CAPITOLO 16

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"Senti, ti ho detto che non mi va di raccontarlo. È imbarazzante."

"Come fa a essere imbarazzante? E poi pensavo che fosse una cosa nostra!" ribatte Chase, giocando con le patate che accompagnano la sua bistecca alla brace.

"Nostra? È il protettore della mia famiglia. La sua evocazione non può essere una cosa nostra. È privata! E non sono obbligata a condividerla."

Quando la donna dai capelli biondi è uscita dalla stanza, un uomo alto e dall'aspettato azzimato li ha accompagnati lungo un corridoio e da lì verso un salone sontuoso.

Una sala da pranzo ampia, illuminata con lampadari scintillanti e grandi specchi alle pareti. Il soffitto, ornato di stucchi leziosi, è decorato con pannelli dipinti che ritraggono scene di battaglia tra mostri e donne guerriere, bardate con armature medioevali, tuniche bianche oppure abiti dei primi del secolo. Una curiosa miscela di culture senza soluzione di continuità.
"Lei è Pando?" gli ha chiesto Hailey e lui si è messo a ridere. Un risata educata e bonaria, da papà accondiscendente.

"Oh cielo, no signorina. Proprio no. Pando non è una persona. Io sono William Wellington e se vorrete seguirmi, vi porterò a cena e in seguito nella vostre stanze."

Avrebbero voluto rivolgergli tante altre domande ma, non si sa come, non ne hanno avuto il coraggio. Qualcosa, nel suo atteggiamento, li ha portati a credere che sarebbe stato scortese. E poi c'è una cosa da sapere sulle domande: non bisognerebbe mai farle se non si è pronti a conoscerne le risposte. Entrambi i ragazzi, quella sera, sapevano che non avrebbero potuto sopportare altre rivelazioni e così hanno tenuto a freno la propria curiosità. In ogni caso, anche volendo, non avrebbero potuto fare altrimenti: la casa, le immagini di Zac posseduto sul letto, tutto era troppo. Non c'era motivo di aggiungere altro.

Il signor Wellington li ha fatti accomodare e li ha pregati di scegliere cosa mangiare. Non da un menù o da una cosa simile, ma semplicemente di ordinare quello che gli fosse passato per la testa. Come può una cucina essere così fornita da preparare qualsiasi piatto ti venga in mente?

Non hanno fatto nemmeno questa domanda. Se però Chase ha ordintato una bistecca con patate, nella speranza di non dare troppo disturbo, Hailey non ha potuto fare a meno di metterli alla prova e si è sbilanciata con un piatto di Noodles ai gamberi.

Quindici minuti dopo, erano davanti a lei, fumanti e profumati. I più buoni che avesse mai mangiato.

"L'ho evocato e questo è tutto" sentenzia, troncando il discorso.

"Almeno come sei arrivata qui me lo vuoi dire?"

Chase non può crederci che non voglia dirgli niente. Non riesce a farsene una ragione.

"Ecco, questo è strano..."

"Come se evocare un demone non lo fosse..." bofonchia masticando un boccone troppo grande.

"Ancora più strano, intendo. La verità è che non lo so di preciso."

Lui la guarda perplesso, insinuando con lo sguardo che quella sia solo un'altra scusa per evitare di parlargli.

Hailey finge di non accorgersene e continua con il racconto.

"Eravamo in bagno e stavamo cercando di aprire un varco per farvi fuggire. Con uno specchio e dell'acqua, un incantesimo che mi ha suggerito lui."

"Ok, chiaro."

Ovviamente non è chiaro per niente. Però non vuole interromperla, finirebbero per discutere e rischierebbe di non sapere nemmeno questo.

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