Chapter 16 - Run.

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Quando mi svegliai ero ancora appiccicata ad Aidan. Era così rilassato mentre dormiva.
<<Mi stai fissando.>>
Come non detto. Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
Lui ghignò e avvicinò il suo viso al mio. Mi baciò velocemente.
<<Oggi abbiamo un sacco di cose da fare.>> disse guardandomi negli occhi. Mi spostò una ciocca di capelli dal viso e la posizionò dietro il mio orecchio.
<<Abbiamo?>> chiesi incredula.
Aveva finalmente deciso di rendermi partecipe degli affari del branco?
Avevo finalmente voce in capitolo?
<<Si. Sei la Luna adesso ed è tuo dovere partecipare alle riunioni ai piani altri.>> spiegò.
<<Non ci posso credere.>> sussurrai, stentavo ancora a crederci.
<<Credici invece. Ora va a prepararti, dobbiamo fare colazione e poi incontrarci con Ulrik e Fabian.>>
Annuii e mi alzai dal divano dirigendomi diretta in bagno.
Mi ricordai di un particolare molto rilevante solo dopo essermi chiusa dentro la doccia. Non avevo vestiti in quella camera.
Imprecai e continuai a lavarmi, avrei mandato Aidan a prendermi qualcosa al piano di sotto subito dopo essere uscita dalla doccia.
Strizzai un'ultima volta i capelli per togliere l'acqua di troppo e mi avvolsi in un accappatoio decisamente grande.
Uscii dal bagno e trovai Aidan steso sul letto.
Mi avvicinai e notando che aveva gli occhi chiusi, cercai di destarlo scuotendogli delicatamente il braccio.
Lui mi afferrò dal polso e mi scaraventò sul letto, sotto di lui.
Urlai presa alla sprovvista. <<Ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo!>> urlai.
Il suo sguardo dai miei occhi scivolò lentamente più in basso, dove l'accappatoio si apriva leggermente.
<<I miei occhi sono leggermente più in alto...>> commentai.
Lui non fece caso alla mia frecciatina e continuò a scorrere il suo sguardo sulla mia figura. Con la punta delle dita sfiorò la cicatrice che avevo al collo e che "adornava" il mio petto.
Fu una cosa fulminea. Lo spinsi e mi coprii con l'accappatoio.
<<Ti ho già detto che non devi vergognartene.>> disse.
<<È più forte di me. Mi da fastidio che altri a parte me la vedano.>> confessai con il cuore che faceva male.
Quello sfregio bruciava ancora. Nonostante amassi mio padre e la consapevolezza che anche lui amasse me, ricordare quello che aveva fatto quel giorno faceva ancora male.
Non era più lui. La bestia lo aveva praticamente ingoiato. Aveva preso il sopravvento.
Avevo visto la soddisfazione nei suoi occhi quando mi aveva artigliato e quasi ucciso.
<<Io cosa dovrei fare allora? Chiudermi dentro e non uscire mai più? O andarmene in giro con un sacco in testa?!>> si indicò il viso con un dito.
Alzai le spalle non sapendo davvero come rispondere alla sua domanda.
Lui sbuffò e si avvicinò nuovamente a me.
<<Senti... capisco che non ti piace farti vedere in questo stato da altri, ma io non sono gli altri. Quando vorrai capirlo sarà sempre ora!>>
Lo guardai. Lui guardò me. Le sue maschere erano a terra in quel momento. Riuscivo finalmente a leggere i suoi occhi e guardare per davvero dentro di essi. Le sue difese erano abbassate.
Premetti le labbra sulle sue, non sapendo cosa dire per l'ennesima volta. Mi stupiva sempre di più in quei momenti nostri.
Quando eravamo soli era tutt'altra persona. Era l'Aidan con la quale avrei passato più che volentieri il resto della mia vita...ma era un Aidan effimero, che svaniva e si nascondeva dietro un armatura, dietro una facciata che era capace di oscurare ogni briciola della sua umanità. L'armatura che veniva sfoggiata per la maggior parte del tempo, facendomi venire il dubbio su quale fosse il vero Aidan.
Il meschino, psicopatico Alpha assassino.
Il dolce e apprensivo compagno della mia vita.
Due cose completamente diverse, fuse in un solo essere perfetto.
Lo guardai negli occhi sorridendo sommessamente.
<<Vai a prendermi i vestiti in camera per favore?>> sussurrai per smorzare quell'atmosfera strana che era venuta a crearsi.
Lui rise sommessamente. <<Certo.>> sussurrò leggermente scocciato per poi andare.
Mi sdraiai nuovamente. Le braccia aperte e lo sguardo al cielo.
Ero ancora stanca. Avevamo dormito si e no tre ore ed io non credevo di riuscire a reggere tutto il giorno.
Qualche minuto più tardi Aidan entrò con qualche vestito fra le mani. Buttò tutto sul letto e andò dritto in bagno.
Lo seguii con lo sguardo, notando per la prima volta il suo sedere niente male.
Mi morsi il labbro inferiore inconsciamente. Era un gesto istintivo quando pensavo ad Aidan in quel senso.
Mi sventolai con una mano, stava facendo dannatamente caldo, e iniziai a vestirmi.
Presi dei pantaloni scuri e un maglione morbido e caldo che sicuramente mi avrebbe tenuta lontana dal freddo che sentivo costantemente.
Misi gli stivali ai piedi e raccolsi i capelli umidi in una coda, in modo che stessero lontani dalla mia faccia. Mi infastidivano e non poco...
Nel frattempo Aidan era uscito dalla doccia e come un fulmine si vestì.
Insieme andammo nella sala da pranzo del branco. Poco prima di entrare, lontano da occhi indiscreti, Aidan mi trascinò in un corridoio buio e mi baciò.
La sua bocca era così calda e morbida che avrei potuto baciarlo fino alla fine dei miei giorni. La mia lingua faticava a staccarsi dalla sua, però era una cosa tanto dolorosa quanto necessaria.
Entrammo nella sala. Quando i componenti del branco videro Aidan si alzarono dalle rispettive sedie in segno di saluto e rispetto e mano a mano che si allontanava tutti tornavano a sedersi.
Era un usanza che il mio branco non condivideva, il rispetto si dimostrava strada facendo, non alzandosi da una sedia tutte le mattine.
Quando arrivammo al nostro tavolo Ulrik era spaesato e Marta teneva la testa bassa sul piatto. Il tedesco continuava a guardare il cibo che aveva davanti ma non pensavo lo stesso vedendo per davvero. Era in un mondo tutto suo.
Salutai, ma solo Fabian rispose.
<<Gliel'ho detto.>> mi sussurrò Marta.
<<Bel risultato, mi aspettavo peggio sinceramente.>> ironizzai guardando la testa bionda e bacata che avevo davanti.
Aidan si sporse verso di noi.
<<Era ora glielo dicessi.>> disse rivolto a Marta. La fissai. Lo aveva detto ad Aidan?!
<<Perché glielo hai detto?! E se avesse spifferato tutto a Rik prima che gli parlassi?>> sussurrò furiosa.
Assottigliai il mio sguardo. <<Stavo per farti la stessa domanda.>> dissi.
<<Il tuo odore è schifosamente dolce, i tuoi occhi cambiano colore incontrollati e stai mangiando il bacon con lo sciroppo d'acero, cosa successa solo quando aspettavi Kyle. Non ci vuole un genio per capirlo.>> spiegò a voce troppo alta, infatti Ulrik si girò curioso a sentire la nostra conversazione.
<<Stai dicendo che non sono un tipo così sveglio da accorgermi che la mia ragazza è incinta?>> chiese stizzito.
<<Già...ah, questo non lo avevi previsto, vero Ulrik? Non avevi già visto questa scena?>>
Cosa stava blaterando quell'altro?
<<Bene, visto che vogliamo fare i sapientoni: inutile che cerchi di nasconderlo, si sente lontano un miglio che la Boswell non è più vergine!>>
La posate mi caddero dalle mani e avrei scommesso milioni di essere diventata rossa peggio di un peperone.
<<Tappati la bocca.>> ringhiò Aidan.
<<Cosa?! E non me lo hai detto.>> s'intromise Marta rivolgendosi a me.
<<No non mi tappo la bocca. Tu sfotti me, io sfotto te... preparati per le numerose pressioni sul tuo futuro lupacchiotto, amico.>> disse velenoso.
<<Cosa? Che futuro lupacchiotto stai scherzando? Ho solo diciassette anni, coglione!>> sbottai aggrottando le sopracciglia e aggredendo Ulrik.
<<Forse non lo sai barboncino. Ma in questo branco, l'Alpha deve dare un erede entro il primo anno dal primo rapporto con la Luna.>> spiegò.
<<Ora basta!>> urlò Aidan sbattendo un pugno sul tavolo. La tazza di caffè che avevo di fronte si rovesciò e per poco non mi finì addosso.
Cercai di asciugare alla buona e mi concentrai per evitare di incontrare lo sguardo di qualcuno. Sapevo che si erano tutti voltati verso di noi, lo capivo dall'assoluto silenzio che aveva sostituito il vociare delle persone in sala.
Non volevo pensarci. Non potevo.
Era escluso che partorissi prima di aver compiuto vent'anni. Non avrei sfornato un figlio che ancora non ero pronta ad avere solo perché una vecchia tradizione me lo imponeva, se lo sognavano! Ero ancora troppo giovane per stare dietro a pannolini e trasformazioni improvvise.
Era fuori discussione e presto o tardi lo avrebbero capito tutti!

Alpha's snarl       #wattys2020Where stories live. Discover now