CAPITOLO 2

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Ray Falls è la tipica cittadina del nord-ovest pacifico americano, affacciata sul lago Attawa e vicina al confine Canadese. Circondata dai boschi e dalle montagne della riserva Nazionale di Surreywood, è il classico luogo di villeggiatura nel quale non immagineresti mai che una famiglia abituata alla vivacità di una grande città come Seattle, possa trasferirsi.

E invece, è andata proprio così.

Se possibile, la piovosità è addirittura più elevata e la copertura della rete dati mobile è disponibile unicamente in alcune zone. Possono sembrare elementi di poco conto presi singolarmente, eppure basterebbero per tenere lontani Henry ed Emma Brown dalle sue case in legno a due piani, dal silenzio freddo e umido che si spande tra le mura domestiche e dai suoi bui inverni nevosi.

Non è stata una decisione facile da prendere e nemmeno la più logica data la situazione, eppure il destino a volte agisce attraverso gli uomini tirando i fili nelle direzioni più improbabili.

L'ultimo suono che Zac sente prima di immergersi nella compilation preparata per il viaggio è il click delle portiere del suv Lexus, seguito dalle voci concitate dei suoi genitori che si rinfacciano a vicenda quella scelta così drastica.

Dovrà frequentare l'ultimo anno di liceo in una nuova scuola, lontano da un mondo che fino a quel momento gli è sembrato l'unico possibile, eppure non gli importa granché. Ha rinunciato a provare qualcosa nel momento in cui è uscito dal reparto psichiatrico dell'Argenon Hospital in cui è stato ricoverato forzatamente tre mesi prima.

"L'incidente": così lo chiamano, le rare volte in cui viene accennato l'argomento.
Il tacito accordo raggiunto in famiglia è di non farne menzione.
Spostare il focus altrove, verso un nuovo inizio. Ricominciare da capo, da qualche altra parte, allontanarsi dalla pressione sociale, dalle frasi mormorate a mezza voce in strada, al lavoro, in caffetteria. Dalla curiosità e dalla compassione.
Ecco che cosa devono fare.

Almeno stando alle parole della dottoressa Minerva Eden che ha seguito il loro caso.
Ray Falls non è stata una scelta casuale: è la città natale di Henry e suo padre gli ha lasciato in eredità una tenuta in mezzo ai boschi, ormai disabitata da tempo. Però, anche se per motivi differenti, è l'ultimo posto dove Henry ed Emma vorrebbero trasferirsi.

Per Zac invece è totalmente diverso. Mentre la macchina esce dalla città per imboccare la superstrada, appoggia la fronte sul vetro del finestrino e l'unica cosa a cui riesce a pensare è che lei non si è fatta viva nemmeno per salutarlo e allora tutto perde di senso. Anche l'ennesimo litigio dei genitori.

La voce di Tori Amos accompagna i suoi pensieri mentre lo sguardo si perde sotto il cielo plumbeo, piatto e nuvoloso. Ogni tanto, a seconda della luce, vede frammenti della sua immagine riflessa. I capelli lisci, neri e sottili, spettinati in un taglio informe. Il naso piccolo e la pelle bianca. Chissà, forse è così che si sentono i fantasmi quando infestano un luogo legato al proprio passato. In ogni caso è così che si sente lui: come uno spettro cucito a forza in un corpo in carne e ossa.

"No Stephanie, siamo a circa metà strada" dice Emma rispondendo al telefono.
"Non...si, la casa dei Miller...No, lo so, entro giovedì. Senti, organizza tu la cosa, appena arrivo gli mando una mail".

"Sempre che in quel posto dimenticato da dio prenda l'adsl", mormora cercando taccuino e penna nella borsa. Appoggia il telefono sulla spalla e lo tiene fermo con la guancia.

"Si, ci sono, dimmi. Ok. 2572 5th Avenue North. Hum. Si. Cinque camere e quattro bagni. A quanto? Beh, mi sembra ragionevole."

Scrive un appunto nell'angolo della pagina.

"Certo che me ne rendo conto, ma ce la puoi fare, va bene? Sarà solo per qualche settimana e poi torno a darti una mano."
Guarda distrattamente gli alberi che costeggiano la strada.

LU/CEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora