- Sicuramente sua madre le avrà fatto la predica - commentò Lisa, con il volto illuminato dalla luce celestina del telefono. Ridacchiai, sorpresa da quanto conoscessero me e la mia famiglia.

Dopo pochi minuti raggiungemmo la villa degli Hamilton. Nella nostra cittadina vi erano poche ville del genere e quella casa ormai era nota a tutti i cittadini.

Trovammo un parcheggio con qualche difficoltà e dopo aver fatto un paio di isolati a piedi raggiungemmo il grande cancello spalancato. Vi era già un mare di gente, ancora sobria per fortuna. Molti non li conoscevo, perché sicuramente erano già al college.

- Ecco perché adoro queste feste... - commentò il biondino, fissando una ragazza tuffarsi in piscina. Alzai gli occhi al cielo, continuando a camminare verso l'entrata. Josh ricambiò la battuta di Bryan, sarcastico come sempre, e io smisi subito di ascoltare le loro chiacchiere da ragazzi. Dylan camminava davanti a due passi da me, taciturno.

Lo raggiunsi cercando di non cadere con quei maledetti tacchi e gli toccai un braccio. - Tutto bene? -.

Mi scrutò scettico, prima di tornare con gli occhi davanti a sé. - Non avevo voglia di venire-.

- Perché? -. Sospirò, dilatando le narici nell'atto di catturare ossigeno.

- Ho visto Jennifer alzarsi per andare a parlare con quello nuovo, oggi - raccontò. Non trovai nulla di strano in quel gesto. Anch'io ero andata direttamente da lui per parlargli quando stavo tornando a casa.

- Magari l'ha fatto solo per presentarsi. Perché ti dà così fastidio? Sai com'è fatta Jennifer -. Eravamo quasi giunti alla porta, con il resto dei nostri amici alle spalle. Dylan non rispose, si limitò ad oltrepassare la grande porta.

Il salone era gremito di gente e si respirava a stento. Ad illuminare la stanza vi erano solo abat-jour e piantane dalla luce giallastra. Alcuni ragazzi se ne stavano seduti sui divanetti, divisi in quattro gruppi in ogni angolo della stanza, altri bevevano in piedi chiacchierando. La musica era altissima, ma, salvo qualche ragazza che muoveva i fianchi a ritmo, nessuno aveva ancora iniziato a ballare.

- Ragazzi! - urlò Jennifer, alzando un braccio. Disse qualcosa al gruppo che stava parlando con lei e sorridendo venne verso di noi. Sentii lo sbuffo di Dylan prima che arrivasse.

Le braccia ossute della mora si strinsero attorno alle mie spalle e io ricambiai, per poi darle l'occasione di salutare gli altri. - Ciao, Dylan - disse per ultimo, facendo un cenno con la testa nella sua direzione.

- Di là in cucina ci sono le cose da bere -.

Un secondo dopo scomparve nella folla di casa propria. Incrociai le braccia al petto e sollevai un sopracciglio verso Dylan.

Si voltò a rallentatore, sentendo il mio sguardo sulla pelle. - Che c'è? - sospirò.

- Lo chiedi a me? -.

Continuai a fissarlo cinica.

- Dai, andiamo a bere! - urlò Lisa, spingendomi verso la cucina. Li seguii anche se non lo avrei fatto e me ne pentii quasi subito. La cucina era possibilmente ancora più affollata del salone. L'alcol era tutto lì e, sebbene fosse anch'essa più grande del normale, era impossibile respirare. Josh lanciò una birra a Bryan e una a Lisa, dopo essere riuscito a farsi spazio fino al frigo. - Mi manca l'aria, devo uscire da qui - li informai, scappando tramite la porta che dava sul retro.

Come la peceWhere stories live. Discover now