Eriko fosse la prova vivente del fatto che il detto "a volte uno sguardo vale più di mille parole" sia vero) e poi uscì.

- Bene. - Esordì la Jabberwocky, battendo con forza le mani per attirare l'attenzione di tutti. - Allora adesso non ci resta che formare i gruppi! -

- Gruppi? E per cosa? -

Replicò Satoshi.

- Per la ricerca degli altri, no? - Sospirò Megumi scuotendo il capo sconsolata, come se si stesse chiedendo perché suo cugino fosse così lento di comprendonio. - Secondo il mio progetto iniziale, avremmo dovuto fare le cose con molta più calma, ma dato che tu hai pensato bene di iniziare col botto... - E qui fece una piccola pausa, mentre da fuori si sentivano passare proprio lì davanti delle auto della polizia a sirene spiegate. - C'è bisogno di stabilire subito chi deve cercare chi, in modo tale che domani mattina possiamo subito iniziare e concludere possibilmente nel giro di tre o quattro giorni al massimo. Ora che ci penso, però, forse è meglio se a formare i gruppi ci pensiamo quando saranno tutti svegli... -

- Ma una volta che avremmo riunito tutti, cosa succederà? - Replicò Alice. - Ce ne andremo tutti insieme in carcere per aver nascosto dei ricercati? - Continuò, riferendosi non solo alla zia, ma ormai anche a Puppy, Deer e allo zio. - È questo che avevi in mente? Sarà il carcere il nostro nuovo Paese delle Meraviglie!? -

La Jabberwocky lo osservò in silenzio, in viso un'espressione impassibile.
Solo quando fu sicura che il cugino avesse finito di sfogarsi, emise un profondo sbadiglio, poi si stropicciò per un istante gli occhi e incrociò le braccia al petto.

- No. - Disse allora. - Non ho nessuna intenzione di finire in prigione e infatti non accadrà. Domani mattina Puppy, Deer e i miei genitori andranno a casa dei quattro sovrani, ovvero il Re Rosso, la Regina Rossa, il Re Bianco e il Re di Cuori. Si occuperanno loro di tenerli al sicuro dalla polizia, mentre noi finiamo di radunare gli altri. -

- Non capisco... - Ribattè Satoshi. - Perchè a casa di questi quattro dovrebbero essere al sicuro? E cosa accadrà dopo che avremmo radunato tutti? Io... -

Ma a quel punto la ragazza gli mise non troppo delicatamente il palmo della mano sulla bocca, costringendolo a tacere.

- Non importa. - Gli disse in tono calmo e deciso al tempo stesso. - Tutto ciò che conta è che tu mi hai detto che mi avresti aiutata. Quindi mi aiuterai. Non è necessario che tu capisca, d'altronde... - E qui scoppiò in una breve risata. Una risata che al cugino diede letteralmente i brividi. - ...Chi l'ha mai capito il Jabberwocky? -

The JabberwockyWhere stories live. Discover now