Capitolo 7.

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Grace's pov 

Nicolò mi manda un messaggio, avvertendomi che è arrivato, e io afferro la borsetta per poi scendere giù.

Per fortuna che l'ascensore era libero, perché in questo momento non avevo proprio voglia di fare sei rampe di scale.

Saluto il portiere ed esco fuori dal palazzo, sentendo un pizzico di ansia colpirmi. Insomma, non so proprio cosa aspettarmi da questa uscita. Non riesco a capire perché ha cambiato idea così velocemente.

Cerco con gli occhi la macchina di Tony e sussulto leggermente, vedendo una Ferrari blu, parcheggiata pochi metri dal portone del mio palazzo. Non potrebbe che essere lui, non è un segreto quanto sia famoso e ricco, però non avevo pensato all'eventualità di salire su quella macchina e, di conseguenza, di avere tutti gli occhi puntati addosso.

Sospiro e mi dirigo verso la sua auto. Busso leggermente al finestrino e il moro punta gli occhi verso destra, mollando il cellulare che aveva in mano.

Mi fa gesto di salire e io apro la portiera con una delicatezza inaudita, non sono abituata ad avere a che fare con macchine di questo calibro, di questo lusso.

-Ciao- saluto, accomodandomi in macchina -finalmente ti vede dal vivo- .

-Immagino di essere una sorpresa dal vivo.- sorride sbilenco -Tu non sei niente male-.

Alzo gli occhi al cielo e lascio perdere il tono con cui ha pronunciato la frase.

- Non pensavo fossi una tipa così- mi giro verso di lui, sentendolo parlare e vedo che sta indicando il modo in cui sono vestita.

Inarco un sopracciglio confusa, non capendo dove vuole andare a parare.  Non credo di essere vestita chissà in quale modo provocante o che.

Ho deciso di indossare dei jeans tutti strappati, con le calze a rete sotto, una maglietta nera che arriva sopra l'ombelico e degli stivaletti neri con le borchie. Non è nulla di così eclatante.

-Così come?- gli chiedo, volendo capire di più -Non capisco cosa tu intenda, Nicolò-.

-Ti ripeto che sono Tony-. la sua espressione che è diventata urtata per un attimo, torna rilassata e sorride in modo strano -Tipa da indossare quegli abiti, una tipa che osa-.

-Ora sei tu quello che mi psicanalizza.- gli faccio notare, sorridendo -Comunque non farti troppe idee, non puoi conoscermi solo vedendo come mi vesto. A proposito, dove mi devi portare?-.

-A casa mia.- mi rivolge il suo sguardo e vedo che i suoi occhi stanno brillando. Sembra quasi che abbia qualcosa in mente.

- Io non andrò a casa tua.- sbotto -Prima non vuoi vedermi e poi accetti improvvisamente di incontrarmi, poi vuoi portarmi a casa tua. Cosa stai pianificando, Tony?-.

La sua mano destra finisce sulla mia gamba e sorride ancora, in quel modo urtante. Quel sorriso mezzo ironico mi fa innervosire in un modo unico.

-Ho capito che sei troppo timida per fare il primo passo...- stringe più forte la mia gamba -Perciò ti facilito le cose, lo so che mi vuoi, perciò eccomi-.

Sgrano gli occhi davanti alle sue parole e allontano la sua mano dal mio corpo con un colpo netto.

-Sentimi bene, stronzetto- inizio nervosamente - tu non hai capito un bel niente. Non voglio essere usata da te. Perciò ciao-.

Afferro la mia borsetta e scendo velocemente dalla macchina, dirigendomi verso il mio palazzo.

Sento immediatamente una seconda portiera chiudersi, segno che Tony mi sta seguendo. Infatti, improvvisamente qualcuno afferra il mio polso e mi fa girare, e quel qualcuno è proprio lui.

-Tu non mi hai respinto davvero.- la sua faccia è un misto di incredulità e nervosismo- Non esiste una che lo faccia. Voi donne siete tutte uguali, non meritate rispetto, visto che siete il primo a non darlo.-.

Il primo istinto è quello di dargli uno schiaffo, ma tengo le mani a posto e gli lancio un'occhiata malefica.

-Non so cosa ti abbia fatto la tua ex, ma non tutte le donne sono uguali.- gli urlo contro -Quindi, sei pregato di non sparare fesserie e smetterla di fare lo stronzo con me. Io non sono interessata alla tua offerta, io cerco una storia seria, e visto che tu non la vuoi, potremmo solo essere amici-.

Il suo sguardo diventa ancora una volta incredulo e scuote la testa più volte, come se avesse sentito la cosa più strana del mondo. Poi mi lancia un'ultima occhiata e si gira di spalle, andandosene via.

Lo guardo salire sulla sua Ferrari e poi sparire nel traffico della capitale.

Digrigno i denti con rabbia e sbuffo sonoramente.

Non esiste che mi abbia trattata così, non esiste proprio.

Se pensava di intimorirmi così, si sbagliava.

È inutile girarci intorno, fa lo stronzo per paura di soffrire ancora, sono sicura che in realtà lui non sia così. E io riuscirò a scoprire tutta la verità.

Spezzacuori || Tony Effe Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz