2. Come scrivere i combattimenti parte 1: Le tre regole

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"Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre."
-Oriana Fallaci

 Se c'è una cosa che molti lettori amano e che pochi scrittori sanno scrivere, sono le scene di combattimento

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Se c'è una cosa che molti lettori amano e che pochi scrittori sanno scrivere, sono le scene di combattimento. Che il vostro sia un libro fantasy, d'avventura o di qualunque altro genere (sì, il romanzo rosa è compreso, le scazzottate fra contendenti gelosi/e esistono e, dannazione, piacciono), uno scontro darà sempre e comunque una scarica d'adrenalina al vostro lettore... a patto che sia scritto bene, ovvio.

Ed è qui che casca l'asino: scrivere le scene di combattimento per molti è un ostacolo insormontabile. Persino la più perfetta (lei si merita tutte le iperbolizzazioni del mondo) delle scrittrici, J.K Rowling, ha scontri piuttosto... blandi nella saga di libri per ragazzi più venduta al mondo, Harry Potter. La battaglia di Hogwarts nella nostra mente è epica, ma provate a rileggerla... non c'è molta azione, vero? I duelli magici non sono descritti, semplicemente loro "duellano". Tuttavia la ricordiamo epica perché ci colpisce emozionalmente: muoiono dei personaggi che amiamo, c'è poco da fare, questa è una cosa che ci scuote dentro.

Perciò ricordate che, anche se state scrivendo un libro pieno di combattimenti e guerre, è più importante costruire bene i personaggi che si scontrano piuttosto che lo scontro.


"Prima di iniziare a combattere, un guerriero deve sapere per cosa lotterà".

-Massimo Gramellini.


Tuttavia noi siamo qui per essere perfetti. Noi vogliamo andare oltre: scrivere un libro in cui siano perfetti sia le scene che i personaggi, giusto?

E allora impariamo come si scrivono i combattimenti! Se siete come Tolkien, e preferite scrivere di canzoni piuttosto che di guerre (avete provato a leggere Lo Hobbit? I combattimenti durano pochissimo, le canzoni e le colazioni un'eternità) potete tranquillamente saltare a piè pari questo capitolo: una storia non ha per forza bisogno di combattimenti per essere bella.

Però sappiamo già che leggerete lo stesso queste informazioni perché... non si sa mai. E poi è divertente, quindi cominciamo subito.

Ecco le tre regole base sui combattimenti, quelle che dovete sempre rispettare per evitare che tutti ridano dei vostri ballerini che fingono di essere guerrieri, d'accordo?

Regola 1: La più importante: siate realistici. Non nel senso che il vostro personaggio magico/licantropo non può saltare sei metri oppure che il vostro struzzocanguro metafisico non può sparare raggi laser dagli occhi. Vostra è la storia, vostre le regole, ma dovete avere delle regole. DOVETE AVERE DELLE REGOLE. Studiate un minimo di anatomia, soprattutto se i vostri personaggi sono umani. Il vostro è un libro, perdinci, non un film di Bud Spencer e Terence Hill. E neanche Walker Texas Ranger, dove si prendono a calci in testa tutto il tempo e non solo non muoiono, ma poi si rialzano e continuano a combattere. Per amor del cielo, se ti becchi un calcio rotante in testa vai al tappeto, se ti becchi un montante sul mento vai al tappeto, non si discute, non importa quanto sei grosso. La testa è delicata, anche nei bestioni. Ricordate: la testa è delicata. E i calci sono forti. Ripetete dopo di me: la testa è delicata, i calci sono forti. Non fate colpire alla testa i vostri personaggi, tranne che non vogliate farli diventare scemi. In quel caso, vostri i personaggi, vostra la decisione della loro salute mentale.

Come scrivere ogni cosa (del mondo conosciuto, sconosciuto o inventato)Where stories live. Discover now