21. Le Origini del Male - Parte I

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Il turbinio di pensieri venne interrotto dal rumore sordo del Mjolnir che diede ufficialmente il via alle danze.
Il Tonante si diresse con i Quattro Guerrieri e il suo esercito verso il Bifrost, in attesa che il Guardiano li spedisse sulla Terra.
Loki lo seguì in silenzio, cercò con lo sguardo la donna in mezzo alla folla ma c'erano troppi volti per poterla individuare. 
Avrebbe voluto prenderla per mano e chiederle cosa succedeva, cos'erano quelle lacrime e se era vero quello che Magnus andava dicendo su loro due.
Ma nel mentre che ci pensava trovò il Guerriero vicino a sè, i capelli biondi e gli occhi blu scolpiti in quel volto perfetto lo fissavano impassibili. Camminava reggendo il suo passo, lo sguardo fisso verso il dio. Era un palese segno di sfida quello. Era la prima volta che Loki veniva in battaglia con loro e Magnus voleva dare sfoggio della sua forza per surclassare il dio agli occhi di Arya, totalmente inconsapevole di quella lotta silenziosa che si stava svolgendo tra i due.
Era decisamente tesa la situazione, tanto che lo stesso Thor dovette prendere per una spalla il dio per staccarlo da quella battaglia interiore che stava affrontando.
"Concentrati fratello" disse in tono seccato.
"Non c'è bisogno che me lo chiedi" rispose Loki sprezzante.

Quando ebbero attraversato il Ponte Arcobaleno, Heimdall aprì loro il Bifrost trasferendoli man mano a Midgard. Gli ultimi a partire furono proprio Arya e Loki che, insieme ad un altro gruppetto, rimasero a chiudere la fila.
Il dio le rivolse uno sguardo gelido, come a dire che l'avrebbe tenuta d'occhio per tutta la durata della battaglia.
La dama deglutì nervosamente e si avviò dentro il Portale cercando di concentrare la sua attenzione da un'altra parte.

Non ci volle molto che il fascio di luce argentea sparì intorno a loro lasciandoli in mezzo al più completo caos.
Erano terre desolate, non c'erano umani intorno, solo un vasto esercito di alieni antropomorfi impegnato a darsi battaglia con gli asgardiani che, nel frattempo, cercavano di contenere la situazione per evitare che i distruttori si dirigessero verso i centri abitati.
Un suono violento, come quello di un motore a propulsione, passò a velocità sopra la testa della donna.
Un robot dall'armatura rossa e oro scintillante volava sopra di loro. Al centro del petto portava una sorta di triangolo luminoso come se quella fosse la sua fonte di energia. Sparava raggi celesti dalle mani e colpiva gli alieni rivoltosi. 
Quindi era dalla loro parte?
Guardò Thor volgergli un saluto con un sorriso a trentadue denti, dovevano essere amici quindi.
Arya non riuscì a capire bene la situazione ma fece spallucce e si buttò nella mischia. Avrebbe dovuto sapere che prima o poi si sarebbe ritrovata a scontrarsi con l'esercito di colei con cui aveva siglato il patto. Per reggere la parte era necessario fingersi a favore del Regno come chiunque altro si stesse dando battaglia in quel momento.
Continuò ad affondare la sua spada nella carne viva dei rivoltosi quando un uomo vestito a stelle e strisce le saltò davanti parando un colpo con uno scudo rotondo con al suo centro una stella. Si voltò verso di lei e con un sorriso smagliante le porse le sue scuse "Perdonami, non volevo interrompervi" e con un secondo salto si lanciò lontano contro un gruppo di alieni schiacciandoli sotto al suo peso.
Arya non fece in tempo a riprendersi dalla sorpresa che vide a pochi metri da lei un gigante verde tirare pugni a destra e a manca facendo letteralmente saltare per aria i combattenti nemici.
Rimase con gli occhi sgranati a fissare la scena.
"Ma da dove sono usciti tutti questi soggetti!?" urlò Fel alle sue spalle attirando la sua attenzione.
La Guerriera era alle prese con due mostri ed Arya non esitò un solo secondo a correre ad aiutarla.
"Lo hai detto forte!" rispose con un sorriso.
"Credo si tratti di quella "squadra speciale" di cui parlava Thor tempo fa" continuò "tipo i Revengers o un nome del genere".
"Che razza di nome è Revengers?" Fel scoppiò a ridere nello stesso istante in cui trafisse l'ultimo contendente.
Arya fece spallucce e si allontanò ad aiutare altri compagni, anche loro impegnati a darsi manforte con un gran numero di alieni.

Il gigante verde continuava poco distante a sbaragliare i nemici colpendoli con una violenza inaudita rischiando di colpire altri guerrieri alle prese con la battaglia. Non doveva certo essere una creatura particolarmente intelligente pensò Arya osservandolo da lontano.
Per come stava procedendo era chiaro che di lì a breve sarebbero riusciti a vincere e a concludere quest'assurda rappresaglia.
Tuttavia, mentre si prendeva a botte con l'ennesimo rivoltoso, non potè non chiedersi nuovamente con quale logica Hela avesse spedito un suo esercito proprio su Midgard. Non c'era ragione alcuna in effetti per una mossa tanto azzardata. Sopratutto considerando che era chiaro che questo esercito non fosse altro che una manica di razze diverse ripescate dagli angoli dell'universo per servirla. Ma allora perchè...?
Aspetta un momento...
Ad Arya balenò in mente un'idea.
Ma quell'istante di distrazione le fu quasi fatale.

Say my name - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora