Non fare stupidaggini

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Ci guardiamo negli occhi, di fianco il portone di casa. Testa alta per comunicargli tutta la mia indignazione, per poterlo guardare bene nonostante sia molto più alto di me. Paulo resta rigido con le braccia incrociate al petto e gli occhiali da sole tra i capelli.

Nessuno dei due osa dire una parola, la tensione si taglia con il coltello. È una sfida a chi lancia lo sguardo più accusatorio. È una sfida a chi cede per primo, e non sarò io.

<<Cosa ti è saltato in testa Jessica? Scappare in quel modo?! Mi giro e sei sparita, ti rendi conto di come mi sono sentito?>> le sue parole sono cariche di rabbia ma anche di apprensione, ha avuto paura. La mia reazione lo ha stupito, non se lo aspettava.

<<Poteva capitarti di tutto, non me lo sarei mai perdonato. Volevo chiamarti ma non ho il tuo numero così ho sperato tornassi a casa, Shawn ti aveva vista lasciare la Mole. Ha quasi rischiato il posto di lavoro per te, Jessica.>> continua greve, sta cercando forse di farmi sentire in colpa? Qui, l'unica ferita sono io!

<<Che intendi dire?>> ed è l'unica cosa che riesco a dire, tremante di rabbia. Lancio un occhiata al SUV e Shawn è ancora lì, con gli occhi puntati su di noi. Certo che è inquietante quel ragazzo.

<<Doveva fermarti, trattenerti anche contro la tua volontà. Se non volevi parlarmi o neanche starmi vicino, ti avrebbe dovuto accompagnare a casa, sana e salva. Se ti fosse successo qualcosa, per lui sarebbe stata la fine della sua carriera.>> spiega, contraendo la mascella.

Questo è un altro lato di Paulo che non conoscevo, autoritario e da perfetto capo. Rigido quanto basta per prendere le giuste decisioni, per quanto difficili siano. Per colpa mia Shawn ha rischiato il posto di lavoro, ha ragione allora a non sopportarmi. Il suo ragionamento posso anche capirlo ma perché tiene tanto alla mia incolumità? Gli faccio così pena?

<<La mia incolumità non è un tuo problema, so badare a me stessa. Shawn è la tua guardia del corpo non la mia.>> sbotto, arrabbiata, stanca e delusa.

<<Ma che ti prende si può sapere?!>> alza il tono di voce, ancora più arrabbiato ma io non sono da meno.

<<Prima mi baci poi ti lasci toccare e quasi sedurre da fan appena incontrate...sarei io quella strana ora?!>> Paulo scoppia a ridere, e si avvicina ma solo per vedermi indietreggiare. Smette di ridere e torna serio.

<<Stai dicendo sul serio?>> chiede, sconvolto. Questa volta è il mio turno di ridere sarcastica, dovrei ricordare più spesso con chi ho a che fare.

<<Ti sei dimenticato di me! Messa da parte come se fossi nulla dopo avermi infilato la lingua in bocca!>> e allora diciamole le cose come stanno diamine!

Avverto un dolore al cuore e all'orgoglio, in cosa mi sto infilando?
Di fronte al mio sguardo ferito Paulo cerca di avvicinarsi di nuovo, piano, come se avesse paura di vedermi indietreggiare per la seconda volta. Lo lascio fare ma non voglio essere toccata.

<<Io...le cose sono complicate Jess, ma io tengo molto a te altrimenti non sarei qui.>> mormora, allungando una mano verso la mia guancia.

<<Non respingermi ti prego.>> sussurra triste, così lo lascio fare. Dopotutto desidero con tutto il cuore di avvertire le magnifiche sensazioni scaturite dal suo tocco, dal suo calore. Chiudo gli occhi assaporando il contatto, sono così debole quando si tratta di lui, così accondiscendente, così esposta.

<<Perché? Dammi una buona ragione per non chiudere tutta questa assurda storia Paulito.>> mormoro, ad un passo dalle sue labbra morbide ed invitanti.

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now