L'addio al nubilato (parte 1)

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Sabato.

Vorrei tanto dire che la settimana è volata, ma mentirei. Il rapporto con Giò è ancora teso, ci parliamo ma mi manca mio fratello. Caterina non fa altro che parlare dell'addio al nubilato di questa sera, è curiosa di scoprire cosa le hanno organizzato le amiche e non sta più nella pelle.

Anche Giò sarà in compagnia degli amici, per l'addio al celibato. Peccato non possa andare con mio fratello, ma mi tocca sorbirmi le ochette di Cat, speriamo almeno che non sia qualcosa di trash e disgustoso come uno strip.

Uomini nudi non ne voglio vedere. Nessun corpo cesellato potrebbe mai competere con Paulo. Un Paulo che è letteralmente scomparso dalla circolazione, nessun messaggio nessuna chiamata. Ormai il mio cuore si sta abituando all'idea di non rivederlo più, che sia stato un attimo di follia o uno sfizio da parte sua. Forse Giò ha ragione, uno come lui con me non c'entra niente.

Dovrei sentirmi amareggiata, pentita ma la verità è che rifarei tutto. Passare del tempo insieme, ridere e scherzare, non voglio rinnegare nulla. Per quel poco che siamo stati insieme, stavo imparando a conoscerlo e a scavare sulla superficie del calciatore famoso. Ciò che nascondeva mi piaceva, piccole sfumature che lo rendevano interessante e un ragazzo comune.

Miriana mi aveva tenuto compagnia durante questi giorni tristi e un po' depressi. Perché nonostante in cuor mio sapessi che non dovevo prendermela, ci ero comunque rimasta male. Le delusioni, anche se annunciate, sono dure da digerire.

Soffrivo in silenzio, chiusa nel mio piccolo mondo. Vivevo alla giornata, uscivo per la città, sorridevo falsamente ed evitavo le chiamare di mamma. Adesso aveva anche messo in mezzo papà, che cercava di scusarsi per lei. Cosa gli importava? Dovrebbero occuparsi del matrimonio di Giò e lasciarmi in pace.

<<Jessy, tra un ora devi essere pronta, verranno i ragazzi e le amiche di Cat. Ricordati di portare anche un costume.>> dice Giò, affacciato dalla porta. Sa quanta sia la mia voglia di partecipare alla festa, ovvero zero. Forse faccio ancora in tempo ad inventarmi una scusa, come un mal di testa, il vomito, qualsiasi cosa.

<<Senti fratellone, non mi sento molto bene...>> la butto lì, sperando che ci caschi o che faccia finta di nulla per coprirmi. Invece scoppia a ridere. Sono condannata.

<<Alza il culo dal letto e vai a prepararti.>> sentenzia chiudendo la porta della camera.

Apro l'armadio, sconfitta e con l'umore sotto i piedi. Caterina era stata chiara: niente jeans, niente maglioni da nonna, niente felpe, niente tute, niente scarpe da ginnastica, niente ballerine. In pratica niente di ciò che avevo nell'armadio.

Individuo l'unico vestito che ho portato qui, smanicato, nero, corto con una luna disegnata sopra. Lo indosso, ma non mi sembra appropriato. Decido di chiedere consiglio alla vipera, tanto peggio di così non potrebbe andare. La trovo nella sua camera con un vestito aderente rosso fuoco, i capelli biondi sciolti in morbide onde e un paio di tacchi altissimi. È bellissima.

<<Jessica cara, perché non sei ancora pronta?>> dice, guardando il mio riflesso allo specchio.

<<Deduco che questo non ti piaccia.>> le indico il vestito con la luna, un po' orgogliosa un po' intimorita.

<<Mio dio no! È così...ecco, non è adatto.>> cerca di non offendere, e lo apprezzo. Mi viene incontro, muovendosi con eleganza nonostante i trampoli ai piedi. Va all'armadio e spalanca le ante, rivelando una sfilza di vestiti da sera appesi con cura.

Per almeno cinque minuti tira fuori dieci vestiti, poggiandoli sul letto matrimoniale. Ne scarta sei, restringendo il campo a quattro. Tremo mentre me li propone, uno ad uno. Li provo tutti, da quello corto bordeaux a quello nero con i brillantini sul corpetto.

Show Me Love /// Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora