CAPITOLO 13

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"Che cosa rende speciale una vita umana?" domanda il reggente guardando fuori dalla finestra del suo ufficio e accarezzando le tende anonime.

"Prego signore?"

"Ogni giorno milioni di persone nel mondo muoiono senza che nessuno faccia una piega. È una cosa che ci lascia indifferenti. La consideriamo inevitabile. Semplice routine."

Si volta e lo scruta con occhi grandi e penetranti. La barba bianca appena accennata sul volto.

"Quindi che cosa rende così speciale una vita umana?"

"Immagino che sia il legame emotivo con le altre persone. Il decesso di una persona a noi vicina ci segna mentre quello di una persona lontana, ci lascia insensibili."

Si accarezza la guancia ruvida e rubiconda.

"Interessante. Una prospettiva interessante."

Un corvo nero come la notte picchia con il becco sulla finestra per farsi aprire.

"Quindi qualcuno che non conosciamo, ipotizziamo un bambino africano che non abbia parenti né amici..."

Il reggente lo fa entrare e poi si dirige verso il mobiletto di mogano sotto l'enorme quadro che lo ritrae in posa regale

"...che non abbia, per così dire, alcun legame... può essere ucciso senza remore?"

Si versa un bicchiere di whiskey Inish Turk Beg Single Malt, liscio, senza ghiaccio.

È uno dei pochi vizi che gli siano rimasti con l'età, dopo una vita intera vissuta nella morigeratezza.

"Intende sottintendere che esista un valore a priori della vita umana?"

"Intendo dire, mio caro Dougal, che siamo stati attaccati. E che dovremo per forza, volenti o nolenti, rispondere a questo attacco."

"Capisco" risponde il Guardiano "si riferisce ad Augustus, non è vero?"

Il corvo fa un balzo sulla scrivania e da lì alla spalla del suo padrone.

"Precisamente. Il povero Augustus non aveva famiglia. E a dirla tutta, era una persona parecchio sgradevole. È sufficiente questo perché la sua vita sia sacrificabile?"

"Sa bene che non sono la persona giusta a cui porre queste domande, signore."

"Giusto... giusto."

Accarezza la testa dell'animale e poi si lascia cadere a peso morto sulla poltrona in pelle preferita; il bicchiere oscilla e luccica nella penombra.

"Nondimeno lo hanno ucciso insieme alle nostre guardie pensando che non lo avremmo mai saputo. Abbiamo fatto bene a mettere Huginn sulle loro tracce. Ci considerano deboli e sprovveduti."

"È quello che volevamo: passare inosservati."

"E così faremo. Non possiamo permettere che interferiscano nei nostri piani e uno scontro aperto non conviene a nessuno. Quando tutto sarà finito però, la testa di Lord Sebastian Brisnow penderà  dall'asta di quella bandiera" dice indicando fuori dalla finestra "e insieme a lui, anche quella della bambina odiosa".

Dei passi in fondo al corridoio echeggiano nel silenzio dell'edificio deserto.

"A proposito signore, che cosa ne facciamo della sorella?"

Un ghigno di disprezzo si dipinge sul suo volto.

"Il famiglio in condivisione...che idea stupida. È bastato aspettare che l'altra lo evocasse per lasciarla indifesa. Non sono così pericolosi dopotutto."

LU/CEWhere stories live. Discover now