Il vero problema quindi è un altro: è la consapevolezza che lei non abbia torto, dopotutto.

Ma come può fare a dirglielo?

"Ok, scusa. Questa potevo risparmiarmela, sono stata ingiusta e cattiva."

Esordisce in maniera del tutto inaspettata.

"No, hai ragione" risponde lui con voce atona "é stata un'imprudenza. Cercherò di fare meglio in futuro."

Hailey si passa una mano tra i capelli, quasi a voler far cadere l'imbarazzo che sente addosso.

Non le piace ferire le persone. Soprattutto quelle a cui tiene.

"È solo che... si tratta di mia madre, capisci? È per lei che mi sono buttata in questa avventura, che ho evocato il demone... tutto unicamente per capire che fine abbia fatto..."

"Va bene. Parleremo con lei."

Non si sente pronto ad abbandonare la discussione, però sa che non può portare da nessuna parte. Succede così quando sbagli: anche se hai delle ragioni, i tuoi errori le annullano.

"Ma?" domanda Hailey.

"Non c'è nessun MA. Parleremo con lei, punto."

La sua bocca dice una cosa mentre la sua postura ne sta urlando chiaramente un'altra.

"Ti sei offeso?"

Come se ci fosse bisogno di chiederlo.

"Vorrei che per una volta parlassi con me per confrontarti, invece di rivolgermi la parola solo per dare ordini."

"Io non ti rivolgo la parola solo per..."

"Su questo ha ragione, tu dai sempre e solo ordini" interviene il demone.

Ci mancava solo lui.

"Ma proprio tu parli! Proprio tu che da quanto ti ho evocato, non mi hai mai dato ascolto!"

"Che c'entra... Si parla del tuo approccio. Se dici cose stupide, è ovvio che io non ti ascolti."

"Ora capisci che cosa devo sopportare?" domanda Hailey, voltandosi verso Chase in cerca di comprensione.

Il tentativo cade miseramente nel vuoto. Del resto, non si può fare finta di nulla, quando fino a 30 secondi prima la tensione si tagliava con il coltello.
Ma non tutto è perduto.

"Oh, Pyewackett, vedo che ha assunto una forma terrena. È un piacere rivederla"  li interrompe una voce cortese.

Il signor Wellington, che nel frattempo è entrato nella sala senza che nessuno se ne accorgesse, è in piedi dietro di loro, in mano un vassoio d'argento pieno di muffin e cupcake assortiti.
I ragazzi si voltano, lo guardano, si scambiano un'occhiata perplessa e poi lo guardano di nuovo.

"Posso tentarvi con un dolce?" chiede gentilmente, piegandosi in avanti per mostrare un tripudio di glassa, pepite di cioccolato e frutta secca.

Poi Hailey ci arriva e gira la testa in direzione della volpe.

"Ti chiami Pyewackett?"

"Tecnicamente no, come ti ho già spiegato. Però è comunque utile avere un nome che voi umani possiate pronunciare e così tua mamma mi ha chiamato Pyewackett".

Dire che si senta presa in giro, è un eufemismo bello e buono.

"E cosa aspettavi a dirmelo?" chiede più allibita che arrabbiata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 14, 2018 ⏰

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