roba scritta 3

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vicenda presa dal libro di trainspotting (tw: spoilers!!), a cui ho apportato qualche modifica. la voce narrante è però un personaggio inventato da me. rileggendola mi sono accorta che è tipo stra super edgy quindi mi ammazzo dall'imbarazzo ma yolo buona lettura ciaoooooooo

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Non mi suona manco morta, questa situazione, faccio tra me e me, poi quando mi rendo conto di ciò che ho detto mi scoppia un attacco di ridarola proprio uguale a quello di Mark di pochi minuti fa, ma più contenuto.

Mio zio Charlie mi lancia un'occhiata di fuoco, come a dire: uno peggio dell'altro.

Vorrei dirgliela, la mia battuta non voluta, a Mark, scommetto si piscerebbe sotto dal ridere.
Ma forse non è il caso.
Lo cerco con gli occhi, è in un angolo del prato che fa gli occhi dolci a nostra cugina. Ha le spalle leggermente incurvate in avanti, la bocca socchiusa che se nessuno gliela chiude tra un po' sbava, e le gambe sottili fasciate dai calzoni neri dello smoking. Non gli si addice per nulla, l'eleganza; cioè, forse un pochino, ma se lo conosci bene diresti che non gli si addice per niente. Mio fratello l'ho sempre visto da maglioni sdruciti e jeans sbiaditi.

"Wendy, il vestito, su" mi riprende zia Effie. Abbasso gli occhi e noto di star pestando l'estremità del tessuto nero con la punta delle Converse che ho insistito a voler indossare.

"Sono pur nere" ho detto a mia madre, lumando con disprezzo i tacchi di velluto che mi stava proponendo.
Lei ha fatto una faccia esausta, seguita da un gesto rassegnato, e se n'è uscita dalla mia stanza. Poi mio padre mi ha guardata storto, come se fosse colpa mia. Cosa c'entro io, se la vecchia mi sta addosso per un paio di fottute scarpe? Che cazzo cambia a Billy se metto le cazzo di Converse? Tanto è morto. Non le capisco, queste cose, e non credo le capirò mai.

"È vero, scusa" ribatto docilmente, alzando il piede per liberare l'orlo del vestito dalla sua crudele morsa.
La zia mi sorride bonaria prima di allontanarsi. Che noia. Odio questo posto del cazzo. I funerali mi mettono una strana tensione addosso, ma dato che non sento nulla è anche un gran spreco del mio tempo.

"Che famiglia del cazzo ci siamo beccati" fa Mark solidale, avvicinandosi.

"Puoi ben dirlo..." rispondo io, poi zio Charlie ci viene incontro e quindi Mark tela in macchina coi suoi amici. Io l'avrei anche seguito, ma so che quel coglione di nostro zio voleva lui. Quindi motivo in meno per sforzarmi.


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Scendo dall'auto e prendo un bel respiro. Non ce la facevo più, cazzo, mi sentivo soffocata da tutti quei piagnistei delle varie zie e cazzi vari. Mi dispiace solo per mia madre, lei non se lo merita tutto quel che le è capitato, le ho sempre voluto bene; ciò non toglie che i lamenti disperati col moccio al naso io proprio non li reggo.

"Hey, Wendy" sento la voce di Tommy chiamarmi dal finestrino mentre arranco lungo il marciapiede.

È sempre stato carino lui, davvero un ragazzo d'oro.
"Ci tenevo a farti le condoglianze. Forza e coraggio, sei una brava ragazza tu"

"Grazie Tommy" gli sorrido mentre Mark scende dalla sua macchina e saluta i suoi amici. Vedo Spud farmi ciao colla mano dal finestrino mentre si allontanano.

"Round due" ridacchia Mark dandomi una leggera gomitata nel fianco.

Una volta in casa tutti si mettono a bere. Li guardo da lontano, tutti quei  coglioni ipocriti, chiedendomi se almeno una misera volta, nella loro vita, si sono chiesti quanto sbagliati siano i loro ideali.
Io lo faccio di continuo; non faccio altro che mettermi in discussione, crearmi dubbi e paranoie, eppure io credo di avere degli ideali belli e giusti. Ma loro? Che schifo mi fanno.

"...E quindi lui vorrebbe che festeggiassimo" conclude Mark.
Non stavo ascoltando, ma so che un parente l'aveva incastrato per fargli dire qualcosa di carino su Billy.

Ridacchio, se la sono bevuta tutti. Oh, Billy, ci mancherai da morire, Billy boy. Ci mancherà come ci bullizzavi, umiliavi, come sottomettevi Mark davanti ai miei occhi strozzandolo fin quando non diceva quello che volevi sentire, come mi facevi lo sgambetto non appena uscivo di casa sapendo che avevo dei vestiti puliti addosso, come ti credevi il migliore, l'eletto, mentre noialtri eravamo feccia.
Questo direi, se dovessi venire interpellata. Mark sa mentire benissimo e gode come un matto nel farlo, io invece sparo sempre la verità. Non mi importa della situazione né delle conseguenze. Questo è ciò che penso, tenetevelo. Le uniche volte in cui metto su la maschera è quando la persona che ho davanti mi fa pena. La zia Effie, lei mi fa pena da morire, o la mamma e forse un po' anche mio padre.

Noto con la coda dell'occhio che quello spandimerda di zio Charlie, ubriaco come una merda, sta approcciando minacciosamente Mark. So che se la cava benissimo da solo, lo stronzino, ma provo compassione per i miei quindi faccio qualche passo per tenere d'occhio la situazione nel caso degenerasse.

"Lo so che per te è tutto un gioco, drogato buono a nulla del cazzo. Non me lo bevo, il tuo discorso. Ti avrei già mollato una sberla se non fosse per tuo padre, sappilo" biascica lo zio.

Mark gli risponde pungente, arrogante, provocante; io lo guardo, fiera di lui, soffocando una risata. L'unica cosa di mio fratello che non mi va è che prova gusto nel far male agli animali e odia i gatti. Per il resto, amici, è uno coi fiocchi e gli voglio un bene dell'anima.

Charlie alza il suo pugno del cazzo e lo mette vicinissimo alla faccia di Mark, che lo sposta colla mano.

"Non ha fatto nulla di male, sai" intervengo io. "L'unico cazzone sbronzo testa di cazzo che sta dando fastidio qui sei tu."

Lui stringe gli occhi, spostando la sua attenzione su di me. "Non sentirti tanto privilegiata perché sei una donna, ti meno anche a te senza problemi. E sai perché? Perché siete entrambi delle merde, voi due. Billy era mille volte meglio, persino il piccolo storpio Davie era meglio, e invece ai vostri poveri vecchi sono rimasti due fallimenti come voi. Due aborti mancati, ingrati e stronzi"

Musica per le mie orecchie. Gli ghigno in faccia, al bastardo, poi mi accorgo che nella stanza è calato il silenzio.
Lumo mia madre, seduta tutta rachitica e cogli occhi bassi, al che giro i tacchi e me ne vado dritta fuori dalla porta. Scendo le scale con innata urgenza, poi una volta fuori prendo per la seconda volta nel giorno un grande respiro. Aria fresca.
Poi vedo che Mark mi ha seguito.
"Non devi prendertela troppo" mi fa accendendosi una sigaretta.

"Lo so, è che mi dà fastidio" ribatto fissando l'asfalto. "Essere nati in una famiglia così di merda, cioè, i nostri vecchi sono tipi a posto, ma sapere di avere nel sangue tutta quella merda là... dio, Billy era un tale coglione. Ma non era tutta colpa sua, ha sempre avuto tutte quelle influenze orangiste, sin da piccolo. Arruolarsi è la cosa più stupida che io abbia mai sentito, ma forse è perché non me ne frega un beato cavolo del nazionalismo. Però lo stesso, eh, Billy non è morto da eroe manco per il cazzo. Lui era un coglione, bello e buono. Ti picchiava, picchiava l'unico che chiamavo con fierezza mio fratello con la F maiuscola, picchiava quel tuo corpicino magro e lentigginoso, cazzo, non gli avevi fatto nulla. Io non voglio parlare per te, eh, ma i momenti in cui ci ha fatto del bene non valgono un cazzo quando penso a tutti quelli in cui l'ho odiato." Guardo fisso davanti a me, ora, e mi manca ancora il fiato.
"Trattava male la sua donna, quella povera crista che ha lasciato incinta di sei mesi ora. Che cazzo vai a morire, coglione, che ti sta per arrivare un figlio?! Me lo raccontava, lei, che Billy era cattivo e a volte la menava. Ma lei non lo voleva lasciare, perché è così che va. Quindi il grande uomo, l'orgoglio della family, si è tenuto il suo teatrino fino alla fine. Ma vaffanculo."

Mark mi scruta a fondo, con la cenere della sua cicca che traballa, pronta a lasciarsi cadere.

"Scusa. Dovevo sbroccare ad una certa" borbotto. Vorrei strapparmi questo vestito del cazzo, tanto fuori posto mi fa sentire.

"No, quello che hai detto, è una figata" dice. Lo guardo, mi sorride. Il suo sorriso mi rende cento volte più leggera. Gli voglio un bene assurdo, a questo mio fratello che mi rimane, ma gliene ho sempre voluto. Siamo sempre stati noi due, quelli uguali, usciti male, che si distinguono per il silenzio invece che per il baccano.

"Dai, andiamo a farci un bel giro" mi fa passandomi un braccio attorno alle spalle. "Quel coglione di Sick Boy è in Francia, ma mi piace che stiamo noi due, anche se mancherà quell'elemento che ci tira su."

trainspotting oN cRaCkWhere stories live. Discover now