3 - all mimsy were the borogoves,

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- Ma questo significa che... -

Disse allora Haku, lasciando di proposito la frase a metà. Osservando l'amica con sguardo pieno di aspettative, come anche tutti gli altri.

- No, mi dispiace. Non tornerà. - Sospirò Akane scuotendo lentamente il capo. - Ma non è questa la sola cosa che dovevo dirvi. C'è un'altra notizia ancora più importante. - Quindi attese alcuni istanti, finchè non fu certa di avere davvero tutta l'attenzione dei sei presenti. - ...Satoshi è scomparso. -

- Che cosa!? -

La Dormouse sussultò nel sentir pronunciare quella frase alle proprie spalle e subito si voltò verso il nuovo arrivato.

- Spiegati meglio. - Le intimò Hajime, arrivato proprio in quel momento, giusto in tempo per sentire l'ultima notizia dell'amica. - Cos'è successo? -

Akane ne aveva visti di sguardi spaventosi negli ultimi anni.
Da quando aveva iniziato ad aiutare le madri, si era ritrovata spesso a dover avere a che fare con criminali o, in quel caso, malati mentali, ma lo sguardo che le rivolse Hajime in quel momento fu quanto di più spaventoso avesse mai visto. Forse perfino di più di quello che aveva visto sul volto di Satoshi l'anno prima, quando l'avevano trovato in preda al delirio mentre colpiva ripetutamente il direttore del circo con un frammento di vetro.

- Ha aiutato un tipo a scappare con la refurtiva di un konbini, poi sono stati presi e portati alla centrale di polizia. - Squittì la Dormouse, indietreggiando di un passo. - Lì il tipo ha usato dei fumogeni per creare scompiglio e, presumibilmente, per scappare con Satoshi, ma in realtà mentre tutti li stavono cercando, loro erano ancora lì, affatto intenzionati ad andare via. Così hanno fatto passare ad entrambi la notte in cella, ma questa mattina, quando i suoi genitori sono andati a recuperarlo, hanno trovato solo lo sconosciuto. Satoshi era sparito. -

- E lo sconosciuto? - Chiese il Cheshire Cat a denti stretti. - Gli hanno chiesto se ne sapesse qualcosa? -

- Sì, certo che l'hanno fatto. -

- E che ha detto? -

- Che avrebbe risposto quando lo avrebbe voluto lui e solo se nel frattempo lo avessero portato ad "alloggiare" qui. -

A quel punto Hajime, come anche Kazuto, Shun, Takeshi, Ren, Haku e Shinzou, strabuzzò gli occhi dalla sorpresa.

- Adesso è qui. - Aggiunse Akane facendo un cenno vago alle proprie spalle. - Con lui ci sono le mie madri. Che risponda o meno, in ogni caso è stato deciso di affidarlo a questo centro psichiatrico. Essendo minorenne hanno provato a contattare i suoi genitori, ma non riescono neanche a capire quale sia la sua identità, si rifiuta di dire il suo vero nome. - A quel punto fece una piccola pausa e, osservando attentamente prima Hajime, poi Kazuto e infine Takeshi, a bassa voce chiese: - Non è che per caso sapete qualcosa del Jabberwocky? -

I tre però la osservarono interdetti, aggrottando la fronte ancora più perplessi.

- Mai sentito. - Affermò il Dodo, per poi voltarsi verso gli altri due. - Voi invece... -

- No, neanche a me dice nulla. - Sospirò Kazuto, scuotendo il capo. - Hajime? -

- Non è mai esistito un Jabberwocky. - Affermò il Cheshire Cat con sicurezza. - Ne sono certo, non è mai stato dato a nessuno quel ruolo. -

- Allora immagino che non ci resti che andare a chiedere direttamente a lui. -

Concluse la Dormouse, per poi fare segno ai sette di seguirla.

Nella piccola sala situata all'ingresso, solitamente riservata alle visite, si trovavano in quel momento sia il responsabile del centro che un paio di infermieri, oltre a Puppy, Deer e...

- ...E questo è il motivo per cui non sopporto gli specchi. - Stava spiegando un ragazzo dai corti e scompigliati capelli verde fluo, sdraiato comodamente sul piccolo divanetto con il capo posato su un bracciolo e le gambe a ciondoloni su quello opposto. Le mani alzate al cielo, che gesticolavano animatamente. - Insomma, secondo me sono la cosa più inquietante che sia mai stata inventata, voi non credete? - Non ricevendo risposta sbuffò e volse gli occhi scarlatti verso il soffitto, quindi si accorse con un leggero sussulto degli otto nuovi arrivati. - Ehi, ma che bel comitato di accoglienza! -

La voce risultava leggermente ovattata a causa della mascherina per la tosse che aveva in viso, ma ciò non la rendeva affatto meno alta e vivace di quanto fosse effettivamente.

Aveva una carnagione pallida, quasi cadaverica, e due profonde occhiaie scure.
Aveva un'altezza nella media, eppure la sua corporatura era alquanto esile per i suoi diciannove anni, ma sembrava più dovuta a un qualche problema di alimentazione piuttosto che ad una semplice questione di genetica.

- Oh, ma non siete tutti. - Commentò lo sconosciuto, osservando i presenti uno ad uno, per poi scrollare le spalle con noncuranza. - Fa niente, poi andrò a presentarmi anche a loro. - Quindi saltò giù dal divano e saltellando giunse di fronte al gruppo, porgendo la mano a nessuno in particolare. - Piacere Wonderland, io sono il Jabberwocky! -

The JabberwockyWhere stories live. Discover now