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Jimin aveva appena riavuto indietro il suo telefono e fissava la schermata del contatto, masticandosi il labbro inferiore. Yoongi, dal momento in cui Jimin aveva chiesto di lui l'altro giorno, era scomparso. Sapeva che le coppie non dovessero stare insieme ventiquattr'ore su ventiquattro e nella vita ci fossero altre cose oltre che passare ogni secondo libero con la propria metà.

Esitò a chiamarlo. E se fosse a casa? E se si fosse stufato e stancato del minore? Lo stomaco di Jimin si annodò al pensiero. Tutto quello che aveva fatto per stare con Yoongi sarebbe stato vano se non fosse più interessato a lui.

Non pensò di avere il coraggio di chiamare, finché il suo pollice sfiorò lo schermo illuminato, premendo il tasto chiamata e imprecando tra sé e sé. Scattò la segreteria, e non sapeva perché la cosa lo faceva sentire ancora peggio.

"Hey, io, ehm... ho riavuto il telefono e ho molte cose da raccontarti... su mia madre, Tae, Kook e me. Vorrei anche sapere come stai! Lasciami un messaggio o sentiti libero di passare se hai tempo... ciao, hyung," sussurrò Jimin al telefono. Chiuse la telefonata e sospirò, lasciando cadere il telefono sul letto prima di collassare egli stesso sul materasso. Fissò il soffitto, chiedendosi cosa avesse in mente Yoongi.

Jimin sapeva che sua madre sarebbe uscita quella notte, perciò prese in considerazione la possibilità di invitare Taehyung e Jungkook per un po'. Rotolò sullo stomaco e afferrò il telefono, mandando un messaggio ai due ragazzi.

-

Più tardi quella sera, Jungkook e Jimin sedevano davanti alla televisione in soggiorno, guardando un film di orrore su Netflix. Taehyung era in cucina, intento a prendere qualche snack, ed era sul pinto di tornare e riprendersi il suo posto in mezzo ai due, ma si fermò alla finestra.

Ci furono delle luci dei fari di macchina fuori, e sbirciò attraverso le tende.

Quando i due ragazzi erano arrivati, avevano parlato di cose a caso, e Jimin aveva menzionato il fatto che il suo fidanzato non si stesse facendo sentire. Nessun messaggio, nessuna chiamata, nessun segno di vita.

"Ehm... Jimin, penso di aver trovato il tuo fidanzato," lo chiamò Taehyung. Jimin balzò subito in piedi, lasciando la ciotola di popcorn sul grembo di Jungkook, prima di scaraventarsi alla finestra. Guardò fuori, e Jungkook si unì a loro poco dopo. Tre liceali che sbirciavano dietro la tenda era uno spettacolo piuttosto divertente.

Jimin vide il gruppo di ragazzi della porta accanto uscire dalla loro casa, Yoongi tra loro. Tutti indossavano degli abiti da festa, e Namjoon trasportava un cassa di birra.

"E così non può chiamare il mio migliore amico né farsi vivo, ma può andare alle feste? Ma penso proprio di no," sbraitò Taehyung. "Dammi il telefono," ordinò. Jimin glielo porse scetticamente, e il suo migliore amico chiamò Yoongi.

Jimin restò a guardare, il suo cuore che sprofondava, e Taehyung attivò il vivavoce. Il maggiore là fuori non degnò il telefono di uno sguardo.

"C'è qualcosa che non va in me?" chiese Jimin, osservando il suo ragazzo(?) entrare in macchina con gli altri e partire. Precipitò drammaticamente sul divano.

"C'è qualcosa che non va in lui se non ha intenzione di rispondere ai tuoi messaggi e alle chiamate. Non lasciarti demoralizzare da quel suo culetto pallido," disse Taehyung.

Jimin si limitò ad annuire, un po' agitato. Sentiva come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, solo che non sapeva cosa avrebbe potuto essere.

-

Il trio si addormentò sul divano, Jungkook da un lato, Taehyung sdraiato sul suo grembo. Jimin, invece, occupava la poltrona, raggomitolato su se stesso con il viso poggiato sulle proprie mani. Quando il suo telefono iniziò a squillare, si svegliò e aprì gli occhi.

Si senti assonnato mentre prendeva il cellulare, il film che stavano guardando ancora in riproduzione sulla tv, e si stropicciò gli occhi, privo di energia.

Alzò gli occhi al cielo, vedendo che il messaggio arrivava proprio dal ragazzo che l'aveva fatto sentire una nullità.

hyung:
posso passare da te?

jimin:
non sei ad una festa, hyung?

hyung:
npn piu
som oqui fupri

Jimin sospirò, alzandosi dalla poltrona e aprendo la porta principale. Poté vedere il contorno appena accennato di una figura che giaceva sul prato, e si avvicinò, a braccia conserte.

"Hyung, alzati," disse Jimin con tono serio, e la figura scosse la testa, emettendo un roco grugnito in risposta.

"Non ci riesco," sospirò Yoongi, e Jimin afferrò entrambe le sue mani, tentando di tirar su il suo ragazzo.

"Ti prego, alzati," piagnucolò.

"Ho mal di testa," affermò Yoongi, e invece di alzarsi, tirò giù Jimin. Quest'ultimo ansimò cadendo sopra il maggiore, il quale esternò un lamento per l'improvviso peso del minore sopra di sé.

"Stenditi qui con me," mormorò, e Jimin si ricordo all'improvviso di come il maggiore l'avesse ignorato e lo spinse via, mettendosi invece a sedere sul prato accanto a lui.

"Com'era la festa?" domandò Jimin, e il più grande si mise seduto. Un forte cenno di amarezza traspirava attraverso le sue parole.

"Era divertente, ma Jin ha voluto fare lo stronzo e ci ha portati a casa," disse Yoongi, e Jimin si portò le ginocchia al petto.

"Perché mi stavi ignorando?" chiese il minore a voce bassa, sperando che quello che avrebbe detto il maggiore sarebbe stata la verità.

"Lo stavo facendo?" farfugliò Yoongi.

"Non mi parli da giorni. È per qualcosa che ho fatto? Ce l'hai con me?"

Yoongi squadrò Jimin in maniera assonnata, tuttavia la metà sobria di lui era nervosa. Prese il viso di Jimin tra le mani. "Mi dispiace, piccolo," tubò, baciando dolcemente l'altro. Jimin percepì il pungente sapore di alcool sulla sua bocca.

Doveva essere proprio perdutamente innamorato per essersi sciolto per così poco, ricambiando il bacio. Le sue mani vagarono fino al petto di Yoongi.

"Possiamo andare a casa tua? Taehyung e Kook stanno dormendo adesso," fece le fusa Jimin all'orecchio del maggiore. Questi, però, scosse la testa.

"Non stanotte," rispose, allontanandosi da Jimin e rimettendosi barcollante in piedi. Il sorriso di Jimin morì, poiché era come se Yoongi lo stesse respingendo ancora.

"Ci vediamo un'altra sera," singhiozzò Yoongi.

Jimin, essendo quello che era, si imbronciò, mentre il più grande era diretto a casa sua.

"Okay... sarò qui."

hyung ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora