24. Amicizia

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"Sei pronta?" la testa di Izzy fece capolino dalla porta della mia stanza e mi osservò. "Si ho quasi fatto!" dissi sistemandomi il vestito bianco per il funerale. Speravo di averlo comprato per nulla, che non lo avrei mai usato e invece eccomi qui, vestito bianco in pizzo, abbinato alla mia fasciatura per il braccio. Le rune di guarigione stanno facendo effetto, ma la botta che ho preso è stata forte e alcune ossa di sono rotte. Ero stata in infermeria sino a quel momento e se non fosse stato per il funerale ci sarei restata ancora un pò. Odiavo essere guardata come la poveretta che era stata ferita e soprattutto, volevo evitare quel coglione di Lucas. Aveva avuto la brillante idea di venirmi a trovare e sarebbe stato un gesto carino se non fosse che poi mi aveva chiesto com'era stato essere quasi uccisa dal proprio migliore amico. Ero scattata e lo avevo afferrato per il collo con gli braccio buono, gridandogli che non era stato Alec, ma un fottutissimo demone e che avrebbe dovuto fare a pezzi lui invece che Jocelyn. Inutile dire che mi hanno poi sedata per calmarmi e che Lucas non si è più fatto vivo. Quello era il primo giorno fuori e non lo stavo passando nei migliori dei modi. "Ok, ci sono!" mi diedi un'ultima occhiata e raggiunsi Izzy fuori, lei era uno schianto anche per un funerale, ma d'altronde non sarebbe stata Izzy se fosse stato il contrario. "Alec come sta?" chiesi mentre scendevamo le scale. Da quando lo avevo abbracciato in infermeria al mio risveglio dopo l'attacco non l'avevo più visto e avevo avuto solo qualche informazione da Jace. "Si colpevolizza per quanto è successo a Jocelyn e anche a te" disse. "Non è stata colpa sua, deve capirlo!" dissi alzando gli occhi al cielo. "Lo sai com'è Alec, è testardo".
Arrivammo alla sala e andammo subito verso Jace e Alec. Quando mi vide sbarrò gli occhi e li posò subito sulla fasciatura al braccio, vidi il dispiacere e il dolore in quella selva oscura che erano i suoi occhi. Avrei voluto dirgli qualcosa, ma quello non era ne il momento e ne il contesto adatto, avrei parlato con lui dopo il funerale. Mi limitai solo a sfiorargli il braccio e accennare un mezzo sorriso. Tolsi gli occhi da lui solo quano sentii dei passi. Mi voltai e vidi Clary entrare nella sala. Era più pallida rispetto al solito e i suoi occhi erano lucidi. Sarebbe scoppiata da li a poco e non potevo certo darle torto. Aveva perso la madre e tutto il mondo le stava crollando addosso. Jace andò subito da lei e le prese la mano, accompagnandola accanto al corpo della madre, coperto dal consueto telo bianco. Ci sistemammo,rivolti verso i nostri caduti e Victor Aldertree incominciò la cerimonia funebre. "Coloro che restano, prendano posto accanto ai caduti" disse e Jace e Clary si sistemarono accanto alla madre. "Coloro che restano, dicano il nome dei caduti" aggiunse. "Fratello Micah!" disse un Fratello Silente. "Et in pertum frater!" dicemmo tutti in coro. "Fratello Jeremiah" pronunciò un'altro Fratello. "Poichè sia polvere e ombra" recitammo. "Jocelyn..." disse Clary con la voce già rotta. "Mamma.." disse prima di scoppiare in lacrime e stringersi a Jace. "Jocelyn Fairchild" disse lui. Sembrava più forte, ma sapevo che anche se l'aveva conosciuta poco, stava soffrendo. Aveva sempre sentito la mancanza di una madre e in quel momento aveva avuto una chance, una chance sfumata subito. "Ave Atque Vale!" dicemmo infine. "Salute e addio" l'ultimo saluto ad i nostri caduti. Jace e Clary si rimisero accanto a noi e le lacrime iniziarono a rigarmi le guance. Non so che farei se vedessi uno di loro morire, morire sul serio, senza la possibilità di riportarli indietro. I Fratelli Silenti si avvicinarono ai corpi e li toccarono con i loro stili, insieme ad Aldertree aprirono le braccia la cielo e le loro anime abbandonarono i loro corpi per sempre per raggiungere il luogo a cui apparteniamo, insieme all'Angelo.


Seguendo i Fratelli Silenti uscimmo dalla stanza in un religioso silenzio.Jace e Clary si allontanarono stretti l'uno all'altra,era chiaro che volevano stare soli, soprattutto Clary. Izzy mi fece un mezzo sorriso e si allontanò anche lei, era guarita, ma la vedevo ancora provata dalla ferita, non voleva ammetterlo ma era così. "Alec!" lo chiamai e lo afferrai per la mano. Volevo parlargli e quella volta non mi sarebbe scappato per nessuna ragione al mondo. "Possiamo parlare?" chiesi. "Lily..." titubò. "Ti prego!" lo implorai e lui annuì. Senza lasciargli la mano andammo fino in camera mia, era una situazione pericolosa, ma almeno avremmo potuto parlare tranquilli, senza che nessuno ci ascoltasse. "Non sei più venuto a trovarvi!" dissi tranquilla per rompere il ghiaccio. "Ho preferito a tenermi a distanza!" disse guardandosi intorno, odiavo quando faceva così. "E perchè?" chiesi sedendomi sulla cassa panca. "Quando mi sono svegliata c'eri" aggiunsi. "Volevo accertarmi che stessi bene e fare poi in modo che stessi bene anche dopo!" rispose e io scossi la testa. "Infatti sto bene!" sottolineai l'ovvio. "Non certo per merito mio" disse guardandomi finalmente negli occhi. "Ma nemmeno perchè mi sei stato lontano!" ribattei. "L'ultima volta che ti ho toccata prima che ti risvegliassi in infermeria ti ho quasi uccisa!" disse serio. "Tu?Pensavo fosse un demone...Anzi no,ERA un demone!" dissi altrettanto seriamente alzandomi e facendo un passo verso di lui. "Nel mio corpo!" aggiunse. "Ma questo non fa di TE un assassino.Non hai deciso tu di uccidere Jocelyn!" dissi. "Ero arrabbiato con lei per quello che stava accadendo a Jace....". "Ma non la volevi morta!" lo interruppi. "Non è stata colpa tua, ne la sua morte e ne il mio infortunio" dissi alzando piano il braccio fasciato. "TI HO QUASI UCCISA!" gridò. "Quella cosa che avevo dentro voleva aprirti il petto in due " disse mettendosi le mani tra i capelli. Con il braccio buono gli presi un braccio. "Quella cosa, non tu.Tu non mi faresti mai del male" non volutamente, ma quello preferii non aggiungerlo o avrei dovuto spiegargli tante cose. "In infermeria ti ho detto che non dovevi darti la colpa di nulla e lo penso ancora" gli strinsi la mano e mi avvicinai un poco. "Quell'essere si è nutrito della tua rabbia, così come ha fatto con Raj, quella ragazza mondana, poteva prendere me e credimi, con la rabbia repressa che ho si sarebbe sfamato per una vita intera.La colpa però di tutto è solo la sua" dissi sinceramente guardandolo negli occhi. "Avevo paura che a mente lucida, mi allontanassi!" disse sospirando, come liberandosi di un peso. Alec in effetti, non era famoso per esprimere i suoi sentimenti in maniera diretta. "Sei il mio migliore amico, sto male se mi sei lontano!" sentii gli occhi inumidirsi e questa volta lo abbracciai io, anche se l'unica cosa che avrei voluto fare era baciarlo. Dopo quella notte stargli così attaccata era una tortura, non poterlo toccare come avrei voluto, non potergli dire quello che davvero sentivo era estenuante. "Ti voglio bene!" gli sussurrai all'orecchio, anche se avrei voluto dirgli altro. "Ti voglio bene anche io!" disse, me lo aveva detto poche volte, per questo seppi che era sincero anche se faceva male. Io amavo lui,ma lui non amava me. "Meglio che vada a dormire!" dissi, sciogliendo quell'abbraccio, anche se ci sarei potuta vivere per sempre tra quelle braccia, ma più gli stavo accanto, più avevo voglia di mandare a puttane tutto e dirgli la verità. 
"Buonanotte allora!" mi accarezzò la guancia e poi vi lasciò un dolce bacio. Un'altro gesto inaspettato che però toccò il mio cuore malconcio profondamente. "Buonanotte!" dissi e lui uscì dalla mia stanza. "Ti amo!" sussurrai, prima di lanciarmi sul materasso nuovo che Izzy mi aveva procurato mentre ero in infermeria. Un materasso, intatto, senza ricordi.



"Quanto sei eccitata da uno a dieci?" chiesi ad Izzy, mentre si vestiva. Il materasso nuovo era comodissimo e avevo dormito bene dopo non so quanto tempo. "Non vedo l'ora, lo sai,avrei tanto voluto diventare una di loro" rispose, guardandosi allo specchio per bene. "Lo so, peccato che adorassi di più i ragazzi che l'idea di diventare una di loro!" risi, mentre giocavo come al solito con i suoi boa di struzzo. "Dovresti metterti uno si questi!" la presi in giro. "Smettila, devo essere perfetta per questo incontro" disse, cambiandosi ancora maglietta. "Tu saresti perfetta anche con un sacco dell'immondizia Izzy!" affermai. "Lo so!" mi fece l'occhiolino dallo specchio e cambiò anche cintura. "Ho parlato con Alec ieri sera, ma non credo sia servito a molto!" dissi. "E' stato una serata intera da Magnus, ma non è servito.Confidavo in te!" disse. "Da Magnus?" chiesi un pò delusa, ero convinta che fosse stato lontano da tutti, invece era solo stato lontano da me. "Si, ma non ha avito molto successo quindi..." sapevo che voleva consolarmi, ma non serviva a granchè, ormai che lui volesse stare con Magnus era un dato di fatto. "Quindi niente, lui verrà sempre e comunque prima di me" dissi un pò inacidita. "Di che parli?" chiese. "Parlo del fatto che ero in infermeria, l'ho visto dopo che mi sono svegliata e poi è sparito, si è tenuto a distanza come ha detto lui, ma da Magnus non ha tenuto le distanze" dissi contrariata. "Oh Lily!" disse dispiaciuta. "Ma lasciamo stare, ormai è andata così!" mi alzai e lanciai in aria il boa che sarebbe caduto fluttuando. "Vado di sotto, mi tolgono la fasciatura" accennai un mezzo sorriso e uscii dalla stanza di Izzy. Ero già riuscita ad avvelenarmi la giornata. *Maledetto stregone* pensai. 

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