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Dopo mezz'ora di discussione, optammo per l'HardRock Cafè.
Io misi talmente tanta fretta a Wendy che arrivammo mezz'ora in anticipo: era il minimo sindacale per me.
Dopo 20 minuti, arrivarono anche Tommy e Mattew.
"Ehilà ragazze" sbracciò Mattew.
Gli andammo in contro.
"Ehi Princi, sei davvero bellissima stasera" mi disse Tommy.
Princi? Ma cosa...
Prima che potessi ringraziare, mi baciò, e già quello bastava come risposta.
La serata andò avanti tra baci, cene e risate.
È stato davvero bello.
"Princi, domani è il grande giorno! Tornerai a ballare" esclamò Tommy.
"Già... ti ero forse mancata?"
"Tu mi manchi ogni singolo secondo della mia vita..."
E di nuovo fronte contro fronte, i suoi occhi sui miei. Non volevo più staccarmi.
Dopo aver cenato, rientrammo in accademia, ovviamente rispettando il coprifuoco.
Salutai i maschi e con Wendy andai in camera, dal mio amato letto, che non vedevo da troppo tempo.

La sveglia suonò, ricordandomi che oggi potevo ballare. Era un BUON giorno.
Mi vestii e preparai il borsone.
Dopodiché mi pettinai i capelli e mi feci lo chignon.
Controllai più volte di avere tutto, prima di fiondarmi in sala.
Come la solito arrivai in anticipo.
Ti adoro me stessa!
Presi un lungo respiro e pensai a quanto mi era mancato quest'aula, nonostante era da due giorni che non ballavo.
Sentivo aria di passione,
aria di seconda casa...
Mi misi le mezze, e provai la coreografia, con le modifiche della Patch.
Ma mentre facevo, mi resi conto che mi mancava qualcosa...
La musica, Tommaso.
"Hai bisogno di me?" mi domandò all'improvviso.
"Effettivamente si, datti da fare mio caro pianista" dissi ironicamente.
E allora quando la musica partì, io mi sentii completa: avevo la danza e la musica.
Danzare è una cosa indescrivibile: è una carriera che intraprendi senza avere la minima idea di dove ti possa portare... A me ha portato alla felicità, all'espressione dei miei sentimenti, alla libertà.
Ogni singolo passo, rappresentava un momento della mia vita: un successo, una delusione, qualsiasi cosa.
A me bastava danzare, tutto il resto era secondario. Amavo ballare fin da quando avevo tre anni... il mio corpo è completamente posseduto dalla danza.
Volevo essere felice, e solo la danza punte, la mia danza, poteva darmi quella sensazione.

La lezione con la Patch andò bene, ma adesso c'era la lezione con la Rosyl.
A classico facemmo esercizi basici. Ad alcune ballerine stufava, e si vedeva, ma secondo me, se ci faceva ripetere sempre gli stessi esercizi c'era un motivo.
A fine lezione la Rosyl mi comunicò che avevo mezz'ora prima di iniziare l'allenamento per gli esami.
Mezz'ora? Ma siamo seri?
Avevo letteralmente i minuti contati, perciò mi organizzai così: andai in bagno, mi lavai la faccia, sgranocchiai una barretta, riempii la bottiglietta e tornai in sala.
Neanche il tempo di bere un attimo che la Rosyl mi chiamò al centro.
Gli esercizi che studiammo oggi furono: strech&release, grand-pliè in fourth position, grand-battementés fondù.
Tutti, non solo difficili, ma anche stancanti... ma d'altronde era un esame.
La Rosyl mi riprese varie volte, più di quanto mi riprendeva a classico... voleva vedere quanto ero in grado di dare.
Facciamolo!

Cercai di impegnarmi il doppio di quello che mi impegnavo di solito, per sicurezza, ma la Rosyl si limitò ad accennare un sì.
Dai Elizabeth, forza!
E fu così che la giornata si concluse con me distrutta, la Rosyl (forse) contenta, e la Patch soddisfatta.
Capii che gli esami erano più importanti del saggio: ciò non vuol dire che non dovevo impegnarmi a modern, solo che dovevo concentrarmi di più su classico e sugli esami.
Ringraziai la Rosyl e andai in camera, vogliosa solo di farmi una bella doccia.
Appena entrata vidi Wendy spaparanzata sul letto.
"Stanca?" domandai.
"Non hai idea di quanto... La Toussand, la nostra insegnante di modern, ci ha sfinito con le diagonali."
"Mi dispiace, ma se può consolarti anch'io sono sfinita: la lezione con la Patch è stata un successo, ma non si può dire lo stesso per la Rosyl. Il problema è che per quante volte mi facesse fare un esercizio, io non lo facevo mai abbastanza bene... è snervante!"
"Sei troppo severa con te stessa! Lo so che è classico e bla-bla-bla, ma non essere così dura con te stessa... tu sei bravissima, ti ho vista ballare con questi occhi. Secondo me devi capire cos'è che non va alla Rosyl e migliorare su quello..."
In quel momento ricevetti un SMS da mia madre:

Tesoro come stai? E la tua caviglia? Mi raccomando stai attenta. Io ho già preso i biglietti per venire al saggio e forse, starò a NY per un po', così potrò averti più vicino a me. Ti voglio bene bambina mia. Mami

Ah, mamma. Mi basterebbe un tuo abbraccio, un "c'è la mamma". Mi manchi anche tu.

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