Capitolo 33.

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Grace's pov

Apro gli occhi lentamente e mi rendo conto che sono stretta nella morsa di qualcuno.

Mi giro con fatica e sorrido vedendo Nicolò. Per un attimo non mi ricordavo che abbiamo dormito assieme. Lo osservo attentamente e mi rendo conto che l'aria beata mentre dorme. Non sembra il ragazzo scontroso che conosco, sembra proprio il ragazzo dolce di ieri notte.

Peccato che devo mettermi in testa che è stato carino con me solo perché era ubriaco, non devo crearmi false illusioni.

Cerco di liberarmi dalla sua stretta e, fortunatamente, riesco senza svegliarlo.

Mi dirigo in cucina e inizio a preparare una gran quantità di caffè. Visto quanto ha bevuto ieri Nicolò, oggi avrà un mal di testa terribile.

Vorrei sapere perché Nicolò è voluto restare da me a tutti i costi, mentre qualche minuto prima mi aveva ribadito di stargli lontano.

È un ragazzo così strano... ma non riesco a stargli alla larga. Non devo prendermi una cotta per lui, però. Finirei solo con il soffrire.

Improvvisamente sento dei passi e mi giro, vedendo Nicolò entrare in cucina.

I suoi occhi sono socchiusi e ha la mano destra posata sulla fronte, come se potesse far sparire così i postumi della sbornia.

Si siede nella sedia della penisola e mi rivolge uno sguardo attento, mi sta analizzando.

-Fammi un caffè doppio- sbuffa -ho un mal di testa che sembra mi stia per esplodere-.

Verso il caffè in due tazze, gliene porgo una e poi mi siedo davanti a lui.

-Abbiamo dormito insieme?- chiede, dopo aver bevuto un lungo sorso - Non ricordo granché-.

-Sì- rispondo, ammetto che mi dispiace sapere che si sia dimenticato tutto - ti ha accompagnato Umberto-.

-Questo lo ricordo- annuisce - non dirmi che siamo andati a letto assieme. Uno: perché Arturo mi ammazza e non posso morire, sarebbe un peccato togliere a voi ragazze il privilegio di vedere un bel ragazzo come me in giro, due: mi dispiacerebbe non ricordare-.

Alzo gli occhi al cielo davanti al suo tono malizioso e sbuffo.

-Nicolò, ti preferisco da ubriaco.- lo informo seria - Comunque no, non c'è stato nulla tra noi-.

-Bene.- mi fa l'occhiolino -Ma sappi che vale sempre la regola di non chiamarmi Nicolò. Non ricordo il momento in cui ti ho detto in cui potevi farlo, e se l'ho fatto ritiro tutto. Per te sono Tony-.

Abbasso lo sguardo davanti alle sue parole e cerco di non rimanerci male. Era ovvio che le cose non sarebbero cambiate. Per lui non ha significato niente dormire nel mio petto... e per me invece, che significato ha?

Lo sento alzarsi e poi avvicinarsi a me, così alzo lo sguardo su di lui.

- Non starci male, baby- abbassa il viso fino ad essere faccia a faccia con me - è così che va-.

Sospiro debolmente e annuisco, tanto so già che ribattere non serve a nulla, lui non è interessato per nulla a me, in nessun senso.

Il suo sguardo si sposta dai miei occhi alle mie labbra e il mio cuore inizia ad accelerare in un attimo.

Ho voglia di baciarlo, e sembra che lui pensi lo stesso. Così mi alzo dalla sedia e metto le mie braccia attorno al suo collo, per poi annientare la distanza, senza pensare.

Lui ricambia immediatamente e mi fa appoggiare al mobile della cucina, mentre le sue mani accarezzano la mia pancia, sotto la maglia.

Il bacio diventa sempre più passionale e il mio stomaco si stringe in una morsa, però piacevole. Non penso a nulla, sto così bene.

Nicolò si allontana di scatto e allontana le sue mani dal mio corpo, portandosele sui ricci.

- Non possiamo- sbraita -non posso. Non è giusto. Tu devi starmi lontana. Non voglio ferirti-.

Abbasso lo sguardo e annuisco, sentendomi imbarazzata.

Dà un calcio alla sedia e io sussulto, ma senza guardarlo. Sento i suoi passi allontanarsi e poi la porta dell'ingresso aprirsi e, subito dopo, chiudersi con un tonfo sordo, segno che se n'è andato.

Automaticamente porto le mie dita sulle labbra, che hanno il sapore di lui. Così come i miei vestiti che sono inebriati del suo profumo, a causa della notte appena passata.

So che lui è così. So che non mi vorrà mai. So che non staremo mai insieme, so anche che non saremo neanche mai amici.

So tutto, ma allora cosa mi sta succedendo?

Mi sento così strana e confusa.

Spezzacuori || Tony Effe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora