20. Vuota

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La serra stava diventando più buoi, segno che il sole piano piano ci stava abbandonando per regalarci il buio, la giornata sarebbe presto finita e io pregai, che nello svegliarmi avrei scoperto che era stato tutto un incubo, che accanto a me avrei trovato Alec e finalmente gli avrei detto tutto quello provavo e saremmo stati insieme. Purtroppo nei sogni il cuore il cuore non faceva mai così male, quindi quella doveva essere per forza la dura realtà "Lily!" la voce di Izzy arrivò come un fulmine a ciel sereno, che squarciò la  apparente pace. "Lily!" gridò di nuovo e il suo tono non era per niente tranquillo. Ucii dal mio nascondiglio, con i capelli legati e scombinati e gli occhi probabilmente più gonfi di un palloncino. "Li..". "Eccomi!" gridai per attirare la sua attenzione. "Lily serve...o mio dio!" disse sbarrando gli occhi, non dovevo essere per nulla una bella visione. "Lo so, faccio schifo. Che c'è?" chiesi scontrosa, ma non mi andava davvero ne di vedere e ne di parlare con nessuno. "Hanno aggredito Lydia e rubato la Coppa!" disse seria e io alzai subito le mani. "Io non centro niente!" mi difesi. "Questo lo so, a quanto pare centra Hodge ma dobbiamo capire in che modo!" spiegò e io sospirai. "Come sta Lydia?" la odiavo certo, ma non volevo certo che morisse. "Non lo so ancora, l'hanno trovata Alec e Magnus, suppongo che se ne stia occupando lui!" un'altra bella coltellata, dopo il matrimonio Alec non mi aveva cercata minimamente, anzi era rimasto con Magnus e  a quanto pareva era ancora all'Istituto. "Dammi, un minuto, arrivo!" dissi, iniziando a sistemarmi come potevo i capelli. Izzy annuì e uscì dalla serra. Mi misi le mani sul viso per cacciare dentro le ultime lacrime, mi specchiai nella fontana e mi sistemai il viso meglio che potei. 

Quando raggiunsi gli altri, trovai solo Izzy, Clary e Jace allo schermo per controllare le telecamere e feci un respiro si sollievo. Clary e Jace mi scrutarono a fondo e io tentai in tutti i modi di non far trapelare nessun tipo di emozione, che fosse rabbia o sofferenza. Niente di niente. "Come sta Lydia?" mi voltai a quella domanda e quando vidi Alec avvicinarsi a noi, provai un irrefrenabile desiderio si scappare. Come Jace era ancora vestito come al matrimonio, mancava solo la giacca; solo in quel momento ci avevo fatto caso, tutti erano ancora vestiti a festa tranne me.  "Meglio!Magnus sta facendo il possibile per aiutarla, ma è grave!" spiegò e per un attimo mi spiacque per lei, infondo anche lei era diventata una vittima del fascino di Alec Lightwood. Incrociammo i nostri sguardi e mi voltai subito. "Ti sei già cambiata?" mi chiese e sospirai a fondo, non riuscivo a guardarlo e parlargli. "Ero scomoda!" dissi acida e con la coda dell'occhio potei vedere Jace osservarmi. "Capisco, comunque la Coppa è sparita!" disse Alec *Bravo, cambiamo discorso va!* pensai. "Anche Hodge!" disse Jace e la preoccupazione mi assalì, Hodge era stato un pò come un fratello maggiore e l'idea che potesse essergli successo qualcosa mi uccideva. "Forse è stato lui ad aggredirla!" disse Clary e le piantai un occhiataccia anche se infondo lei non conosceva Hodge come lo conoscevamo noi. "Hodge?Non credo, lo conosciamo da una vita, non ci farebbe mai del male!" lo difese Izzy ed era la stessa cosa che pensavo anche io. Hodge era uno di noi. Izzy fece partire il video della sorveglianza e tutte le mie convinzioni sfumarono. Hodge aveva aggredito brutalmente Lydia e gli aveva strappato la Coppa dalle mani. "Cosa?" chiesi incredula. "L'ho portato io dritto alla Coppa!" disse Jace."Lo abbiamo trattato come uno di famiglia.Come ha potuto farci questo?" aggiunse Alec sconvolto. "Io...non ci posso credere!" aggiunsi. Izzy, cambiò telecamera e vedemmo Hodge mettersi uno strano anello. "Ecco come.Cos'è quell'anello?" chiese Clary.  "Sembra che stia parlando con qualcuno!" ci fece notare Izzy. "E scommetto di sapere con chi!" disse Jace e la sfumatura della sua voce era già vicina alla rabbia. "Valentine!" esordì Clary.  *Non è possibile* pensai. "Così sappiamo come ha disattivato la runa della punizione; ma non come ha avuto l'anello!"disse Alec. "Qualcuno è passato attraverso le barriere!" disse Clary, dando l'unica spiegazione plausibile. "Lui non era l'unico ex membro del Circolo!" disse pungente e capii subito a chi si stesse riferendo. "Jace i Lightwood non centrano niente!" gli dissi, anche se ero in collera non Alec non avrei certo incolpato la sua famiglia. "Non sono traditori!" aggiunse Izzy. "Davvero?Non hai detto la stessa cosa di Hodge?" replicò Jace. "Hodge ne ricaverebbe di più!" dissi, ammettendo quasi che l'uomo con cui spesso mi ero confidata era uno sconosciuto e capace di tutto. "Deve essere qualcuno di cui ci fidiamo, se ci fosse un intruso nell'Istituto a quest'ora lo avremmo trovato" disse Jace frustrato. "E l'attacco?Lo avete dimenticato?" chiese Clary speranzosa. "No, abbiamo ucciso quell'essere e non ho visto niente!" spiegò Alec. "Non lo aveva all'autopsia, ma forse c'è qualcosa nel filmato!" aggiunse Izzy, cercò il filmato risalente all'attacco e vedemmo chiaramente Hodge sfilare l'anello dalla mano del Dimenticato. "Dannazione!" imprecai. "Non è stato un attacco casuale!" disse Clary. "E solo il galoppino!" disse Jace tra i denti. "Se darà la Coppa a Valentine creerà un esercito di Shadowhunters!Con un potere così ucciderà migliaia di persone!" spiegò Alec e l'idea mi fece rivoltare lo stomaco.  "Ne ucciderà a migliaia per creare l'esercito. Pochi sopravviveranno!" aggiunse Izzy e potevo quasi immaginarlo quello scempio, migliaia di Mondano morti a causa del sangue angelico. "Non lasceremo che accada!" disse Clary decisa. "Me ne assicurerò io!" Jace recuperò la giacca e se ne andò. Mi toccai il viso e tornai a guardare il monitor e quell'uomo. Era buffo come in così poco tempo si stesse sfasciando tutto, come sei i cinque anni precedenti non fossero mai esistiti.  "Vado a cambiarmi!" disse Izzy, portandosi via Clary e mi lasciò sola con Alec. *Perfetto* pensai.  "Tutto bene?" mi chiese e io mi pietrificai. Ormai sembrava che i miei piedi in sua presenza smettessero di funzionare. "Certo!" risposi senza guardarlo. "Ti ho vista andare via di corsa dal matrimonio!" disse e il mio cuore o quello che ne restava iniziò a battere in modo parecchio irregolare. Mi aveva vista e io non sapevo che inventarmi. Non potevo dire la verità, non in quel momento. "Beh, non c'era più nessuna cerimonia e le scarpe mi stavano uccidendo!" lo guardai e sfoderai un sorriso, fintissimo, ma non se ne sarebbe accorto.

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