Avrei dovuto

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Il moro cercò in vano di nascondere il capo tra le coperte.

I cuscini attutivano il mondo di fuori, ma la voce del biondo continuava comunque ad urtare i suoi timpani.

"Yoongi, te l'ho detto"

Jimin cercava di tirare sul col naso, reprimendo le lacrime o- almeno- cercando di frenare quelle che erano già gocciolate giù dal suo viso.

"Non possiamo sperare di andare avanti così. Se per te è un gioco, dillo e basta"

Un gioco, gatto al topo, finito male.

E adesso il topo stava chiedendo giustificazioni, mentre il gatto sonnecchiava tranquillo nel  caldo letto del padrone.

Il biondo attese una risposta, ma quando questa tardò, Jimin non potete più trattenersi. Si sciolse in lacrime, e il suo corpo venne scosso dai violenti singhiozzi, talmente rumorosi che rompevano il silenzio di quella tranquilla mattina. Sembravano fuori posto, angoscianti.

Le lacrime trasparenti macchiarono le guance e inumidirono gli occhi, le linee bagnate proseguirono fino al mento, e quelle gocce trasparenti bagnarono la moquette di quel piccolo appartamento.

Appartamento che Jimin lasciò quasi di corsa, umiliato, rosso in viso, con il cuore a pezzi.

"D'accordo allora, se devi comportanti in questo modo significa che abbiamo chiuso. Addio."

La testa bionda sparì dietro la porta, che venne sbattuta con violenza.

La soglia vibrò per quanto forte la porta finì con il chiudersi, e così fecero le labbra di Yoongi.

Sembrava volesse dire qualcosa, ma qual qualcosa non sarebbe stato di certo sincero- ne con se stesso ne con Jimin.

La sua testa sbucò fuori dalle lenzuola.

I suoi occhietti appuntiti fissarono il punto in cui videro Jimin sparire.

Il punto venne fissato- i suoi occhi ebbero per un attimo l'illusione di poter vedere Jimin rientrare.

Ma solo per un secondo.

Yoongi tornò con la testa tra i cuscini, dove ancora chiaramente si poteva sentire il suo odore.

E allora qualcosa che da tempo aveva stuzzicato i suoi pensieri tornò a galla.

Jimin non ha i capelli corvini,

così come Jimin non ha i denti da coniglio,

così come non ha gli occhi scuri,

Jimin non è Jungkook.

Il senso di colpa attanagliò il suo animo. Yoongi provò a sfuggire a quella sensazione di oppressione sprofondando ancora tra quei dolci materassi, confortandosi con il tepore da essi emanato.

Avrebbe dovuto fingere di meno,
avrebbe dovuto essere meno spregevole.

Gli "avrebbe dovuto" uno dopo l'altro divennero un ammasso di oppressione, schiacciarono il suo petto, calciarono il suo cuore, e nel mentre la testa era come esplosa- gli occhi lucidi di Jimin, il loro ricordo, avevano spento i suoi pensieri. 

Restavano solo i sensi di colpa, e gli "avrebbe dovuto".

Yoongi avrebbe dovuto evitare gli "avrebbe dovuto" e come prima cosa mettere a tacere il suo egoismo e la sua ingordigia.

Ma l'egoismo è qualcosa di serrato nella nostra natura, in quantità diverse da persona a persona. La natura di Yoongi prevaleva d'egoismo sin dalla nascita.

luv w u. - YoonkookWhere stories live. Discover now