Spesso s'incontra il proprio destino nella via che s'era presa per evitarlo

Începe de la început
                                    

Fisso il soffitto, si prospetta un'altra nottata in bianco.

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... Due giorni dopo...

Indosso i pantaloncini sportivi, il top e la felpa verde, lego i capelli in una coda alta e nonostante sia presto per i miei standard, esco di casa con il cellulare attaccato al braccio. Cat mi aveva lanciato una mela, per evitare di uscire di nuovo senza fare colazione. Corro alla metro e mando un messaggio a Miriana, era andata via ieri pomeriggio, ma per fortuna sarebbe risalita per il matrimonio.

Non le andava giù che andassi a correre agli orari più strani e da sola, ma ormai avevo preso questo brutto vizio. Trovavo sollievo solo quando sentivo bruciare i muscoli per lo sforzo, mi spingevo al limite e in quei momenti la mente era sgombera. Stando sola potevo smettere di fare finta che tutto andasse bene, mi permettevo di provare qualcosa anche se in negativo.

Osservo il parco del Valentino e le gambe vanno da sole, con la musica nelle orecchie corro saettando tra gli alberi. Al museo danno una nostra sul corpo umano e già c'è una discreta folla a fare la fila. Mi fermo giusto al punto in cui spuntano sempre un paio di scoiattoli, lo stesso in cui assalirono me e Paulo. Allungo delle ghiande ai piccoli, ne accarezzo uno sulla testolina e continuo il mio percorso giornaliero.

Dopo venti minuti rallento fino a camminare accanto alla sponda del Po. Dei turisti entusiasti scattano delle foto, e mi chiedono di scattarne una di gruppo. Li osservo sorridere felici e un brutta sensazione mi artiglia lo stomaco. Mi ringraziano e mi allontano con un sorriso poco convinto.

Controllo il cellulare e per poco non cado direttamente nel Po. Forse sto avendo un allucinazione, dovrei proprio addentare la mela per tornare nel regno dei mortali. Ho il cuore a mille mentre sblocco lo schermo e apro il messaggio.

"Buongiorno Jess, che fai?"

Entro nel panico. Che faccio? Ma niente, il solito. Da quando non ci sentiamo né vediamo soffro di insonnia, così mi alzo presto e corro per il parco sperando di incontrati. Invece non ti incontro mai. Forse il destino non è dalla nostra.

Se gli rispondessi così Paulo avrebbe la conferma che sono pazza, così mi lambicco il cervello per rispondere con qualcosa di intrigante, intelligente e interessante. Con le dita che tremano digito la prima cosa che mi passa per le testa e per sbaglio invio il messaggio.

"Ciao, ma niente di che. Tu?"

Mi tirerei uno schiaffo da sola. Altro che intrigante, sembro solo disperata e stupida. Gli ho risposto dopo un minuto dall'arrivo del suo messaggio, come se non stessi aspettando altro. Alzo gli occhi al cielo e mi maledico, ma sono così sovraeccitata da poter correre veloce come Bolt. Il cellulare suona e per afferrarlo distolgo lo sguardo dalla strada. Pessima mossa.

Sbatto contro la schiena di qualcuno e cado con il sedere per terra. I sassolini mi feriscono i palmi e sento la rabbia montare. Questo idiota si è fermato all'improvviso! Ancora seduta sull'asfalto do fiato alla bocca, pronta a litigare.

<<Ehi! Sei per caso impazzito?>> sbotto, partendo in quarta. Si tratta di un ragazzo alto, con una felpa nera e un capello dello stesso colore. Ha qualcosa di famigliare, lo guardo meglio e appena si gira sbianco.

<<Niente di che eh?>> esclama divertito Paulo, allungando una mano per aiutarmi a rimettermi in piedi. Le nostre dita si sfiorano e una scossa mi scuote dalla testa ai piedi, ho le gambe così molli che non credo riuscirò a restare in piedi per molto. Cosa ci fa lui qui?

Show Me Love /// Paulo Dybala Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum