Capitolo 29

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Yassin

Tiro pugni forti al sacco, sfogando la mia rabbia su quel sacco appeso al soffitto della palestra.
Penso a mia moglie  dai bei capelli lunghi e mori dimenticando, o almeno cercando, la dea bionda tinta che continua ad apparire in ogni posto in cui vado.

Questa volta non lascerò che rovini la mia vita matrimoniale: io amo mia moglie, è ciò che continuo a ridire tra me e me, mente tiro quei pugni, col fiato quasi corto, cercando di convincere me stesso.
È proprio questo il problema: io non so se amo Sahar veramente. Non voglio deluderla.

È stato quel maledetto bacio a scombussolarmi.
Pensavo che l'amore della mia infanzia fosse passato e che, magari, fosse stato solo una cotta da adolescenti.

Mentre entravo, come tutti i sabato mattina, in quella palestra, con le pareti fosforescenti, e mi avvicinavo per fare i pesi lei si mise in mezzo al mio percorso, bloccandomi la strada, saltandomi al collo e baciandomi appassionatamente. E io, scemo, non riuscì a resistere e ricambiai quel bacio, assetato da quelle labbra che non toccavo da mesi.

Perché sì, quando Sahar era ancora in Marocco, io passavo le notti con lei.
Mentre se ne andava, dopo una lunga chiaccerate dei vecchi tempi, mi tornarono in mente le immagini di Sahar quella mattina.

Dormiva beatamente con entrambe le mani sulla pancia mentre sorrideva. Se non l'avessi controllata, avrei pensato che fosse sveglia.
Ed era così bella.

Mi fermo cercando di recuperare il respiro e massaggiandomi le tempie. A forza di pensare mi venne il mal di testa.

Bevvi un sorso di acqua dalla mia bottiglietta ed uscì dalla sala da ginnastica fermandomi davanti alla mia macchina guardandomi per qualche secondo intorno. Cercavo la mia dea.

Non trovandola salì sulla mia auto sfrecciando via ad una velocità elevata verso casa.
Erano solo le 10 del mattino, dubito che la mia sposa si fosse già svegliata. Anzi, lo speravo.

Salì le scale lentamente sentendo il respiro mancarmi, come quando dopo una riunione con i professori hai paura a tornare a casa perché sai che i tuoi non saranno molto felici di come stai andando a scuola.

Aprì lentamente la porta trovandola davanti allo specchio intenta a sistemarsi il velo nero, il suo preferito.
Sorrisi per la sua concentrazione tanto da non essersi accorta che ero lì e che mi ero incantato a guardare quanto cazzo era bella.

In quel momento mi sentii  uno stronzo. Lei non meritava un cretino che la tradiva con sua cugina, cotta adolescenziale.

Entrai a testa bassa prendendo un cambio dell'armadio e correndo in bagno senza degnarla di uno sguardo, troppo codardo per affrontarla.

Mentre l'acqua scendeva su di me tutti i pensieri balenavano il mio cervallo facendo salire in me una forte rabbia su me stesso e su Sahar.

Non doveva avvicinarsi a me e io non dovevo permetterglielo.

Avevo un bisogno assoluto della mia dea per sfogare la mia rabbia in del buon sesso.

Ramadan karim ragazza.♡

Sahar's Story [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora