Capitolo 23.

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Chat tra Nicolò e Grace

Sono qua, fuori
casa tua

Ti apro il portone,
sali

Ok

Grace's pov 

Apro il portone e, poco dopo, sento il campanello del mio appartamento suonare, così corro ad aprire.

I miei occhi si scontrano con quelli di Nicolò e gli sorrido, vedendo che ha in mano il mio bracciale.

-Entra pure- gli faccio spazio, togliendomi dall'ingresso -prego-.

Lo sento ridacchiare, ma ignoro il tutto. Lo sento chiudere la porta e mi rigiro verso lui.

-Tieni.- mi porge il bracciale e io lo afferro -Sei veramente una ragazza con la testa tra le nuvole-.

Sorrido, sapendo che ha ragione, e indosso il braccialetto. Ci sono molto affezionata, è una delle poche cose che mi restano di mia madre. È uno degli ultimi regali che mi ha fatto, prima di morire.

Sono ormai passati 10 anni dal giorno in cui una brutta malattia se l'è portata via. È stato veramente orrendo perderla, è stato come perdere un pezzo di me stessa. Ancora oggi sento la sua mancanza, ma credo che quello non passerà mai. Lei sarà sempre parte di me, una parte importante che mi ha fatto diventare quella che sono ora.

-Grazie, Tony- senza pensare lo abbraccio, come segno di ringraziamento, ma lui non ricambia, perciò mi allontano imbarazzata. -Scusa, è che te ne sono davvero grata-.

Lui scrolla le spalle con indifferenza e poi sospira.

- Io ora andrei- mi informa - spero che le nostre strade non si incroceranno più-.

Annuisco davanti alle sue parole e, sopratutto, davanti al suo tono di voce  impassibile.

-Ok- mi mordo il labbro inferiore con imbarazzo -se è quello che vuoi-.

- Tu non ammetti che mi vorresti- sorride sbilenco -sarebbe tutto più semplice-.

-Perché non capisci che io non sono una che ti farebbe soffrire- sbuffo, alzando gli occhi al cielo -potremo conoscerci, vedere come va-.

Nicolò si avvicina a me in modo pericoloso e continua a sorridere in quel modo fastidioso. È bello e sa di esserlo, perciò sfrutta questa cosa a suo piacimento.

-Non voglio più amare- mi fa appoggiare al muro e lui si mette davanti, tenendomi ferma -cerca di capirlo e non farne un dramma, a volte capita-.

-Perché fai così?- tento di farlo ragionare - Non ha senso, rischi di restare solo. Non ti fai voler bene così, usare le donne non è un vanto... Io lo dico anche per te e...- improvvisamente lo vedo alzare gli occhi al cielo e appoggiare le sue labbra sulle mie, interrompendo il mio discorso.

Resto leggermente interdetta, ma poi mi riprendo e ricambio il suo bacio. Forse dovrei allontanarlo ma, non so perché, non lo faccio.

Il bacio diventa immediatamente passionale e sento il cuore andare all'impazzata. Ma che mi sta succedendo?

Nicolò sposta le mani sui miei fianchi e mi toglie la maglia, facendomi rimanere in canottiera. Riprende a baciarmi immediatamente e mi stringe i fianchi, attirandomi più a sé.

Gli accarezzo i capelli e lui si allontana leggermente, per riprendere fiato.

-Andiamo in camera tua?- sgrano gli occhi davanti alla sua domanda e lo spingo via da me.

Ma che stavo per fare? Ma che mi è preso? So bene com'è fatto, voleva solo divertirsi con me. Sono una deficiente.

-Non voglio andare a letto con te- mi rimetto la maglietta e aggancio i suoi occhi.

- Non sembrerebbe- scoppia a ridere -capisci di essere attratta da me?-.

Mi guarda attentamente e io mi sento arrossire.

-Sei un bel ragazzo, sei intelligente e, se fossi meno stronzo, saresti perfetto. Però non voglio essere usata da te- sospiro - non voglio essere una di quelle che cade ai tuoi piedi, solo perché sei bello. Non ti farò giocare con il mio corpo-.

-Troppo moralista e noiosa.- ride, alzando gli occhi al cielo - Non ho tempo da perdere con te-.

Scoppia a ridere ancora ed esce da casa mia, senza nemmeno salutarmi.

Fisso la porta ormai chiusa per qualche minuto, poi porto i capelli all'indietro e sbuffo con rabbia.

Che mi prende? Sono una vera stupida.

Spezzacuori || Tony Effe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora