Le sue sopracciglia di abbassarono, quasi fino a toccarsi. - Sì - mormorai, corrugando la fronte. Non ero convinta nemmeno io. Dylan aveva lo sguardo su di me, mentre gli altri erano occupati a parlare.

- Tutto okay - li rassicurai, sorridendo nel modo più convincente possibile.

Lo scaccia-sogni tintinnò, richiamando la mia attenzione, probabilmente per forza di abitudine. Guardai oltre le spalle larghe di Bryan e Dylan, scorgendo Jennifer.

Aveva una faccia stravolta, specchio della mia. Si avvicinò al bancone e ordinò due frullati al cioccolato. Solo allora ricordai di non averne bevuto quesi niente. Jennifer non ci aveva nemmeno visti, troppo immersa nei suoi pensieri.

I due ragazzi davanti a me si girarono per seguire il mio sguardo e improvvisamente Dylan scattò in piedi, pronto ad andare da lei. Quel famoso venerdì, di quasi due settimane prima, Dylan mi aveva confidato di essere nervoso a causa di Jennifer, solo perché aveva invitato Aiden alla sua festa. Ora avevo avuto la conferma che aspettavo. Dylan provava qualcosa per lei.

La raggiunse in poche falcate, coprendomi la visuale con le sue spalle da giocatore di baseball. - Oh, oh... - commentò Lisa, con un sorriso malizioso sulle labbra fucsia.

- Ragazzi, smettiamola di fissarli - li ripresi. Bryan tornò a guardarmi e Josh si voltò verso di me, fingendo nonchalance.

- Questa mattina i miei genitori ne parlavano a colazione. Pensavo fosse stato un incidente più brutto del solito - confessai, guardando le mie mani sul tavolo.

- In poche parole lo sanno già tutti -.

- Jennifer è venuta a prendere dei frullati per lei e Carrie. A quanto pare, è distrutta - ci interruppe Dylan, tornando al suo posto. Pensai se Carrie avesse bisogno di un po' di conforto, ma molto probabilmente preferiva stare sola. Non scopri tutti i giorni che il tuo ragazzo è stato assassinato. Nessuno rispose, nessuno sapeva cosa dire.

- Vogliamo parlare del fatto che la polizia ieri ha interrogato quello nuovo? - cambiò discorso Lisa, con una domanda retorica.

Mi girai verso la mia sinistra, guardandola truce. Le avevo già spiegato quello che era successo ad Aiden.

- Pensate che possa centrare qualcosa? - sussurrò Bryan, quasi impaurito.

- Altrimenti perché avrebbero interrogato proprio lui? -.

- Lisa! Ti ho già detto quello che è successo - la rimproverai. Non poteva accusarlo senza prove, senza motivo. Solo perché lui era quello nuovo.

- E tu come fai a saperlo? - chiese Dylan, assottigliando gli occhi. Sospirai, alzando gli occhi al cielo.

- È stato lui a dirmelo. Qualcuno ha detto alla polizia che lui e Stephen avevano fatto a botte quella sera nel cortile, ma non è vero. Io ero lì, voi eravate lì -.

- Veramente noi siamo arrivati dopo. Io non ho visto né lui né Steph - Dylan si mise sulla difensiva.

- Wendy ha ragione, non potete accusarlo senza sapere - mi appoggiò Josh, mettendomi una mano sulla spalla.

Lo guardai e sorrisi come ringraziamento.

- Non capisco perché lo stai difendendo. Chi dice che non centri qualcosa con la morte di Stephen? - sbraitò Dylan, alterato tutto d'un tratto. 

Vidi i ragazzi seduti accanto a noi voltarsi incuriositi e cercai di giustificarmi con lo sguardo.

- Non sto dicendo questo, infatti. - gli spiegai lentamente e a bassa voce - Sto solo dicendo che non ha attaccato Stephen in quel cortile e in quel momento. Io ero lì e l'ho visto. Magari fuori l'ha pestato, ma non nel cortile di Jennifer -. Lo guardai fisso negli occhi e lui non rispose. Non aveva che rispondere.

Come la peceWhere stories live. Discover now