- In questa città non sembra importare a nessuno delle prove, Wendy -.

- Be', posso dirti una cosa? -.

Mi guardò di traverso, come aveva fatto più di una volta da quando lo conoscevo.

- Per me tutti sono dei sospettati, è questione di giustizia. C'è chi vive qui da anni, chi da sempre e chi da qualche settimana. A me non cambia nulla - dichiarai, sicura di me.

Svoltammo l'angolo e lo vidi sorridere compiaciuto. - Voglio scoprire chi è l'assassino, per dimostrare a tutti che si sbagliano sulla mia famiglia - disse, pensandoci su. Stava progettando qualcosa, qualcosa di molto grande e pericoloso. Avrei voluto aiutarlo, ma non potevo fidarmi di lui, non ancora. Avrei dovuto essere sicura che l'assassino non fosse lui.

- Ci riuscirai, Aiden -.

***

Quando tornai a casa, mi fiondai al computer. Mancava poco alla mezzanotte e il giorno seguente non avrei avuto nemmeno scuola. Quella notte stessa mi sarei messa sulle tracce dell'assassino. Non potevo più fidarmi di nessuno.

Cercai tutti gli articoli sulla morte di Stephen Sanders, tutte le informazioni, tutto quello che riguardava l'autopsia e i possibili sospettati. Prendevo appunti su un foglio, salvavo tutti i contenuti interessanti sul computer.

Ero riuscita a scoprire cosa fosse precisamente successo a Stephen quella notte. Era morto intorno alle tre del mattino, strangolato con una corda. Poi era stato trasportato e appeso per il collo con lo stesso tipo corda in una vecchia casa di campagna abbandonata, il tutto per simulare il suicidio.

Il tutto poteva essere credibile. I segni sul collo erano simili a quelli da impiccagione, ma il colpevole non era stato abbastanza astuto.

Alla sinistra del cadavere erano state poste tre scatole di legno, una sopra l'altra, ritrovate perfettamente allineate. Sarebbero servite al ragazzo ad agganciare la corda alla trave del soffitto e, ovviamente, ad etichettarlo come un caso di omicidio. Da ciò avevo dedotto che, se fosse stato veramente un suicidio, le cose sarebbero andate così:

Stephen sarebbe salito sulle scatole, avrebbe legato la corda alla trave, si sarebbe fatto scivolare l'arma del delitto al collo per poi buttarsi giù dalle scatole. A causa della spinta dovuta alla caduta, essendo posizionate abbastanza alte e quindi poco stabili, la più alta delle scatole sarebbe dovuta cadere dalla pila, cosa che in realtà non era accaduto. Non ero certa della mia versione, ma gli agenti avevano sicuramente pensato qualcosa del genere.

Inoltre, dell'omicida non si sapeva nulla, solo che la polizia stava ancora indagando.

Sentivo gli occhi bruciare e le palpebre premere pesanti per calarsi sugli occhi. Erano le tre di notte e non riuscivo più a restare sveglia.

Sentii il cellulare vibrare sulla superficie di legno. Lo presi, guardando lo schermo.

"Perché hai portato Rosso Malpelo a casa di Lisa?".

Era Bryan. Sospirai, iniziando a digitare una risposta. "Che ci fai sveglio a quest'ora? E poi, volevo che si facesse qualche amico, ma Dylan ha rovinato tutto".

"Potrebbe essere un assassino". La sua risposta fu immediata, direttamente proporzionale alla forza con cui mi colpirono le sue parole.

Come la peceWhere stories live. Discover now