Capitolo ottantasei

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Buona sera :)

Diego

Sparecchiammo in silenzio. Tommaso aveva una lavastoviglie, mise tutto lì dentro e analizzò i comandi dubbioso.

-Non la so usare.- ammise in ginocchio davanti all'eletteodomestico.

-Perché ce l'hai allora?-

-Regalo di nozze.-

-Ah.-

-L'ho usata solo un paio di volte, troppo distanti tra loro affinché io possa ricordare come si utilizzi questo affare.-

Mi inginocchiai accanto a lui e smacchinai con i tasti fino ad accenderla. Tommaso mi guardò con la coda dell'occhio.

-Sei proprio da sposare.- disse con sarcasmo.

-Lo so, se solo donassi il midollo avrei modo di dimostrare a Enola le mie doti come marito, ma tu non vuoi.-

Tommaso roteò gli occhi e non rispose. Sì sedé a terra davanti la lavastoviglie che lavorava. Feci lo stesso. Ci ritrovammo a fissare in silenzio l'elettrodomestico.
Rimanemmo in quella posizione tutto il tempo del lavaggio, quando finì, Tommaso prese le stoviglie e le sistemò nella credenza a sgocciolare.

-Li vuoi i crakers?- domandò a un certo punto.

-Ma che domanda è?-

-Che vuoi, fragole e champagne? Scusa tanto se non è l'Hilton!- si inalberò.

-Le noccioline le hai?-

-Quelle sono per Carolina.-

-E allora vada per i crakers.-

Uscimmo in veranda e ci sedemmo sulle sdraio del pomeriggio. L'inquinamento luminoso cedeva in quel posto sperduto, la Via Lattea brillava da un lato all'altro del cielo scuro.

-Perché non usi la lavastoviglie?- chiesi, mentre fissavo un pipistrello volare.

-Perché mi piace lavare i piatti a mano.

-Ma fammi il favore.-

Tommaso aveva portato con sé un confezione di crakers, né estrasse un pacchetto, lo aprì e ne tirò fuori uno. Lo allungó verso di me e ne spezzai metà.

-Ma non è che sotto sotto sei te che mi vuoi sposare?- domandai ridendo.

-Come moglie saresti una scassacazzi.-

-Mi offendi.-

-Era lo scopo.-

E allungò verso di me un altro crakers.

-Allora, perché non vuoi usare la lavastoviglie?-

Tommaso sospirò e si accarezzò un crocifisso che aveva al collo, nascosto in parte dalla peluria sul petto che faceva capolino dalla camicia a quadri.

-Cerco di tenermi impegnato per pensare il meno possibile. Tu adesso sei qui a distrarmi, non ho bisogno di lavare i piatti per occupare i pensieri.-

Mi diede la conferma di come in fondo la mia compagnia gli facesse piacere. Non lo avrebbe mai ammesso però.
Sgranocchiammo in silenzio tutti i crackers della confezione. Lui li prendeva, me li allungava, ne spezzavo metà e masticavamo allo stesso ritmo fissando davanti a noi.
Quando non avemmo altro da mangiare, parlai.

-Come hai conosciuto la tua fidanzata?- chiesi.

Tommaso si voltò verso di me. Aveva un'aria più stropicciata dovuta alla stanchezza. I capelli castani erano in disordine e gli occhi semichiusi dal sonno. Il lavoro nei campi uccideva, e la fatica gliela leggevo nel volto abbronzato e rigato da rughe di spossatezza.

Ogni attimo rubato ( Ex ANCHE ORA- Il Castello Del Rancore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora