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Il sole bruciava, alto e splendente, in quella mattinata d'estate.
Era la stagione del grande caldo, e nella laguna il tempo sembrava quasi essersi fermato.
Lì viveva il clan del grande Alfa Kim Taejoon.

Un grande popolo, il suo, ma il più pacifico dei quattro più potenti presenti in quel territorio; c'era il clan delle montagne, il primo in quanto forza e potere sul territorio, governato dall'Alfa Jeon.
Poi quello del deserto, secondo in quanto forza, e primo in quanto sete di vendetta, governato dall'Alfa Min. Ed infine, ma non meno importante, il clan dei mari, spesso in viaggio, ottimi navigatori e cacciatori, governati dall'Alfa Jung.

Taejoon sapeva bene che, tra questi quattro clan il suo era il più debole.
Non perché lo fossero davvero, semplicemente non amavano le guerre, si ritenevano pacifici, e nella loro laguna tutto era concesso.

Gli omega del villaggio potevano andare in giro tranquillamente, venivano trattati come beta, senza alcuna inferiorità, e nessuna famiglia veniva discriminata o presa sotto tiro se nella prole vi era presente qualche omega, a differenza ovviamente degli altri clan.

Per gli altri, infatti, quasi mai era vista bene la nascita di un'omega, e solitamente venivano trattati davvero male, quasi alla pari di un oggetto.

Dunque il grande Taejoon non poté fare nulla quando, ormai alle porte dell'inverno, una minaccia di guerra gli arrivò da parte del clan del deserto.

Il motivo lo sapeva bene, volevano le sue terre, decisamente più prosperose dell'attuale postazione del clan del deserto.
Eppure non poteva cedergliele, e neanche combattere, a causa della scarsità di alfa presenti nel suo villaggio.
Le sue truppe erano costituite principalmente di beta, sia maschi che femmine, e non voleva rischiare le loro vite per una battaglia che, già sapeva, sarebbe finita con la loro sconfitta, se iniziata.

Cercava una soluzione da settimane, ormai.
E poi arrivò a qualcosa, a qualcosa di orribile da parte di un padre e di un capo, ovvero quel che era, ma era già un passo avanti.

«Appa! Guarda cosa ho trovato!», urlò il centro dei suoi pensieri, saltandogli sulle ginocchia.

Il bambino gli mostrò un fiore dai colori sgargianti, con un sorriso squadrato in viso, luminoso quanto il sole di quella giornata d'estate.

«È davvero bellissimo, Taehyung.
Corri dalla mamma, sarà felice di vederlo», gli rispose gentilmente, accarezzando la testolina del piccolo, piena di capelli argentei, tendenti al bianco, come i raggi lunari della notte d'inverno in cui era nato.

Il bambino annuì felice e corse via ridacchiando subito dopo, lasciando il padre con un sorriso triste in volto, ed un pensiero fisso in mente.

Spero potrai perdonarmi, Taehyung.

••• ••• •••


Era ormai giunto ai cancelli del clan delle montagne.
Il recinto, osservò l'Alfa Kim, era ben costruito: le guardie erano poste in modo che potessero ben vedere chi si avvicinava ma, al contrario, non erano così visibili per quelli che arrivavano, in modo da non venir uccisi in caso di attacco improvviso.

Sentì l'inccoccare delle frecce non appena si fermò davanti i cancelli, ma per fortuna il suo volto era conosciuto, e la sua reputazione lo precedeva.
Era un pacifico, ed era solo, quindi lo lasciarono entrare, scortato però da due alfa piuttosto imponenti.

Arrivati alla piazza centrale Kim si voltò a guardare gli altri due alfa che lo avevano scortato.

«Vorrei vedere il capo, l'Alfa Jeon», annunciò con calma.

You're mine || KookV (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora