6. Nessuno da cercare

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In quel lasso di tempo, la mente continuava a formulare domande su Aiden. Perché la polizia aveva deciso di interrogare proprio lui? Era l'ultimo che poteva saperne qualcosa di Stephen. Era appena arrivato in città e Stephen non frequentava nessuno dei suoi corsi, essendo più grande. Probabilmente si erano visti per la prima volta alla festa...

Mi colpii la fronte con il palmo, ripetendomi quanto fossi stupida. Come avevo fatto a non arrivarci prima?

Ma certo!

Stephen era stato il primo ad intervenire per separare la rissa nel cortile e quindi Aiden doveva aver per forza parlato con lui, dopo. Magari qualcuno aveva detto di aver visto Steph lì, tra calci e pugni, e aveva fatto il nome di Aiden.

Non ero sicura della mia teoria, o se ci fosse sotto qualcosa, ma quella versione poteva anche reggere.

Mi voltai a destra, verso la finestra, ma lui non c'era. La sua finestra era chiusa, come poche volte e lui sembrava completamente assente.

Forse se avessero organizzato una grigliata di quartiere, avrei potuto scoprire qualcosa di più su di loro, ma era escluso: Stephen era sparito nel nulla e l'intero quartiere non era in vena di festeggiamenti.

Presi il cellulare, aprii Instagram e cercai il suo nome. Aiden doveva aver pur avuto una vita prima di trasferirsi.

Trovai moltissimi Aiden, uno solo si chiamava Evans, ma ovviamente non era colui che stavo cercando. Bloccai il telefono e mi alzai, prendendo i libri e iniziando a studiare.

Non lo avrei trovato così facilmente.

***

Esposi ad alta voce quello che avevo appena studiato e chiusi il libro. Erano le sei e mezza e i miei erano ancora a lavoro. Fuori il sole stava tramontando e io non vedevo l'ora di fare una doccia e cenare. Lo studio mi aveva messo una fame inimmaginabile.

Click.

Qualcosa aveva sbattuto contro il vetro della mia finestra. Doveva essere stata tirata con forza.

Sgranai gli occhi, sentendo l'adrenalina diffondersi nelle vene. Chi era stato?

Sarà un ramo che si è spezzato, pensai.

Mi avvicinai lentamente alla finestra, con le ginocchia piegate e all'erta. Sembravo un soldato pronto all'attacco.

Sentivo il cuore scalpitare nel petto, mentre la parte più suscettibile della mia mente immaginava già di vedere un clown assassino oltre il vetro. Sentii il respiro farsi affannato e lo trattenni impaurita, cercando di sentire tutto quello che potevo.

Spostai le tendine e lo vidi. Aiden era affacciato alla sua finestra, questa volta aveva addosso una maglietta a maniche lunghe. Tirai un lungo sospiro di sollievo, rilassando i muscoli e tornando dritta.

Mi guardava fisso, e capii che era stato lui. Nessun altro lo avrebbe mai fatto.

Aprii la finestra, venendo investita dalla leggere brezza. Guardai in basso e vidi una biro blu tra i ciuffi d'erba in giardino, accanto alle radici di un albero.

- Ho bisogno del tuo aiuto -.

Alzai gli occhi di scatto. Il rosso mi guardava supplichevole.

Ebbi quasi voglia di ridere. Prima mi diceva che mi aveva difeso perché doveva e poi mi veniva a chiedere aiuto? Dio, nemmeno sapevo chi era veramente, come potevo aiutarlo?

Come la peceWhere stories live. Discover now