La vita di Harry Styles è sempre stata un susseguirsi di vittorie e successi e lui ne sarebbe anche felice se soltanto suo padre non l'avesse programmata interamente fin dal principio: tuttavia, una notte di luglio, un incidente la mette all'improvv...
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"Sollevalo alla luce e lui brillerà di mille colori diversi." C.C.
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Harry passò la mano tra i suoi lunghi riccioli castani prima di indossare il casco nero con un sorriso sghembo sulle labbra: era il sorriso di chi sentiva la vittoria così vicina da pregustarne il sapore sulla punta della propria lingua.
Dopotutto, l'indomani avrebbe spezzato le catene che lo tenevano legato a suo padre, quella persona che avrebbe dovuto accettare i suoi interessi e comprendere i suoi desideri invece di plasmarlo a sua immagine e somiglianza. Tuttavia, Harry Styles di suo padre aveva soltanto il cognome e lo stesso percorso universitario perché anche Charles aveva studiato Architettura trent'anni prima e successivamente aveva fondato uno degli studi più importanti di Londra. Lì Harry aveva un posto assicurato fin dalla nascita e, nonostante sentisse sulle spalle il peso delle aspettative di suo padre, era genuinamente innamorato di tutto ciò che riguardava l'architettura.
Amava scoprire quel gioco sapiente dei volumi sotto la luce, imprimerlo sui fogli bianchi del suo taccuino o fotografarlo durante i suoi viaggi, e amava anche ciò che studiava con tanta passione per i suoi esami universitari, ma spesso tutto diventava troppo.
Diventava troppo quando Charles lo portava alle cene di lavoro vantando i suoi voti come trofei, quando controllava i suoi progetti alla ricerca di errori ancora prima dei suoi docenti, quando gli proponeva uno stage estivo presso il suo studio invece di lasciarlo partire per una vacanza con i suoi amici. Quella sera Harry aveva deciso di far diventare quel troppo nulla e di rifiutare lo stage, lasciare Londra per un po' e gettarsi alle spalle tutti i suoi problemi. Pronto a tornare a casa, saltò in sella alla sua moto e guidò tra le strade di Londra godendosi quel momento di libertà. Sentiva il venticello di fine luglio infrangersi sulle sue braccia tatuate, la camicia a fantasia aderire al suo addome e il traffico della città scomparire alle sue spalle. Si sentì un semplice ventitreenne e persino un vincitore, ancora prima di combattere la sua battaglia e scoprire che non fosse suo padre il vero nemico quella volta.
Perché Charles non era l'asfalto, quello bagnato e insidioso che non permetteva di frenare bene.
Non era l'automobile che perse il controllo e finì sulla corsia opposta, prendendolo in pieno.
Non era il fischio sottile che sentì nelle sue orecchie e neanche la paura che tinse i suoi occhi smeraldini all'improvviso.
Non era neanche la ruota anteriore della moto che continuava a girare, mentre il corpo inerme del ragazzo era disteso al suo fianco.
In I See Your True Colors Shining Through sono presenti molti riferimenti all'architettura, all'arte e agli artisti che più mi piacciono e spero che, intrecciati alle vicende di Harry e Louis, piacciano anche a voi. È una storia fatta d'amore, di colori, di mancanze e presenze, ma anche di speranza ed è una delle prime che ho scritto, quindi ci sono molto affezionata.
Chi è qui per la seconda volta si accorgerà man mano dei cambiamenti che ho attuato durante la riscrittura della storia. Revisionandola, ho sentito naturale cambiare molte scene, aggiungere un capitolo e nuovi personaggi e dare a quelli già esistenti un qualcosa in più. Dopotutto, ho scritto questa storia circa quattro-cinque anni fa e non la sentivo più molto mia. La trama principale a grandi linee è rimasta uguale alla precedente, ma credo che questa versione abbia una marcia in più per stile, personaggi e contenuti.
A chi l'ha iniziata prima della revisione e l'ha lasciata a metà lo scorso maggio per il "Lulu-Gate" consiglio di ricominciare la lettura da zero perché molte dinamiche sono cambiate, altrimenti troverete incongruenze e non vi godrete a pieno la storia!
Fatemi sapere le vostre impressioni qui oppure su Twitter con #isytcst e buona lettura! Lucia
