New york..che città magnifica

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Ero in una radura, qui vi era una splendida cascata e una voce di un bambino mi chiamava , sembrava tutto così surreale e tranquillo. Decisi di andare vicino alla cascata che per altro era i luogo da dove proveniva la voce... mi avvicinai sempre di più finché non vidi una sentiero che portava dietro alla superficie d' acqua che si infrangeva in un lago cristallino e mi stupii di quello che vidi: magicamente la natura si trasformava in un posto freddo e tetro e al centro di quest' ultima c'è era un bimbo di spalle che piangeva. Credevo che sarei svenuta  eppure mi ero fatta forza e mi avvicinai al bambino: lo toccai e lui si girò. Aveva il volto sporco di fango e il suo viso era solcato da un ' enorme cicatrice che scendeva dall' occhio destro e si concludeva all' altezza del labbro superiore. Anche se in questo stato pietoso riuscivo a riconoscerlo: era Jace, il mio fratellino morto prematuramente quattro mesi fa dopo che mio padre e il bimbo avevano avuto un incidente stradale . Pochi giorni dopo arrivò il dossier che riportava che mio padre quella notte era risultato  ampliamente positivo ai test tossicologici . Era questo il motivo reale per cui la nostra famiglia era andata in rovina : le bugie di mio padre avevano portato alla morte di mio fratello. Lui non aveva mai deciso di farsi aiutare con le sue dipendenze e quando fu arrestato, una piccola parte di me fu contenta in quanto sapevo che la reclusione avrebbe potuto farlo smettere di bere . 

Di fatto fu così: dopo anni di terapia, con uno psicologo a cui potevo raccontare tutto e da cui ricevevo ottimi consigli, ero riuscita a perdonarlo . Mi ero accorta dei suoi enormi sforzi per redimersi e cercare di cambiare e stava avendo successo : erano svariati anni che era astemio e che non faceva uso di nessuna sostanza . 

Mi sveglia in prenda alla rabbia che comunque seppi controllare in quanto vicino a me si trovava mio padre che aveva capito di aver sbagliato... egli sapeva che a causa delle sue debolezze aveva perso anche la mamma. 

Comunque era tutto finito ,perfino il viaggio verso NEW York: iniziava una nuova vita.

Dopo circa mezz'ora ora avevamo sistemato le valigie nel nostro albergo e mi trovavo da sola in quanto mio padre doveva lavorare, davanti all' entrata di Central Park. Volevo leggere un po' e quindi avevo portato il mio nuovo libro che misi in borsa . Avevo portato con me  un cofanetto con gli oggetti che mi ricordavano Jace...

Stavo camminando ,pensando alla grandezza sproporzionata di questa città, avevo la testa tra le nuvole e andai a sbattere contro un ragazzo, rovesciando la cassettina contenente una piccola statuetta di porcellana . Era andata in frantumi e piansi piansi, il ragazzo che avevo urtato  si sentiva in colpa . In preda alla rabbia inveii contro di lui ma poco dopo ritrovando la lucidità gli chiesi scusa. 

" mi dispiace molto, ma quella statuetta era di mio fratello che ormai non c'è è più".

Lui mi guardò mortificato e abbozzando un sorriso, come per consolarmi, rispose : " perdonami, è stata una giornataccia, ero troppo pensieroso e non stavo prestando attenzione a dove andassi. Spero tu possa perdonarmi ". 

Notai con piacere che era sincero, non stava mentendo ... era realmente dispiaciuto di avermi urtata e che l'oggetto che avevo tra le mani fosse adnato in frantumi . Non era affatto scontato , si percepiva che fosse una persona di una certa umanità e che potevamo avere delle affinità . Dato che ero completamente estranea a questa città che, a tratti mi disorientava parecchio , non persi occasione per farmi consigliare qualche luogo da visitare. Con mio enorme piacere mi accorsi di aver incotrato una persona piena di interessi e di una dolcezza estrema . Per ogni consiglio o eventuale quesito mi lasciò il suo numero per qualsiasi informazione . 

Tornando a casa , dopo quel piacevole incontro risultava difficile non pensare a quel ragazzo tanto affabile ... 

New york era spendida, una giostra di luci ,colori e odori che si alternavano in armonia ...

Quando aprii la porta di casa però quell'incanto svanì perchè trovai mio padre in preda alla collera verso un suo sottoposto . Da quando era uscito di galera gestiva un'azienda di surgelati ma era sempre molto attento e stressato ... non lo avevo mai visto così stanco come in questo periodo . Paradossalemente quando aveva affari criminali era più sereno mentre adesso che stava ricominciando da zero lo vedevo spesso teso e non contento. 

Non era proprio il momento migliore da trascorrere insieme... se fossi entrata si sarebbe mostrato irrascibile e la mia giornata così interessante sarebbe stata rovinata e così , senza nessuna aspettativa , decisi di chiamare il numero che quel ragazzo mi aveva dato alcune ore prima. Ero sola e anche rattristata ... avevo bisogno di compagnia anche se lucidamente avevo un po' di timore in quanto si trattava sempre di una persona appena conosciuta da cui non sapevo cosa aspettarmi .

Ma quel ragazzo aveva una sensibilità spiccata da capire che forse per una prima conoscienza era più appropriato andare in un posto affollato anche per non mettermi in soggezione e dunque andammo a prendere un caffè.  Cercai di mostrarmi più tranquilla.  Andammo in una caffetteria ove i camerieri si muovevano sui pattini e ciò mi meravigliò in quanto nel mio paese non avevo mai visto questo tipo di servizio. 

Quando tutto cambia . . .Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt