Contro i libri tutti uguali + Linee guida per il commentatore/recensore di libri

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Di solito diamo solo consigli per gli scrittori. Ma siccome prima di essere scrittori siamo lettori, oggi faremo uno strappo alla regola e daremo consigli a quest'ultima categoria perché, cavoli, ne hanno bisogno! Il lettore non dev'essere una creatura selvaggia, sbavante, alla ricerca del primo libro che si ritrova sotto il naso per masticarlo e sputarlo in faccia alla prima persona che passa... si troverà molto più a suo agio con un té, una comoda poltrona (oppure seduto sotto un albero) e una manciata di regole, una sorta di galateo del lettore, che se applicato come si deve può cambiare il mondo della letteratura (e quindi anche il mondo reale).

Con l'avvento dell'era di internet, tutti i lettori (anche quelli che in vita loro hanno letto solo un paio di libri non più lunghi de "Il Gabbiano Jonathan Livingston") si sentono in dovere di essere critici letterari. Pure noi Cactus di Fuoco facciamo le recensioni, quindi, per carità, ci asteniamo dal fare la paternale a chiunque. Leggete tanto, scrivete tanto, dite le vostre idee! Fatele girare. Solo così il settore della letteratura può rimanere vero, autentico, continuare a parlare ai nostri cuori.

Tuttavia oggi vi vogliamo parlare di un fenomeno tutto particolare: quello per cui la gente criticizza lo stile, e ancora più in particolare il ritmo, di un libro, ovvero le cosiddette recensioni brutte, ignoranti e completamente personali.

"Eh, questo libro è lento, è troppo pesante, lo puoi usare come fermaporte"

"Eh, quest'altro libro è troppo veloce, quasi non ci sono descrizioni, non riusciresti a immaginarti un cavolo"

"Questo libro qua, invece, è tutto scritto sbagliato, prima il ritmo è veloce, poi è lento, lo scrittore non sa scrivere, ecco, si deve decidere"

"E questo è un libro di fantascienza! Dovrebbe essere meno descrittivo"

"E questo è un libro di fantascienza! Dovrebbe essere più descrittivo!".

Sono tutte cose che abbiamo letto (e più di una volta). Sono commenti che non dicono "per me il ritmo è troppo veloce, quindi vado a leggere un libro che mi piace di più, più lento", ma dicono invece "Siccome a me non piace come lo scrittore sta gestendo la velocità di narrazione, allora il libro fa schifo e non lo dovrebbe leggere nessuno".

E sapete una cosa? È irritante, stupido e maleducato.

Magari lo scrittore cercava proprio di ottenere quel risultato, voleva descrivere moooolto lentamente una scena d'azione perché i suoi particolari sono importanti da rivedere più tardi, oppure molto rapidamente una scena d'amore perché vuole dare al lettore l'impressione che queste non siano importanti per lo svolgersi della trama.

Lo scrittore SA perché ha fatto certe scelte stilistiche. Quello è il suo libro e non sarebbe tale se dovesse scriverlo manuale alla mano, senza mai sperimentare, senza seguire gli istinti.

Se nessuno sperimentasse mai, sapete cosa succederebbe? Che ci sarebbero libri tutti uguali. Tutti grammaticalmente perfetti, ma anche tutti con lo stesso registro, con lo stesso tipo di scene, con la stessa trama (ma del fatto che ci sia modo e modo per criticare una trama e per discernere se fa davvero schifo o se semplicemente non piace a noi, beh, ne parleremo in un'altra occasione...).

E poi c'è anche un altro fattore importante da tenere a mente!

Quello che per VOI può essere un libro dal ritmo troppo rapido (o dallo stile diverso dal solito, magari un po' più aulico oppure troppo più colloquiale), per un altro lettore invece è perfetto. Solo che sapete cosa succede? Succede che dopo la prima cinquantina di commenti negativi riguardo allo stile e alla velocità, lo scrittore si stufa di provare ad essere sé stesso, di provare a raccontare la sua storia, e allora possono succedere due cose: A. Che cambi stile, cercando di somigliare a quei libri dozzinali che piacciono tanto alle ragazzine ormonose oppure, all'opposto, agli pseudo intellettualoidi maschi, ma che alla fine sono più o meno tutti uguali; B. Che smetta di scrivere.

Come scrivere ogni cosa (del mondo conosciuto, sconosciuto o inventato)Where stories live. Discover now